lunedì 30 novembre 2009

ECCO I GIORNALI DA LEGGERE

Grazie per le informazioni che, stanno arrivando man mano. Le notizie verranno aggiornate in tempo reale. Ecco gli indirizzi dei giornali online che hanno pubblicato il nostro comunicato-stampa.

http://www.corrierediaversaegiugliano.it/index.php?option=com_content&task=view&id=10794&Itemid=66

http://www.ilcasertano.it/sviluppo/?p=17929

http://www.lavocedelquartiere.it/

http://www.casertaweb.com/articoli/11602-insegnanti-disoccupati-ma-non-rassegnati.asp

http://caserta.liquida.it/?page=2

http://www.assemblealavoratori.it/index.php?option=com_content&view=article&id=123:caserta-insegnanti-disoccupati-ma-non-rassegnati&catid=10:scuola-universita-ricerca&Itemid=15

http://www.caserta24ore.it/28112009/caserta-insegnanti-disoccupati-ma-non-rassegnati/

http://www.giornaledizona.com/notizie/comune/caserta/caserta/aserta_insegnanti_disoccupati_ma_non_rassegnati.asp

http://www.cancelloedarnonenews.com/2009/11/28/caserta-insegnanti-disoccupati-ma-non-rassegnati/

http://www.officinavolturno.com/2009/11/28/caserta-insegnanti-disoccupati-ma-non-rassegnati/#more-14369


http://www.ecodicaserta.it/index.php?option=com_content&view=article&id=55&Itemid=57

http://www.operaicontro.it/

http://www.tregliaonline.it/

http://cobaslodi.myblog.it/ Continua a leggere!

domenica 29 novembre 2009

L'INCAPACE BRUNETTA

di R.P. - tecnicadellascuola







La Corte dei Conti ha chiarito che le scuole non devono pagarle. D'altronde le Asl sono in difficoltà sia per mancanza di soldi ma anche per carenza di personale. C'è l'obbligo di richedere le visite ma le Asl non hanno l'obbligo di effettuarle.

La Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti ha esaminato nelle scorse settimane la questione del pagamento delle visite fiscali e ha chiarito che le scuole non sono tenute a liquidare le fatture emesse dalle Asl.
In effetti già l’articolo 17 (comma 23) del decreto legge n. 78 del 1° luglio 2009, convertito poi nella legge 102 del 3.08.2009, aveva stabilito che le visite fiscali rientrano nei compiti istituzionali delle Asl e quindi nulla è dovuto dalle Amministrazioni pubbliche per tale attività.
Ma il problema ancora irrisolto riguardava le visite effettuate prima dell’entrata in vigore del decreto 78 e legate all’applicazione dell’articolo 71 del decreto legge n. 112/2008 con il quale era stata introdotta l’obbligatorietà delle visite anche per assenze di un solo giorno.
La sentenza della Corte dei Conti fa chiarezza: la disposizione contenuta nel decreto 78 - sostiene la Corte - deve essere intesa come interpretazione autentica di norme già esistenti che - seppure in modo non esplicito - non avevano mai inteso porre a carico di scuole e altre amministrazioni pubbliche il costo delle visite fiscali.
D’altronde lo stesso decreto 78 prevede anche un apposito finanziamento da trasferire alle regioni: 14 milioni per il 2009 e 9 milioni a regime dal 2010 in poi.
La cifra è ampiamente sottostimata, se si considera che solo le istituzioni scolastiche sono circa 10mila e calcolando una spesa di 4mila euro per ciascuna di esse (ipotesi peraltro minimale, dato che una visita fiscale costa in media 40 euro) si arriva già a 40milioni di euro (ma il personale della scuola rappresenta un terzo rispetto al totale dei dipendenti pubblici).
Come faranno dunque le Asl a coprire le spese ?
Il decreto 78 lo chiarisce in modo inequivocabile: “gli accertamenti ….sono effettuati nei limiti delle ordinarie risorse disponibili a tale scopo”.
In altre parole quando le risorse finanziarie destinate a tale scopo sono esaurite, l’Asl non ha più l’obbligo di effettuare le visite.
Resta tuttavia l’obbligo per le scuole (e per tutte le Pubbliche amministrazioni) di disporre le visite fiscali anche per un solo giorno.
Basta fare quattro conti per rendersi conto che - di fatto - le Pubbliche amministrazioni dovranno continuare a disporre visite e controlli sapendo già a priori che solamente il 20% di essi andranno a buon fine.
Come dire: ogni giorno gli uffici dovranno dedicare una certa quantità di tempo ad una attività che, già in partenza, si sa essere inutile per un buon 80% dei casi.
In una qualunque impresa privata un amministratore delegato che impartisse una simile direttiva verrebbe sfiduciato in breve tempo. Continua a leggere!

LE PROSSIME INIZIATIVE DEGLI INSEGNANTI PRECARI

Ieri, è stato inviato un comunicato-stampa ai vari quotidiani, sia online che cartacei di Caserta. Il comunicato riassume un pò il nostro modo di vedere e le nostre prossime iniziative. Stamattina, dovrebbe uscire, non abbiamo ancora controllato, il comunicato; che ne dite, di controllare insieme a me? Si tratta di recarsi in edicola e comprare i quotidiani, sono solo quattro i cartacei e, constatare se l'articolo è stato pubblicato o meno. Attendo vostre notizie.
Per quanto rigurda i giornali online, il tempo di organizzarci, posteremo l'elenco ai quali è stao inviato il comunicato, in seguito, leggerli..
Grazie!
Pubblichiamo uno stralcio del comunicato:

CASERTA: INSEGNANTI DISOCCUPATI MA NON RASSEGNATI

Gli insegnanti precari di Caserta- secondo la portavoce Caterina Russo- decisi a non fare sconti al governo e alla Gelmini per i tagli attuati ai danni della scuola statale.

Finora il ministro ha mostrato notevole incapacità ed ignoranza, insieme al governo tutto, nel reggere il ministero a lei affidato. E’ stata una politica di soli tagli, non propositiva, né migliorativa del servizio istruzione statale. Il governo e la Gelmini, si sono rivelati chiocce solo nei confronti delle scuole private, le uniche ad avere lauti finanziamenti, calpestando, senza ritegno, l’art. 33 della Costituzione. Noi docenti- dichiara Russo- siamo intenzionati ad andare avanti per contrastare questo tipo di politica. In primis, denunciamo: la precarietà di talune strutture, ..................
Chiediamo una scuola pubblica statale, libera, gratuita, pluralista, laica e di qualità.
Rivendichiamo il giusto riconoscimento professionale ai lavoratori precari e l’assunzione in ruolo...........continua sui quotidiani... Continua a leggere!

venerdì 27 novembre 2009

E SE FOSSE UNA SINDROME???????????

Ho scovato un articolo su un blog che seguo e l'ho trovato particolarmente interessante. Vi invito a leggerlo collegandovi all'indirizzo che segue. Credo che noi tutti, siamo caduti vittime di una sindrome di apatia che, ha un nome e cognome e non a caso. Essa è stata ben studiata e confezionata: è la Sindrome di Stanford. Negli ultimi tempi ci stanno scippando tutto, perfino la dignità e la libertà, ma le reazioni non ci sono e qui la cosa è stata voluto. Leggete l'articolo fatemi sapere che ne pensate. Buona lettura

http://attual.splinder.com/post/21771554/L%27ITALIA+E+LA+SINDROME+DI+STAN Continua a leggere!

giovedì 26 novembre 2009

INCONTRO SINDACATO-MINISTERO PER IL SALVAPRECARI

red - Il tanto atteso incontro tra sindacati e ministero, per discutere le applicazioni pratiche della Legge Salvaprecari è stato fissato per il 1° dicembre.

Il ministero non ravvisa dunque motivi di urgenza nell'adottare le misure di salvataggio per i docenti precari, ad oggi, senza lavoro. E ciò nonostante il decreto recasse come titolo "Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009/10" Continua a leggere!

mercoledì 25 novembre 2009

CASERTA:CONFERENZA DEI PRECARI

Come già ampiamente preannunciato a settembre, ma anche più di recente sul blog, finalmente è dirittura d'arrivo la conferenza dei docenti precari a Caserta. Avevamo premesso in settembre che non ci saremmo fermati e che avremmo continuato la nostra battaglia contro i tagli e la Gelmini. Manca ancora la data della conferenza e, in cui illustreremo le prossime iniziative, il locale che stiamo cercando a Caserta, logicamente gratuito. Proprio di locali vorremmo parlare e lanciare nuovamente l'appello affinchè, tutti si adoperino per la sua ricerca. In questi giorni, abbiamo ricevuto molti inviti, ma erano tutte abitazioni private che, non si prestano a questo tipo di iniziative. Ringraziamo coloro che ci hanno dato la disponibilità dellla loro abitazione, ma bisogna trovare un locale pubblico....quindi la ricerca continua...............
cipcaserta@gmail.com
cell. 334/5459124 Continua a leggere!

