mercoledì 3 febbraio 2010

SCUOLE PRIVATE: DOCENTI SENZA ABILITAZIONE

Scuole private, allarme docenti
uno su cinque non è abilitato
I risultati dell'indagine effettuata dall´Ufficio scolastico regionale sulle 2.491 scuole paritarie lombarde
di Ilaria Carra
La protesta dei precari

Un docente su cinque, nelle scuole private, è in cattedra senza l´abilitazione del ministero e senza aver vinto un concorso. In Lombardia e, soprattutto, a Milano. È il quadro che emerge dall´indagine effettuata dall´Ufficio scolastico regionale sulle 2.491 scuole paritarie lombarde che, per la prima volta, hanno risposto tutte quante alla richiesta di presentare una scheda con nomi, cognomi e contratti di lavoro applicati al personale docente.
Negli istituti privati equiparati alle scuole pubbliche, durante l´anno scolastico in corso, 3.684 insegnanti su 21.526 (cioè oltre il 17 per cento) risultano sguarniti dei titoli necessari a ricoprire l´incarico. Migliaia di prof non in regola, in tutta la regione ma in particolare a Milano, dove la quota dei "non abilitati" sfiora il 20 per cento. In una materna milanese solo 3 docenti su 40 avrebbero l´abilitazione.
E la situazione peggiora negli istituti secondari di primo grado, dove la quota di chi non è in regola sale quasi al 30 per cento con 366 docenti su 1.340 senza le carte per rivestire il ruolo. È alle superiori che spetta, invece, il record del ricorso ai contratti a progetto: 241 su 340 totali in città.

L´indagine è stata avviata in aprile dall´ufficio Parità del provveditorato lombardo per approfondire la condotta delle private che, per legge, se non vogliono rischiare di perdere la parità con quelle statali (cioè fondi e la possibilità di fare esami) sono obbligate ad assumere soltanto insegnanti abilitati, ossia che hanno superato un concorso ordinario o un corso di specializzazione. La norma può essere infranta solo se si dimostra di non aver trovato, per quel ruolo, un docente con le carte in regola.

A chiedere il monitoraggio era stata la Uil scuola, subissata per mesi da segnalazioni di casi limite: in una scuola alcuni insegnanti erano costretti a lavorare anche 45 ore, dieci in più rispetto alle 35 da contratto, e in nero.
Il direttore dell´ufficio scolastico lombardo, Giuseppe Colosio, assicura che la guardia resterà alta: «Continueremo a svolgere verifiche ma le graduatorie sono effettivamente finite e le paritarie faticano a trovare personale abilitato, specialmente nelle materie tecnico-scientifiche». Il paradosso, secondo i sindacati, è che questi incarichi potrebbero spettare a quei quattromila precari lombardi tagliati dalla Finanziaria.
Ma Colosio precisa che «attualmente di abilitati senza un posto di lavoro non ce ne sono, o non sono disponibili per quel determinato ruolo e in una certa zona». Ma poi avverte: «Alle scuole non in regola manderemo un´informativa con cui chiediamo di adeguarsi: chi non lo farà rischia la revoca della parità».
Giulio Massa, presidente lombardo di Aninsei, l´associazione delle scuole paritarie, difende così la categoria: «Sono stati interrotti i corsi di specializzazione da due anni, alcuni docenti sono in attesa di abilitarsi. La quota denunciata dall´indagine è fisiologica». Aggiunge Dina Massa Ridella, preside degli istituti Edmondo De Amicis: «Il problema riguarda spesso i nuovi assunti che non hanno fatto in tempo ad abilitarsi».
Ma i sindacati chiedono più ispezioni: «È una situazione che va sanata - denuncia Carlo Giuffré, segretario regionale Uil Scuola - l´autorizzazione alla parità è di competenza dell´ufficio scolastico regionale che può e deve toglierla parità a chi non rispetta la legge».
(03 febbraio 2010)

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