mercoledì 3 febbraio 2010

L'AVVIAMENTO AL LAVORO CHE NON C'E'

di Vincenzo Pascuzzi
Due premesse.
La prima. Abbiamo in Italia due milioni di disoccupati e quattro milioni di precari. La cassa integrazione dilaga. I lavoratori salgono e si accampano sui tetti per difendere il posto e la loro fabbrica. Qualcuno, licenziato e magari sfrattato, si uccide . Aziende chiudono o dislocano la produzione, la Fiat annuncia cassa integrazione per 30.000 . I giovani diplomati, laureati, masterati non trovano lavoro . La crisi viene sostanzialmente occultata da giornali e tv. Il governo latita, aspetta, confida che la situazione si risolva da sola!?

La seconda. La scuola è da tempo in crisi, inefficiente o addirittura allo sfascio. Licenzia diplomati e laureati anche studenti impreparati e che non sanno scrivere in italiano corretto. Di recente, laureati in legge sono stati tutti bocciati a un concorso a Orbetello. In un concorso del 2004, poi annullato per irregolarità, addirittura anche alcuni aspiranti presidi consegnarono elaborati contenenti gravi e reiterati errori di ortografia e sintassi. Viene da chiedersi se la rivalutazione dei dialetti non abbia la funzione di alibi o paravento.

In presenza della suddetta doppia cornice, come un fulmine o un fungo è apparsa la proposta dell’on. Giuliano Cassola (PdL)di togliere dalla scuola e indirizzare subito al lavoro i quindicenni che vanno male, che non vogliono studiare, che non sono portati. Musica per le orecchie di Tremonti, il vero mandante dei tagli, e per la sua … colf governativa Gelmini. È stato così reintrodotto l’apprendistato, o avviamento al lavoro, o qualcosa che dovrà assomigliarli. Ciò in tutta fretta, in termini vaghi e da definire: dove e in che modo? chi insegna e cosa insegna? chi finanzia l’iniziativa e quanto? Intanto i ragazzi non adatti escano dalla scuola, poi si vedrà!

Numerosi e autorevoli gli interventi pro o contro la proposta Cazzola. Chi è interessato può farsi una sua idea della situazione. Forse non è necessario esprimersi ulteriormente, in modo complessivo ed esaustivo sulla stessa questione. Ma alcune osservazioni, alcuni spunti possono essere utili.

1) La proposta Cazzola ha focalizzato l’attenzione su un punto specifico importante sì ma non essenziale o prioritario distraendo, la stessa attenzione, dalla situazione complessiva della scuola, da quello che sta avvenendo sotto il nome improprio di riforma. Le riduzioni di orario - calcolate dai 6 anni d’età ai 19 – equivalgono a tagliare 2 anni interi di istruzione! Assolutamente incomprensibile poi la riduzione dell’orario settimanale proprio di italiano!

2) Il Miur ha stimato in 7.000 euro il costo per il bilancio statale di un anno di scuola. Un ragazzo allontanato dalla scuola e avviato al lavoro evita 4 anni di scuola superiore, fa perciò “risparmiare” 28.000 euro! Che fine faranno questi soldi?!

3) Cosa può affrontare di “lavorativo” un ragazzo o una ragazza di 15 anni? Sarebbe interessante avere qualche risposta esemplificativa e credibile.

4) Non c’è qualche cosa di assurdo, di illogico, di contraddittorio nel fatto che una scuola che non funziona e diploma o laurea anche somarelli o somaroni, diventa poi oracolo di verità quando boccia o espelle? Non sarebbe il caso di approfondire e ricercare le cause di certi insuccessi? Non sarebbe il caso di cercare di prevenirli o adoperarsi recuperarli in tempo, magari spendendo qualcosa?

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