PUNTEGGIO PRIVATE: CONTROLLI SOLO PER CAMBIO DI PROVINCIA

Mer, 25/11/2009 - 07:09
red - Si tratta di un ordine del giorno accolto dal Governo durante i lavori per il salva-precari che impegna il governo all'emanazione di una normativa ad hoc per il controllo dei versamenti versati dalle scuole paritarie al fine di valutare il punteggio nel caso di trasferimento da una provincia ad un'altra.

Il testo dell'OdG: Revisione dell'attribuzione dei punteggi a partire dal biennio 2011-2012/2012-2013 nel caso di trasferimento di provincia del personale docente ed educativo, prevedendo in particolare che i servizi prestati nelle scuole paritarie di ogni ordine e grado siano valutati a condizione che venga accertato, mediante certificazione, il versamento dei contributi previdenziali per il corrispondente servizio e che, in mancanza di tale certificazione, detti servizi non possano essere valutati.

Di difficile comprensione è il perchè della scelta di una certificazione necessaria per far fronte a consolidate prassi da parte delle scuole private soltanto in caso di trasferimento da una provincia ad un'altra.

Secondo questo ordine del giorno, il punteggio maturato nelle scuole gestite da privati senza contributi versati, paradossalmente, assume validità soltanto rimandendo nella propria provincia.

Dunque è chiaro che questo provvedimento non intende colpire gli illeciti di tali scuole, ma la mobilità dei lavoratori. Continua a leggere!

martedì 24 novembre 2009

QUESTA VOLTA GELMINI TAGLIA I LIBRI

Il Governo ha soppresso con la Finanziaria lo stanziamento di 103 milioni di euro per la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola dell'obbligo, «l'ultimo scippo del Governo alle famiglie, alla scuola e agli enti locali». Lo rende noto Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, chiedendo l'immediato intervento del ministro Gelmini.

«Il ministro Gelmini intervenga immediatamente per porre rimedio a questo ennesimo scippo. La gratuità dei libri nella scuola elementare - ricorda la parlamentare - è prevista per legge dal 1964. Dal 1998 e con le successive leggi finanziarie, fino a quella del 2007 del governo Prodi, la gratuità è stata estesa alle scuole secondarie in forme legate al reddito. Di segno opposto la politica del governo Berlusconi che ha completamente cancellato queste risorse".

Ci sono poi due aspetti gravi di questo ennesimo colpo di mano. Da un lato - osserva Ghizzoni -. "Il governo taglia ancora una volta risorse fondamentali per la scuola e il diritto allo studio e non ha nemmeno il coraggio di farlo alla luce del sole, semplicemente non rinnova lo stanziamento di risorse stabilito dal centrosinistra nel 2007. Dall'altro lato l'esecutivo non toglie il diritto, ma intende scaricarne l'onere sulle famiglie e sugli enti locali».

Secondo l'esponente del Pd, se la Finanziaria non verrà cambiata, «i Comuni verranno privati dello stanziamento e, in base alla leggi vigenti, saranno costretti a erogare i libri gratuiti alla scuola primaria a loro spese». «Non possono scaricare tutti i tagli di Tremonti sui cittadini e sugli enti locali già in difficoltà. Ancora una volta la maggioranza- conclude - si riempie la bocca col federalismo e poi vara misure centraliste che deprimono gli enti locali, ormai considerati dei bancomat dalla maggioranza». Continua a leggere!

LE REGIONI CONTRARIE ALLA RIFORMA DELLE SUPERIORI

ItaliaOggi: Regioni: rinviare tutto
24-11-2009
«Abbiamo chiesto al ministro il rinvio di un anno dell'entrata in vigore dei regolamenti cui si affida la revisione dell'assetto di istituti superiori e licei soprattutto perché i ragazzi, insieme alle loro famiglie, hanno il diritto di capire bene a quale scuola si iscriveranno, quali ne saranno i contenuti e i percorsi formativi. E la stessa esigenza sicuramente avverte il corpo docente». A dirlo è l'assessore toscano all'istruzione Gianfranco Simoncini, che così sintetizza il fronte delle regioni contrarie all'avvio della riforma delle superiori. Continua a leggere!

lunedì 23 novembre 2009

CHIARIMENTI SULLO SCIOPERO DELL'11 DICEMBRE

PUBBLICHIAMO VOLENTIERI QUESTA MAIL CHE CI E' STATA RECAPITATA E CHE FA RIFERIMENTO ALLO SCIOPERO DELL'11 DICEMBRE. NEL POST DEL 18 NOVEMBRE ERA MENZIONATO IL SINDACATO USI AIT CHE, NOI NON CONOSCEVAMO. UNO DEI RESPONSABILI DEL SINDACATO, HA INVIATO QUESTA NOTA DI CHIARIMENTO. QUANTO PRIMA CI METTEREMO IN CONTATTO CON LO STESSO PER CHIARIRE L'EQUIVOCO. SALUTIAMO E RINGRAZIAMO IL COLLEGA PER AVERCI CONTATTATO.

Per informazione l'USI AIT esiste dal 1912 quando i compagni e le compagne della sinistra rivoluzionaria e di molte camere del lavoro decisero di uscire dalla CGIL di allora, accusandola di riformismo e di modo concertativo nelle trattative (come diremmo oggi ... le parole di ieri furono più dure) e di costruire un sindacato alternativo ed autorganizzato. A fare questo passo ci fu anche DI VITTORIO (poi ricostruttore della CGIL dopo la GUERRA) BORGHI ed altri ...
Un sindacato sciolto dal fascismo e che ritentò di ricostruirsi un paio di volte fino alla sua rifondazione effettiva negli anni '90 e che ha guidato le lotte in quest'ultimo decennio insieme alle altre strutture del sindacalismo di base (vedi nella costruzione degli scioperi generali o degli scioperi in difesa della scuola pubblica).
Infine per quanto riguarda la proclamazione dello sciopero l'USI ed i suoi sindacati di settore lo hanno fatto l'11 novembre ben prima delle riunioni della FLC CGIL proprio sulla base delle richieste di varie strutture di precari e di studenti.
D'altra parte si possono proclamare scioperi di diverse organizzazioni per lo stesso giorno (vedi da ultimo lo sciopero del 23 ottobre - USI, COBAS, RDB, CUB, SDL ..). Continua a leggere!

domenica 22 novembre 2009

CASERTA, 21 NOVEMBRE: CORTEO STUDENTI- LAVORATORI

Ieri alle 9,30 è partito dalla stazione di Caserta un corteo formato da circa 700 studenti. Il corteo, formato anche da personale docente ed ATA- c'ero anch'io- ha percorso le vie della città. Gli studenti hanno chiesto e chiedono: scuole più sicure, gratuite, aperte a tutti, una scuola laica e pluralista, di qualità che, rispetti le norme di sicurezza e soprattutto una scuola pubblica e statale. Il corteo è giunto davanti alla Prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta dai vertici della stessa. E' stata una bella manifestazione ben riuscita. Gli organizzatori, hanno promesso di non abbandonare la piazza fino a quando tutte le scuole non saranno sicure e i tagli ritirati. Noi docenti ci siamo ritrovati in piena sintonia con le richieste degli studenti. Questo potrebbe essere l'inizio di una creazione di una piattaforma più ampia, formata da tutte le componenti della scuola: docenti, ata, studenti e genitori. Già ieri, con gli studenti, abbiamo sfilato con il neonato comitato del personale ata con un unico striscione. SARA' UN INVERNO AFOSO; E' QUESTO CHE PROMETTIAMO ALLA GELMINI, FINO A QUANDO NON RITIRERA' TUTTI I TAGLI Continua a leggere!

sabato 21 novembre 2009

MINISTRO GELMINI COMMENTA LE PROTESTE STUDENTESCHE

MILANO - "Rispetto chi manifesta il proprio dissenso ma invito i ragazzi a non schierarsi dalla parte della conservazione, e li invito a una riflessione e a un'approfondita conoscenza degli interventi del governo". Così il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ha commentato le proteste studentesche di questi giorni, a margine del Forum mondiale delle Regioni a Milano.
"Io vado avanti - ha detto il ministro -, non credo che le istituzioni possano indietreggiare rispetto a episodi di violenza che grazie a Dio sono isolati e in molti casi non sono degli studenti ma dei centri sociali".
Il ministro ha risposto alle domande sulle ultime proteste degli studenti, ultime le contestazione di ieri a Torino. "Credo che l'interesse dei giovani sia quello di valorizzare le riforme - ha affermato -, di promuovere quei cambiamenti che sono indispensabili per sollevare il Paese dalla crisi per non accontentarci di un sistema della formazione che non è buono". Il ministro ha poi fornito alcune indicazioni su come recuperare fondi per la ricerca perché "nel nostro Paese per la ricerca forse non sono stanziate risorse a sufficienza".

L'idea è quella di "non distribuire più risorse a pioggia - ha detto - ma solo sulla base della qualità dei progetti di ricerca. E' importante superare il centralismo, coinvolgere le regioni e aprirsi ad altri paesi per puntare su grossi progetti di ricerca e infrastrutture, come quella del Cern di Ginevra. Bisogna superare la logica dei piccoli progetti e fare rete". Per quanto riguarda gli studenti, quindi: "Puntare su una cultura dei risultati, su una diversa modalità di reclutamento degli insegnanti e abbassare l'età media dei ricercatori - ha aggiunto - sono iniziative che i giovani non possono non condividere".

(21 novembre 2009) Continua a leggere!

venerdì 20 novembre 2009

ANCHE GLI STUDENTI DEL NORD CONTESTANO LA GELMINI...

Torino, 14:39

GELMINI: TENSIONI STUDENTI-POLIZIA SOTTO SEDE PDL PIEMONTE
Momenti di forte tensione oggi pomeriggio sotto la sede del Pdl Piemonte, in corso Vittorio Emanuele, a Torino, tra studenti e polizia. Giovani delle scuole superiori e dell'Universita' che poco prima avevano occupato e poi lasciato la sede degli uffici del Miur del capoluogo piemontese per protestare contro la riforma Gelmini, hanno infatti tentato di entrare nella sede del pdl per incontrare il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini che aveva in programma un incontro con esponenti politici. Sono stati pero' bloccati e respinti dalla polizia che ora sta presidiando l'ingresso della sede. Continua a leggere!

FERMIAMO I PROVVEDIMENTI CONTRO I DS DI ROMA

Questo è un appello in nome della libertà di pensiero e d'insegnamento. Come ben sapete, dopo l'ultima sciagura che ha colpito il nostro paese e le nostre coscienze, con la morte di altri nostri ragazzi in Afghanistan; due DS di Roma si sono rifiutati di far osservare il minuto di silenzio.Ora il pericolo più grave, è che questi Dirigenti rischiano una grave sanzione. Non voglio entrare nel merito di questa decisione, ma lavorando nella scuola, si sa come talvolta questi minuti di silenzio siano presi come uno scherzo da parte dei ragazzi, solo perchè giovani e non in grado di capire le sofferenze di intere famiglie. Si sa che, talvolta, i bambini tornano a casa piangendo perchè quel minuto di silenzio con la relativa spiegazione li ha devastati psicologicamente. Io conosco, ne sono fiera, Simonetta Salacone che è uno dei DS che si è rifiutato di osservare quel minuto di silenzio. Vi assicuro che trattasi di una persona sensibile e certamente non meriterebbe una punizione, considerato anche il suo impegno a favore della scuola statale e contro la sua privatizzazione. Firmiamo per fermare questi provvedimenti. Facciamo sentire la nostra voce e la nostra solidarietà a Simonetta, lei certamente ne sarà felice.
Vorrei spiegare al ministro, sempre che capisca, che non basta un minuto di silenzio per giustificare la perdita di una persona cara, il silenzio, apprendendo queste notizie ci è rimasto dentro e, caro ministro le assicuro che un minuto non è bastato, chissà se questo silenzio un giorno smetterà di essere tale.


Firma per bloccare i provvedimenti repressivi della Gelmini contro chi si è rifiutato di imporre agli studenti un minuto di silenzio per i militari italiani uccisi nella guerra in Afghanistan

http://www.cobas-scuola.it/index.php/scuola/MATERIALI-SCUOLE/Firma-per-bloccare-i-provvedimenti-repressivi-della-Gelmini-contro-chi-si-e-rifiutato-di-imporre-agli-studenti-un-minuto-di-silenzio-per-i-militari-italiani-uccisi-nella-guerra-in-Afghanistan Continua a leggere!

CHIARIMENTI .....SOLO DUBBI SUL SALVA PRECARI

Lalla - Dati i numerosi quesiti, ricordiamo che il ministero riaprirà i termini per la presentazione delle domande per coloro che hanno in requisiti richiesti dalla legge. Un prossimo incontro al ministero chiarirà le modalità per l'avvio di tutto il procedimento

Il dubbio più forte rimane legato alla formulazione del testo, che parla di "una supplenza di almeno 180 giorni"; non è specificato se i giorni debbano essere consecutivi o si possa considerare il periodo complessivo, anche con supplenze di tipo diverse. L'ipotesi più accreditata negli ambienti sindacali, al momento, è che debba trattarsi di 180 giorni svolti in sostituzione dello stesso insegnante, anche se con più contratti, come avviene spesso ad es. nelle sostituzioni di colleghe in maternità.

E' definitivamente chiarito che i 180 giorni possono essere stati svolti anche con supplenze conferite da graduatorie di istituto, purchè si risulti iscritti, per l'a.s. 2009/10, nelle Graduatorie ad esaurimento.

Non ancora chiaro invece se sia possibile accettare il servizio svolto da graduatoria di istituto su classe di concorso diversa da quella per cui si è iscritti in graduatoria ad esaurimento.

Da chiarire inoltre le modalità di adesione al salvaprecari per chi sta svolgendo supplenze in provincia diversa rispetto a quella in cui lo scorso anno ha maturato il servizio. Continua a leggere!

giovedì 19 novembre 2009

NON SEMPRE L'INFANZIA E' UN DIRITTO

Domani 20 novembre ricorre il ventesimo anniversario della CRC, Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, approvata all'unanimità dall'Assemblea Generale dell'Onu nel 1989. " Novembre è anche il mese dei diritti dell'infanzia. Si celebra l'infanzia con la sua ricchezza, genuinità, innocenza e, allo stesso tempo, senza troppi sensi di colpa la si calpesta. L'infanzia calpestata, bruciata e gettata via nei cestini dei rifiuti, non è solo violenza fisica,nel senso più brutale che potrebbe nascondere questo termine, ma è anche una negazione di diritti. In quante zone del mondo l'infanzia non è affatto un diritto? Talvolta rappresenta solo un optional. In quanti paesi i bambini sono abbandonati per strada? In quanti paesi sono costretti a lavorare in stanze anguste dalla mattina alla sera? E che dire di noi occidentali che compriamo prodotti proveniente da quell'infanzia rubata e negata. Perchè rabbrividiamo e restiamo colpiti da scene di bambini abbandonati? Perchè, invece, non ci fermiamo un attimo a pensare?....E giungere, magari, alla conclusione che, quello che appare di più, non sempre rappresenta anche il più brutto. Basti pensare ai bambini a cui è negato il diritto alla salute.Quanti sono i bambini che ogni anno muoiono per una tosse banale? Per un semplice raffreddore o solo per un mal di pancia?.....E a quanti bambini è negato il diritto all'istruzione? Tantissimi, milioni e milioni. E a quanti bambini, ancora, è negato il diritto ad un pasto? Fermati un attimo a riflettere, domani è un giorno speciale; è il giorno in cui tutti i bambini del mondo che non hanno diritto a vivere la loro infanzia si troveranno al centro dei nostri pensieri e del nostro cuore, ma resteranno nei pensieri e nei cuori(?)dei cosiddetti potenti della terra? Continua a leggere!

SANZIONI PERSTUDENTI CHE OCCUPANO LE SCUOLE

Cinque in condotta a chi occupa il liceo
Succede a Ostia e al Netwon, ma presidi e docenti sono all'offensiva, pronti a proteggere gli istituti con catene



ROMA - Cinque in condotta al liceo Anco Marzio di Ostia per chi tentò di occupare nei giorni scorsi per protestare contro i provvedimenti del governo in materia di istruzione. Stessa minaccia arriva dal preside del liceo scientifico Newton, che sta chiedendo le adesioni a un documento anti-occupazioni ai dirigenti scolastici. Cancelli chiusi con catene al Morgagni di Monteverde per impedire agli studenti di entrare a occupare il liceo. I presidi e i professori stanno mettendo in atto un'offensiva anti-occupazione.

ANCO MARZIO - Rischiano sanzioni fino al 5 in condotta alcuni studenti del liceo classico Anco Marzio di Ostia per aver tentato di occupare l'istituto giorni fa. L'occupazione, organizzata da una ventina di studenti, era poi fallita perché due professoresse erano entrate a scuola per convincere gli studenti a desistere e per l'intervento dei carabinieri che hanno fatto uscire i ragazzi. Tutto si è svolto, comunque, senza tensioni secondo la vice-preside dell'Anco Marzio, professoressa Margherita Rauccio che conferma l'ipotesi di sanzionare alcuni studenti col 5 in condotta. «È una tra le ipotesi su cui discuteremo nel prossimo consiglio d'istituto - dice la vicepreside - ne abbiamo parlato anche con i ragazzi che con il loro comportamento sono venuti meno ai regolamenti scolastici». Una sanzione che, se approvata «non rappresenta certamente una tragedia per i ragazzi perché siamo al primo quadrimestre e avrebbero tutto il tempo di recuperare», continua Rauccio. «Ci siamo rimasti male di fronte al loro comportamento perché, a parte che erano appena una ventina, noi abbiamo sempre cercato di avere un dialogo con gli studenti, siamo sempre stati dalla loro parte anche sulle loro battaglie ma sempre nel rispetto della legalità. Gli stessi genitori hanno chiesto di mantenere un atteggiamento duro verso questi comportamenti». Opposta la versione degli studenti. «Abbiamo invitato le insegnanti ad uscire dalla scuola visto che era in corso un'occupazione - ribattono - la preside, invece, ha avuto subito un atteggiamento intimidatorio nei nostri confronti. Agli studenti che dovessero essere colpiti dal 5 in condotta va tutta la nostra solidarietà».

MORGAGNI - Prof barricati nell'istituto e studenti che al grido di «fateci entrare», bussano invano alle porte della scuola. E' la scena che si è vista al liceo scientifico Morgagni di Roma, dove preside e docenti hanno sventato il tentativo di occupazione delle aule bloccando le entrate ai ragazzi e spiazzando gli stessi studenti, che hanno temporaneamente desistito accettando una «tregua momentanea». Secondo alcuni insegnanti si tratta di un metodo che potrebbe servire da esempio anche in altre scuole. Già lunedì scorso i docenti e la preside erano entrati all'alba nell'istituto sbarrando i cancelli per evitare i propositi di occupazione, appresi attraverso gli appuntamenti che gli studenti si erano dati su Facebook. Martedì i liceali del Morgagni hanno aderito al corteo nella Capitale, ma il giorno dopo si è ripresentata la stessa situazione: entrate «sotto chiave», lucchetti alle porte fin dall'alba e studenti fuori. Un metodo che per ora sembra aver dato ragione ai prof, almeno sulla sua efficacia. In tarda mattinata i ragazzi hanno alzato bandiera bianca, proponendo un'alternativa: «Abbiamo concordato con la preside - hanno detto - di garantire le lezioni per coloro che vorranno farle, gli altri si riuniranno assemblea, quindi per ora non occuperemo». L'istituto è poi stato chiuso e sia studenti sia insegnanti hanno battuto in ritirata. Mercoledì l'ingresso era stato vietato solo ai ragazzi, mentre i genitori sono entrati nel liceo per mediare tra prof e ragazzi o per riportare i figli a casa. Ma c'è anche chi ha protestato contro «la strategia adottata dalla preside»: «Questa è privazione del diritto allo studio», ha detto un genitore. «Salvaguardiamo la scuola da eventuali atti di vandalismo di qualcuno che da fuori potrebbe strumentalizzare gli studenti», hanno replicato alcuni professori. Il Morgagni non è l'unico liceo romano in agitazione. I licei classici Cavour e Manara sono stati occupati, al Tasso l'occupazione è durata una settimana e davanti alcuni istituti della Capitale sono comparsi striscioni di solidarietà ai due studenti arrestati ieri a Milano nel corso di un corteo studentesco. Tra questi, la scritta «Da Roma a Milano, non fermerete la nostra rabbia». Lunedì prossimo nella Capitale sarà organizzata una manifestazione per ricordare Vito, lo studente diciassettenne morto per il crollo di un controsoffitto in un liceo torinese. Continua a leggere!

CHE FACCE..........

di Diego Novelli

Due episodi accaduti nelle ultime ventiquattro ore che vedono protagonisti due personalità delle istituzioni ci danno la misura del bassissimo livello a cui è giunta la vita politica italiana.
Primo episodio. Il presidente del Senato Renato Schifani, seconda autorità dello Stato, senza alcuna motivazione che potesse giustificare un suo intervento diretto sul profondo malessere presente nella maggioranza governativa, alla stregua di un Feltri o di un Belpietro qualunque ha lanciato chiaramente il suo ultimatum: "O si fa come dice Berlusconi, oppure si scioglie il Parlamento".
Che Schifani fosse un ultras del Cavaliere lo si sapeva dai tempi in cui era capogruppo di Forza Italia al Senato. La sua faziosità, il suo servilismo, la sua arroganza al servizio del Cavaliere emergevano sempre in ogni sua apparizione nei dibattiti televisivi.

La carica di presidente del Senato pareva avesse cambiato un po' il profilo di Schifani: non soltanto fisicamente (era infatti sparito il riporto dei capelli che gli copriva la sua pelata) ma anche le parole che pronunciava caratterizzate dalla necessità del dialogo tra le forze politiche per avviare le riforme, rappresentavano una novità.

"Quando il gioco si fa duro etc.etc." dice un vecchio motto eccolo ad entrare a gamba tesa nei confronti del presidente della camera Fini: o ti metti in riga, come da giorni predica il manganellatore sul giornale di famiglia, oppure tutti a casa.

Ma lo sa Schifani, seconda autorità dello Stato (come prescrive la Costituzione, nella realtà le cose sono un po' diverse...) che la decisione dello scioglimento è competenza esclusiva del Capo dello Stato e non è tanto meno del presidente del Consiglio?

Questa seconda ipotesi è quella che vorrebbe Berlusconi: cambiare la Costituzione, per avere un'arma in più per ridurre i parlamentari nel ruolo che ritroviamo nelle locandine di tanti spettacoli delle filodrammatiche: dopo il nome dell'attore e del personaggio che interpreta, alla fine c'è quasi sempre "un servo che non parla".
Schifani ha parlato. Per conto di chi?
Visto che Berlusconi 24 ore dopo di fatto lo ha smentito. È tutto un gioco delle parti?
Il teatrino continua.

Secondo episodio.
Sciopero generale degli studenti che ha visto una larga partecipazione in molte città d'Italia.
Il ministro Maria Stella Gelmini anziché riflettere (anche se non rientra nelle sue consuetudini) su questo avvenimento lo ha subito liquidato con questa battuta: "Coloro che hanno partecipato ai cortei sono tutti appartenenti ai centri sociali".
Voleva squalificare i manifestanti?
I centri sociali secondo lei sono luoghi di perdizione dai quali bisogna stare lontani?
Cose non corrispondenti alla realtà, che un ministro dovrebbe sapere.
Ma la polizia che ha sicuramente fatto un rapporto al Ministero dell'Interno su queste manifestazioni studentesche ha attribuito tutta quella massa di giovani ai centri sociali?
Se così fosse i centri sociali avrebbero un motivo di gongolare.
Ma non è così. Il ministro della Pubblica Istruzione di origine lombarda, ma abilitata avvocato in una sede più "comprensiva" del sud ha ancora una volta dimostrato il suo basso tasso di intelligenza, sollecitata forse dalla sua faziosità tipica di certi ciellini. Continua a leggere!

mercoledì 18 novembre 2009

APPROVATO IL DECRETO SALVA-PRECARI

18 Novembre 2009 19:34 POLITICA

ROMA - Il Senato converte in legge il decreto sui precari. Il testo pervenuto dalla Camera e' stato approvato con 137 voti, 113 i contrari, sette invece gli astenuti. Il decreto di un solo articolo, che reca disposizioni urgenti per garantire la continuita' del servizio scolastico per l'anno 2009 - 2010, e' definitivamente convertito in legge. (RCD) Continua a leggere!

SCIOPERO DELL'11 DICEMBRE: PROBLEMI IN VISTA

di R.P.
Il direttivo nazionale del sindacato di Pantaleo ha deciso di proclamare un sciopero per l'11 dicembre; ma poche ore prima Usi-Ait aveva già ufficializzato un'identica iniziativa. Adesso si attende la decisione della Commissione di Garanzia.
Adesso è ufficiale: la Flc-Cgil ha deciso di proclamare uno sciopero dell'intero settore della conoscenza (scuola, Afam, Università e Ricerca); il via libera è arrivato nel pomeriggio del 17 dopo che il direttivo nazionale ha dato mandato alla segreteria nazionale di annunciare definitivamente lo sciopero per l'11 dicembre, come già avevamo anticipato da qualche giorno .
Sulla decisione della Flc pesa però il fatto che proprio nella stessa mattinata la Commissione di Garanzia ha reso noto che l'USI-Ait Scuola(E CHI SONO?) ha dichiarato uno sciopero nazionale del personale della scuola per l'11 e il 12 dicembre.
Le norme attuali non dovrebbero consentire la contemporanea proclamazione di altro sciopero da parte di un'altra sigla sindacale, ma per capire meglio cosa succederà è opportuno attendere la decisione ufficiale della Commissione.
Sulle ragioni della protesta non c'è molto da aggiungere rispetto alle anticipazioni che avevamo dato: Flc chiede espressamente che la seconda "tranche" di tagli prevista dalla legge 133 venga sospesa; altra questione è quella del precariato (il sindacato di Mimmo Pantaleo chiede un piano di assunzioni che vada ben oltre la copertura dei posti lasciati liberi dai pensionamenti, come annunciato dal ministro Gelmini qualche giorno fa).
Senza dimenticare il problema dei rinnovi contrattuali per i quali la legge finanziaria del 2010 prevede risorse molto modeste e considerate del tutto inadeguate dalla Flc.
Posizione diversa è invece quella degli altri sindacati (Cisl, Uil, Snals e Gilda) che, almeno per ora, preferiscono aspettare e comunque non sembrano intenzionati a indire scioperi.

17/11/2009 Continua a leggere!

martedì 17 novembre 2009

PER ORA NIENTE INSEIENTO A PETTINE

ItaliaOggi
17-11-2009
Di Carlo Forte

La Gelmini vince il primo round nel match con i docenti precari sull'inserimento a pettine nelle graduatorie a esaurimento. Ma la partita resta aperta e sono già pronti altri ricorsi che potrebbero capovolgere la situazione. Dopo le pronunce favorevoli del giudice amministrativo, che ha stabilito l'esecuzione delle ordinanze cautelari che dispongono l'inserimento a pettine dei ricorrenti, il governo ha emanato un decreto legge (131/2009) che ha introdotto nuove disposizioni che vietano tale inserimento. L'iter di conversione in legge del decreto 131, peraltro, è giunto ormai alle battute finali. La discussione del disegno di legge (S1835) è prevista per oggi in aula al senato e dovrebbe concludersi entro il 19 novembre prossimo, senza ulteriori modifiche. Ciò determinerà una sorta di sbarramento alle conseguenze degli inserimenti a pettine che sono stati effettuati o che stanno per compiersi. Perché le eventuali ulteriori azioni giudiziali per costringere l'amministrazione ad applicare le nuove posizioni così acquisite dovranno fare i conti con il mutato quadro normativo. E dunque, qualora si giungesse in decisione, il giudice dovrebbe applicare le nuove disposizioni rigettando i ricorsi nella fase di merito. I ricorrenti, però, potrebbero sollevare una questione di legittimità costituzionale, eccependo che il divieto di stabilimento e di locomozione all'interno del territorio nazionale potrebbe essere incostituzionale. Oppure potrebbero eccepire che il contrasto sussisterebbe con la normativa sopranazionale, anche chiedendo al giudice di sollevare una questione pregiudiziale davanti alla Corte di giustizia europea. Nel frattempo, però, si fa strada anche un'altra tesi, che è quella del regolamento preventivo di giurisdizione. Il giudice amministrativo, infatti, secondo il consolidato orientamento delle Sezioni unite della Corte di cassazione, non è competente a pronunciarsi sulle questioni che riguardano le graduatorie a esaurimento. E dunque, se eventuali controinteressati si costituissero e sollevassero la questione, il procedimento potrebbe giungere al suo completo azzeramento. A quel punto i ricorrenti avrebbero 6 mesi per riassumere il giudizio davanti al giudice del lavoro. Fermo restando che ciò dovrebbe avvenire non più presso un'unica sede, ma davanti ai giudici del lavoro competenti nel territorio dei singoli ricorrenti (giudice naturale). E in più bisognerebbe anche istruire i tentativi di conciliazione che preludono al rito del lavoro. Continua a leggere!

LA GELMINI PUNTA ALLA CARRIERA

ItaliaOggi:
Di Alessandra Ricciardi

Troppo lungo il percorso del disegno di legge di riforma Aprea. E invece c'è la strada del decreto interministeriale, quel decreto a cui apre la riforma Brunetta sulla valorizzazione del merito e la conseguente suddivisione dei dipendenti in fasce reddituali. Una strada che, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, pare intenzionato a percorrere per fare in tempi brevi, al massimo un anno, la riforma della carriera degli insegnanti. Già domani il ministro dovrebbe illustrare per sommi capi ai sindacati la sua proposta. E chiedere che sulla vicenda non facciano le barricate. In questa direzione si muove anche l'offerta di aprire un tavolo tecnico con le parti sociali già lanciata la scorsa settimana nel corso del faccia a faccia sulla riforma delle superiori. Perché decreto o no, comunque la Gelmini sa, memore l'esperienza del concorsone di Luigi Berlinguer, che non può andare da nessuna parte senza l'appoggio almeno di una parte sindacale.

Questa volta la Gelmini ha due fattori a favore: la riforma Brunetta, che impone una diversificazione salariale anche se con criteri ad hoc nella scuola che devono essere ancora tutti decisi (e su questo può giocare la carta dell'interlocuzione sindacale); e poi, e non è per niente secondario, la possibilità di avere risorse fresche incamerando quel 30% di tagli alla spesa ottenuti con la riforma della scuola imposta dal dl 112/2008. La Ragioneria generale dello stato, infatti, è alle prese con la certificazione dei risparmi frutto dell'applicazione della riforma nell'ultimo anno. E pare che il monitoraggio sia positivo. A differenza di quando accaduto in altri anni, quando i tagli imposti dalla Finanziaria non si traducevano mai in realtà, il tandem Gelmini-Tremonti dovrebbe aver centrato l'obiettivo. Così, il ministro dell'istruzione si troverebbe nella circostanza di poter spendere circa 300 milioni per la valorizzazione professionale.

Un tesoretto che potrebbe comunque risultare troppo piccolo se dovesse essere speso per premiare anche solo il 25% dei docenti in servizio. Poi, e su questo i sindacati hanno già fatto sentire la loro voce, c'è il contratto nazionale, per il quale la Finanziaria 2010, approvata al senato e ora trasmessa alla camera, prevede la copertura della sola vacanza contrattuale: circa 10 euro lordi al mese per insegnante.

Perché i propositi della Gelmini possano fare un valido percorso, molto dipenderà anche dai risultati dello scudo fiscale: tra le tante richieste di finanziamento dei vari ministeri giacenti presso l'Economia, e che dipendono da questa voce, c'è anche quello di viale Trastevere, che ha chiesto, oltre ai 500 milioni di euro per la riforma dell'università, uno stanziamento ad hoc per un primo rinnovo dei contratti.

Il contratto, assieme al nodo delle assunzioni, è il punto centrale della vertenza aperta dalla Cgil che è pronta a portare in piazza la scuola e tutto il pubblico impiego. Ma non il solo: il sindacato di Gugliemo Epifani continua a chiedere il rinvio della riforma delle superiori e il rientro dei tagli in organico previsti dalla legge 133/2008. La data del probabile sciopero dovrebbe essere l'11 dicembre prossimo. Continua a leggere!

lunedì 16 novembre 2009

CASERTA: SABATO 21 NOVEMBRE I PRECARI DI NUOVO IN PIAZZA

(APPELLO AI PRECARI E NON. IN VISTA DI UNA CONFERENZA CHE TERREMO A BREVE, PER ILLUSTRARE LE NOSTRE INIZIATIVE FUTURE: CHIEDIAMO LA COLLABORAZIONE DI TUTTI VOI PER AVERE UN LOCALE GRATUITO DOVE TENERE TALE CONFERENZA. ATTENDIAMO FIDUCIOSI IL VOSTRO CONTRIBUTO CHE, NON è MAI MANCATO E, FIN DA ORA ESTENDIAMO L'INVITO AFFINCHE' VI SIA TANTA PARTECIPAZIONE.
Per contatti: 334/5459124- cipcaserta@gmail.com)

Sabato 21 novembre, gli insegnanti precari di Caserta, parteciperanno al corteo che, partirà dalla stazione alle 9,30, in difesa della scuola statale e al diritto al lavoro.I precari sfileranno con il CSP (Comitato in difesa della scuola pubblica), attendono che altri colleghi si uniscano per far sentire la loro voce, il loro dissenso nei confronti di una riforma che, taglia laddove c'è già penuria di personale, giustificando il tutto con una presunta crisi economica che, stranamente, scompare quando c'è da finanziare le scuole private. Per tutto ciò, uniti più che mai, lavoratori e studenti, grideranno forte il loro dissenso contro i tagli, il diritto allo studio per tutti e per una scuola statale forte, aperta e pluralista. Per contatti: 334/5459124- cipcaserta@gmail.com
Alleghiamo il comunicato del comitato suddetto.

LOTTIAMO PER:

-Ritiro dei tagli della manovra Tremonti-Gelmini, del Ddl Aprea e di tutte le controriforme dell’istruzione pubblica, a partire dall’Autonomia scolastica!

-Blocco immediato dei licenziamenti, assunzione di tutti i lavoratori precari a tempo indeterminato!

-Per una didattica di qualità non più di 20 alunni per ogni classe!

No all’aumento dei ritmi di studio e misure disciplinari per gli studenti che fanno assemblee o partecipano agli scioperi per difendere i loro sacrosanti diritti!

-Per l’istituzione di un piano nazionale di edilizia scolastica!

-Per un reale diritto allo studio, gratuità dell’iscrizione, libri in comodato d’uso,

trasporti pubblici e gratuiti!

-I soldi per tutto questo ci sono, si prendano dalla spesa militare, dai finanziamenti alle scuole private e cattoliche, dalla Chiesa, dai finanziamenti dati a fondo perduto agli imprenditori e ai banchieri!

-Contro ogni forma di razzismo e discriminazione nelle scuole:

NO al tetto di alunni immigrati per classe, la scuola è un diritto per tutti! Nessuna selezione tra studenti italiani e studenti immigrati!

Organizzati e lotta con Il Comitato in difesa della scuola pubblica, scendi in piazza con noi per difendere l'istruzione pubblica, laica, democratica, di massa e di qualità! Continua a leggere!

DOMANI RITORNA L'ONDA.......

Laura Matteucci

Da Roma a Napoli, da Milano a Bari a Torino a Genova, sarà gran parte dei maggiori atenei italiani a scendere in piazza. La mobilitazione degli studenti medi si annuncia anche più capillare, con oltre 50 cortei in giro per l’Italia. Studenti di scuola e università lanciano il primo sciopero generale studentesco, organizzato per domani in occasione della giornata internazionale per i diritti degli studenti, l’International students day.È «Riprendiamoci il futuro » lo slogan lanciato dall’Unione degli studenti e da Link-Coordinamento universitario, sottotitolo «Hanno rapito il nostro futuro, e noi blocchiamo le città». Migliaia di studenti in tutto il mondo si mobiliteranno perché sia garantito a tutti il diritto all’istruzione, perché resti un bene pubblico e non venga privatizzatocome sta avvenendo nei paesi in via di sviluppo. A Bruxelles si svolgerà un’assemblea internazionale a cui parteciperà anche una delegazione italiana. In Italia la mobilitazione vedrà il blocco di scuole, università, e centri di ricerca in molte città, per protestare contro la riforma Gelmini e la situazione del settore. Per la prima volta anche gli studenti dell’accademia nazionale di Danza insieme alle accademie di Belle arti e ai Conservatori scenderanno in piazza. E venerdì 20 si terrà l’assemblea nazionale per rilanciare il movimento.

LA MOBILITAZIONE DI DICEMBRE La Flc-Cgil, intanto, lancia lo sciopero nazionale di tutto il comparto della conoscenza - scuola, università, conservatori, accademie ed enti di ricerca - per l’11 dicembre. Nonè escluso che incrocino le braccia anche i dipendenti del pubblico impiego. Motivo della protesta, innanzitutto contratti e assunzioni. Per la scuola le richieste riguardano il rientro dei tagli di organico previsti dalla legge 133, il rinvio della riforma del secondo ciclo e la soluzione definitiva del problema del precariato con un piano organico di assunzioni. Altre richieste riguardano tutto il pubblico impiego: stanziamenti adeguati per il rinnovo dei contratti e ritiro delle norme del cosiddetto «decreto Brunetta » che mettono in discussione l’attuale modello contrattuale. Anche il Coordinamento dei precari della scuola ha intenzione di indire una mobilitazione del settore per lo stesso giorno, con sciopero e manifestazione a Roma. «Chiediamo - dicono - che in Finanziaria sia previsto il ritiro dei tagli alla scuola introdotti con la legge133e rivendichiamo la difesa di un sistema di istruzione pubblico, aperto a tutti e di qualità». Continua a leggere!

sabato 14 novembre 2009

ECCO IL DDL APREA CHE RITORNA

Tecnici superiori per Finmeccanica, firmata l'Intesa




Il Ministro Mariastella Gelmini e il presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, hanno firmato un Protocollo d'Intesa per l'avvio della sperimentazione di una nuova tipologia di Istituto Tecnico Superiore (ITS),

L'Intesa prevede la partecipazione di aziende della Finmeccanica alla costituzione delle Fondazioni, l'organo di governo previsto per gli ITS, che sorgeranno in Piemonte, Toscana, Campania e Puglia. Le aziende nomineranno propri rappresentanti nel Consiglio Direttivo e nel Comitato Scientifico delle Fondazioni, e forniranno personale interno per le attività di docenza per la metà delle ore curricolari previste. L'iniziativa è finanziata dal Miur, dalle Regioni e dal Ministero dello Sviluppo Economico.

"Con questo accordo - ha dichiarato il ministro - si dà concretezza ad un obiettivo che il Ministero sta perseguendo con determinazione: rafforzare le competenze di base del sistema scolastico, per preparare in maniera adeguata i giovani alle sfide del mondo del lavoro".

Il presidente di Finmeccanica ha a sua volta sottolineato che "oltre a rappresentare una concreta opportunità per consolidare un rapporto virtuoso tra il mondo dell'industria e quello dell'educazione questo progetto rispecchia i valori e le caratteristiche del nostro Gruppo, votato alla continua innovazione tecnologica, alla ricerca dell'eccellenza, alla valorizzazione del merito e alla cultura del lavoro, con una particolare attenzione al territorio". Continua a leggere!

giovedì 12 novembre 2009

FASCE DI REPERIBILITA' DI SETTE ORE

di R.P. La Tecnica della Scuola, 11.11.2009

Lo annuncia il ministro Renato Brunetta con una circolare dell'11 novembre. I dirigenti potranno essere sanzionati in caso di scarsa vigilanza sulle assenze del personale.

Aumenteranno di nuovo le “fasce di reperibilità” nei periodi di malattia: lo anticipa il Ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta in una circolare diramata nella giornata dell’11 novembre.

Come è noto il decreto legislativo 150 prevede che la questione debba essere regolata con un apposito decreto ministeriale.

E così, in attesa di firmare il decreto, il ministro Brunetta annuncia che le fasce verranno portate dalle attuali 4 ore a 7 ore complessive, ma “saranno individuati specifici casi in cui i dipendenti sono esclusi dall'obbligo di reperibilità, anche al fine di salvaguardare le situazioni in cui ricorrono determinate patologie”.

La circolare prevede anche maggiore elasticità nei controlli sulle assenze: le visite fiscali, insomma, continuano ad essere obbligatorie anche per assenze di un solo giorno si potrà derogare in relazione ad “esigenze funzionali ed organizzative eccezionali” come per esempio difficoltà dovute ad “un imprevedibile carico di lavoro o urgenze della giornata”.

Del tutto ovvio invece il riferimento ad una altra fattispecie: “Nel caso di imputazione a malattia dell’assenza per effettuare visite specialistiche, cure o esami diagnostici, l’amministrazione che ha conoscenza della circostanza a seguito della comunicazione del dipendente deve valutare di volta in volta, in relazione alla specificità delle situazioni, se richiedere la visita domiciliare di controllo per i giorni di riferimento”.

“Infatti - chiarisce la circolare - il tentativo di effettuare l’accesso al domicilio del lavoratore da parte del medico della struttura competente potrebbe configurarsi come ingiustificato aggravio di spesa per l’amministrazione in quanto, in assenza del dipendente, potrebbe non avere lo scopo di convalidare la prognosi”.

(C’è tuttavia da chiedersi se sia davvero il caso di emanare circolari che ribadiscono l’ovvietà, mentre nulla si continua a dire sul fatto che la visita fiscale ha quasi sempre un costo superiore rispetto a quello di una giornata lavorativa e quindi nel caso di assenza di un solo giorno rappresenta certamente un aggravio erariale).

I dirigenti dovranno comunque curare con attenzione questo adempimento anche allo scopo di non incorrere in possibili provvedimenti disciplinari che possono concretizzarsi nella mancata erogazione della retribuzione di risultato. Continua a leggere!

INCONTRO SINDACATI MINISTRO : DELUDENTE

L’incontro tenutosi mercoledì 11 novembre 2009 con il ministro Gelmini è stato molto deludente: nessun impegno concreto per far fronte alla grave situazione di crisi in cui si trova la scuola pubblica. Una situazione aggravata dal caos determinato dalla avventata applicazione della riforma della secondaria.

I temi oggetto dell’incontro tra sindacati scuola e il Ministro sono stati i seguenti:

utilizzo dei risparmi (30%) realizzati in seguito ai tagli di personale;
lo stato di applicazione dei regolamenti della scuola secondaria e delle norme sulla formazione iniziale;
la copertura, tramite le immissioni in ruolo, del prossimo turn over.
La posizione del Ministro
È intenzione del Ministro utilizzare i risparmi derivanti dai tagli per premiare i più meritevoli. Questo dovrebbe avvenire nel più breve tempo possibile, ma resta da concordare con gli altri Ministri competenti, MEF e Funzione pubblica, quale sia lo strumento più idoneo (contratto o legge).

La riforma della secondaria di secondo grado – riduzione degli indirizzi, drastica riduzione del tempo scuola, cancellazione di alcune tipologie di istituti - prosegue secondo il progetto iniziale stabilito dal regolamento applicativo.

L’iter di approvazione del regolamento sulla formazione iniziale dei docenti dovrebbe essere completato per fine dicembre.

È allo studio del Miur una circolare interpretativa sull’applicazione dei contratti regionali per il personale precario.

Le immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2010/2011 saranno limitate alla copertura del turn over, ma resta l’incognita dell’autorizzazione annuale del Ministero dell'Economia Continua a leggere!

OBBLIGO GIURAMENTO PER I NEO-ASSUNTI

Obbligo giuramento per neo-assunti
Tutti gli statali al momento dell'assunzione dovranno prestare giuramento, pena il licenziamento
MILANO - Via libera del consiglio dei ministri al disegno di legge taglia-burocrazia. Il provvedimento prevede, tra l'altro, la carta dei doveri della pubblica amministrazione. «In fondo, se volete, è acqua fresca. Ma dalla parte dei cittadini» ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, mettendo in risalto che le novità previste dal ddl collegato alla Finanziaria realizzano talvolta idee semplici ma innovative. «Da oggi diciamo stop alle molestie della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini», ha aggiunto il ministro.

LE NOVITÀ - Il ddl taglia-burocrazia è un collegato alla Finanziaria ed è composto da tre titoli e 35 articoli. Nel provvedimento sono contenute anche norme concordate con i ministri della Giustizia, degli Esteri, della Gioventù e della Semplificazione. È quanto ha spiegato in conferenza stampa Brunetta, illustrando il provvedimento che comprende anche la delega al governo per l’emanazione della Carta dei doveri della pubblica amministrazione. Tra le novità il provvedimento introduce il giuramento per i dipendenti neo assunti della pubblica amministrazione. Secondo il ddl, tutti i dipendenti pubblici al momento dell'assunzione dovranno prestare giuramento, altrimenti saranno licenziati. Nel testo sono previste anche sanzioni per mancata comunicazione delle assenze per malattia da parte della p.a. al Dipartimento della funzione pubblica. Le norme - ha detto il ministro - garantiscono maggiore «semplificazione e ammodermanento» oltre che «minor peso» della burocrazia e «più dignità, basti pensare al giuramento». Il provvedimento anti-burocrazia prevede inoltre la possibilità di effettuare il cambio di residenza senza recarsi fisicamente allo sportello (sarà infatti possibile effettuarlo online). Novità anche per la carta d'identità che sarà rilasciata a coloro che hanno compiuto i dieci anni anziché a 15.

GLI AUGURI VIA E-MAIL - Nel giorno del via libera al ddl taglia-burocrazia Brunetta ha anche firmato una circolare con la quale invita le amministrazioni pubbliche a utilizzare la posta elettronica per lo scambio degli auguri, in particolare di quelli nel periodo natalizio.


12 novembre 2009 Continua a leggere!

martedì 10 novembre 2009

FINANZIAMENTI SCUOLE PARITARIE: BATTONO CASSA I VESCONI E FIORONI

di A.G.
L’appello del cardinale Angelo Bagnasco (il Governo ripristini i 535 milioni di euro e realizzi misure economiche sulla parità scolastica che rientrino nelle norme generali dell`istruzione) in sintonia con quello dell’esponente del Pd: più che condivisibili i richiami della Cei,dispiace perché questa maggioranza della parità ha fatto proclami.
Non fa di certo scalpore ascoltare il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, mentre si schiera a fianco dei sostenitori del finanziamento pubblico delle scuole paritarie. Non sorprende collocarlo nello schieramento di coloro che da qualche settimana stanno facendo del pressing, nemmeno troppo nascosto, sul Governo per farlo rientrare rispetto alla decisione di sottrarre, attraverso un articolo della Finanziaria in discussione in Parlamento, ben 535 milioni di euro di finanziamenti inizialmente accordati.
"Sui fondi destinati al sistema dell'istruzione non statale, cioè alla scuola libera”, Bagnasco ha auspicato, durante l’apertura dell'assemblea generale ad Assisi, “che le cifre inizialmente previste con decurtazioni consistenti, possano essere prontamente reintegrate in modo da consentire agli enti erogatori dei servizi di mantenere gli impegni già assunti".
Fin qui nulla di nuovo. Proprio di recente un appello analogo era stato lanciato da una serie di associazioni cattoliche: assieme e singolarmente hanno chiesto alla maggioranza di “ripristinare la somma originariamente prevista di 535 milioni di euro, e provvedendo successivamente a realizzare misure economiche sulla parità scolastica che rientrino nelle norme generali dell`istruzione”.
Fin qui nulla di contradditorio. Ognuno, è il caso di dire, porta l’acqua al suo… mulino. Proprio per questo non passeranno inosservate le parole, sullo stesso tema, espresse dall’ex ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, il quale ha reputato "più che condivisibili i richiami della Cei, soprattutto – ha sottolineato l’esponente Pd - riguardo alla necessità di svelenire il clima politico per consentire al Paese di crescere e a sanare quanto fin qui portato avanti dal Governo nei confronti delle scuole paritarie".
Le parole di Fioroni non faranno di certo piacere all’ala meno conservatrice del Partito democratico. Per non parlare della sinistra radicale. "A proposito della scuola paritaria – ha proseguito l'ex ministro - appare del tutto inverosimile che proprio questo Governo, che della parità ha fatto proclami e promesse da campagna elettorale, abbia invece poi dato molto meno di quanto fece il governo Prodi: i tagli non riguardano solo i fondi alle scuole ma anche le risorse che, pur non andando alle scuole, garantiscono il diritto allo studio di ogni studente, ad esempio i fondi per i corsi di recupero, l`obbligo di istruzione e i libri di testo. In una sola cosa il Governo è stato di parola, quando promise che avrebbe trattato allo stesso modo scuola pubblica e paritaria: infatti – ha concluso Fioroni - ha tagliato a tutti. Ma non era questo ciò che aveva promesso".
Evidentemente, però, una volta al Governo tra i sui rappresentanti è subentrata la sindrome dell’equità: nel cedere fondi (sempre meno) ma soprattutto nell’applicare tagli (che non avevamo mai visto di queste proporzioni). Senza entrare nel merito vorremmo solo far notare che attuare il contrario, lasciando maggiori risorse alle paritarie, avrebbe comportato ulteriori tensioni e dissensi di quelli cui abbiamo assistito sino ad oggi. Continua a leggere!

domenica 8 novembre 2009

ADESIONI AL COMITATO INSEGNANTI PRECARI CASERTA

Sono aperte le adesioni al CIP Caserta. Il comitato è riconosciuto dal MIUR, ha una sede centrale a Roma ed è dislocato sul tutto il territorio nazionale: dalla Sardegna alla Basilicata, dalla Sicilia alla Puglia; non sto qui ad elencare tutte le sedi presenti sul territorio; in Campania vi sono tre CIP: uno a Benevento, l'altro a Napoli e il nostro di Caserta. Il Comitato è apartitico, apolitico e di prefigge di difendere la scuola statale, di migliorare le condizioni contrattuali dei docenti, con particolare riferimento ai precari. Esso è stato riconosciuto dal MIUR nel 1998, in questi anni ha vinto molte battaglie. Il CIP, non è finanziato da alcuna istituzione, per cui è indipendente. A breve, con i vecchi iscritti, si è già stabilito, un programma da portare avanti che, presto verrà reso noto. Si attendono, comunque proposte dai nuovi iscritti. Le adesioni sono aperte fin da ora.


Da chi è formato? Da docenti di ruolo e non.
Chi vi può aderire? Tutti i docenti che hanno a cuore la sorte della scuola statale e la salvaguardia del posto di lavoro.
Che serve per iscriversi? Basta compilare un modulo, non è richiesta alcuna somma di denaro.
Qual è il prototipo dell'iscritto CIP? Una persona fiduciosa che, crede che il proprio futuro lavorativo dipende solo da se stessa e non da altri.
Che impegno richiede il CIP? Nessun tipo di impegno, ma tanta voglia di fare. Partecipazione a riunioni, sono poche durante l'anno, organizzare incontri con le istituzioni e preparare documenti.
Vi allego di seguito il modulo di adesione da far pervenire via mail:

Modulo di adesione al Comitato Insegnanti Precari- anno 2009/2010
Nome:
Cognome:
Residenza:
Numero di telefono: (è necessario per contatti)ed indirizzo e-mail
Ordine di scuola di appartenenza (es. materna- superiore etc,)
Tipo di contratto: (docente con contratto a t.i- docente a contratto a t.d- docente senza contratto)
Anni di precariato:
Firma....... Continua a leggere!

RIFORMA DELLE SUPERIORI: CONSULTABILI GLI ATTI DEL GOVERNO

Sono consultabili i testi degli Atti di Governo sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti (assegnazione del 27/10/09), relativi agli Schemi di decreto del Presidente della Repubblica recanti regolamenti concernenti: la revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei (n. 132 ), le norme sul riordino degli istituti tecnici (n. 133 ) e le norme sul riordino degli istituti professionali (n. 134 ). In VII Commissione della Camera l'esame è iniziato il 4/11/09 e si concluderà entro il 26/11 (entro l'11/11 si esprimerà anche la V Commissione). In occasione dell'audizione delle Ooss, la Gilda UNAMS ha depositato in VII Commissione la propria memoria critica sull'avvio della riforma. Consultabili anche le memorie di Flc-Cgil , Cisl-scuola e Uil-scuola . Continua a leggere!

GRADUATORIE DA RIFARE: NEL LAZIO IL PRIMO COMMISSARIO

08-11-2009
Si chiama Luciano Cannerozzi, è un dirigente della Funzione Pubblica, e da domani sarà lui a occuparsi dell’inserimento nelle graduatorie provinciali di un centinaio di insegnanti. E’ il commissario nominato un mese fa dal Tar del Lazio accogliendo un ricorso che metteva da parte il ministero dell’Istruzione e gli conferiva pieni poteri per inserire i professori a pettine in base al punteggio ottenuto indipendentemente dalla provincia di provenienza e non in coda privilegiando chi è già sul territorio come aveva deciso il ministero.
A questo punto da domani sarà il commissario a fornire indicazioni agli Uffici Scolastici Provinciali su come i professori dovranno essere disposti nelle graduatorie. E’ la prima volta che accade ed è solo l’inizio. Il Tar del Lazio ha accolto altri ricorsi disposti dall’Anief, l’associazione di insegnanti in prima linea in questa battaglia, e sono stati decisi altri 13 commissariamenti per inserire a pettine nelle graduatorie 7400 professori in 28 province. Il ministero è stato condannato anche a pagare 65 mila euro di spese di lite. I commissari agiranno, come nel primo ricorso vinto, fra un mese, se nel frattempo le graduatorie non dovessero essere state riviste. Ad essere interessati ai ricorsi potrebbero essere in 150 mila precari secondo alcune stime della Uil.
A nulla sembra essere servito per il momento l’emendamento fatto inserire dal ministro Mariastella Gelmini nel decreto legge sui precari. Il provvedimento è ancora in esame al Senato, dopo essere stato approvato dalla Camera: al ministero sono convinti che, una volta approvato, basterà a rimettere in coda i ricorrenti e mettere fine all’operato del commissario. E di poter ampliare le possibilità di inserimento di chi ne ha diritto, soprattutto nelle province in cui le graduatorie sono meno affollate e di sanare il problema di chi ha scelto una graduatoria provinciale perché residente lì, e di vedersi scavalcare da un trasferimento dell’ultimo momento da parte di un candidato di una provincia diversa.
Non la pensa allo stesso modo Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e anche per questo la sua associazione ha proclamato uno sciopero per domani.
«L’emendamento colloca in coda i docenti inseriti in altre province per il biennio 2009-2011 ma per il futuro ha disposto l’opposto, l’inserimento a pettine secondo il punteggio. E’ chiaro dunque che si tratta di una norma incoerente tesa a bloccare le corrette decisioni dei giudici e finirebbe per essere non conforme ai più elementari principi costituzionali, in base agli articoli 1, 51 e 97».
In sostanza, se il ministero facesse ancora resistenza, l’Anief tornerebbe a chiedere al Tar il rispetto della sentenza e poi si rivolgerebbe alla Corte Costituzionale. «Siamo di fronte a una Schindler-list dei precari, che pone un conflitto tra poteri dello Stato. Bisogna reclutare i docenti secondo il loro merito-punteggio e non secondo il loro certificato di nascita o di residenza. Se anche fosse approvato l’emendamento potrebbe soltanto rinviare di poco più di un anno il commissariamento del Ministero ma a costi molto più elevati per i contribuenti. Chi paga i commissari ad acta che vengono nominati dal Tar? E chi pagherà i danni ai professori?. Il ministero sta gestendo in modo del tutto dissennato questa vicenda, oltretutto con i soldi di noi contribuenti. Finire in Corte Costituzionale vuol dire dover rimborsare a chi vincerà anche lo stipendio per due anni. Ci vorrà una Finanziaria intera per pagare tutti».
E’ proprio sullo spreco che insiste anche l’onorevole Antonino Russo del Pd: «Il nuovo commissariamento del Ministro Gelmini disposto dai giudici e ottenuto dall'Anief conferma che la conduzione del Ministero dell'Istruzione è quanto mai deludente e compromettente, persino, per le casse dello Stato. Il rispetto per il diritto e per la Costituzione è continuamente calpestato. I precari sono divenuti il capo espiatorio per nascondere la politica fallimentare del Governo in tema di scuola e di università».
www.lastampa.it/amabile Continua a leggere!

sabato 7 novembre 2009

EMENDAMENTO VALDITARA SARA' RIPRESENTATO

Orizzonte scuola 6.11.2009

Dopo la bocciatura in finanziaria dell'emendamento sui prepensionamenti, Valditara ritorna all'attacco e riformula il testo, coinvolgendo anche il personale non docente, impegnandosi a farlo approvare nel primo provvedimento utile.

Si apre un nuovo spiraglio per i precari, relativamente alla proposta Valditara di incentivare i prepensionamenti al fine di assorbire il personale precario che da anni attende in graduatoria.

Un provvedimento necessario per avviare il nuovo sistema di reclutamento che altrimenti impatterebbe con le liste di attesa terzomondiste che sono le graduatorie permanenti.

L'On., in un lancio di agenzia ANSA, invita ad una pianificazione attraverso un piano di assorbimento che risolva gradualmente il precariato. "Oltretutto - afferma - ai docenti precari proprio il decreto che stiamo approvando al Senato riconosce il diritto di essere assunti". Continua a leggere!

venerdì 6 novembre 2009

REGIONI: NO AL SALVA PRECARI

06 novembre 2009 - red
Le Regioni confermano il parere negativo sul decreto emanato dal governo sui precari della scuola, come già annunciato la scorsa settimana quando al centro dell'attenzione era la riforma del II ciclo. Le motivazioni: non vi è stato, da parte del governo, nessun coinvolgimento preliminare delle Regioni su un decreto che scarica sostanzialmente su queste ultime i costi sociali dei tagli operati sulla scuola".
Le Regioni si dichiarano comunque disponibili ad affrontare il problema del personale precario della scuola.
La riunione si è svolta il 5 novembre e quasi tutti i presidenti delle Regioni hanno espresso un parere negativo sul decreto “salva precari', già approvato dalla Camera, e attualmente in discussione al Senato, dove non mancano certo i problemi e le polemiche.
Ricordiamo che i docenti con incarico annuale nell'a.s. 2008/09 hanno già presentato domanda per fruire del provvedimento, mentre il decreto dovrebbe essere esteso anche ai docenti che hanno totalizzato 180 giorni di servizio nello scorso anno scolastico.
Questi i numeri dell'operazione, che riguarda circa 16.000 docenti (non si conoscono ancora i numeri per gli Ata).
La situazione è molto differenziata sul territorio, ad es. in Lombardia il provvedimento è stato giudicato di scarsa utilità, perchè le graduatorie erano esaurite e i precari sono comunque riusciti a trovare una collocazione. Non altrettanto è possibile dire in Sicilia o Campania, che detengono il record di domande presentate Continua a leggere!

giovedì 5 novembre 2009

DECRETO SALVA-PRECARI: GIORNATA DECISIVA

Ieri è scaduto il termine in commissione Cultura per gli emendamenti al decreto legge sui precari. Il bilancio è di circa 100 emendamenti, in grande maggioranza di Pd e Idv, ma anche di parlamentari della maggioranza.

Per il Partito democratico parla Antonio Rusconi: "Questo decreto si chiama salva precari, ma in realtà lascia a casa gli insegnanti", per questo "chiediamo il rispetto del piano triennale di assunzioni varato dall'ex governo Prodi, la deducibilità dei costi dei libri di testo, il riconoscimento degli scatti stipendiali ai precari, il recupero di soldi per le scuole dell'infanzia paritarie, il dimezzamento dei tagli".

Ma ci sono emendamenti anche della maggioranza, ben sei sono del relatore Francesco Bevilacqua. Il più importante è quello che punta ad estendere anche al 2010/2011 la validità del dl e a garantire ai presidi vincitori dell'ultimo concorso che non hanno preso servizio la permanenza nelle graduatorie.

La maggioranza vorrebbe trasformare gli emendamenti in ordini del giorno, a patto che il governo poi li rispetti. Ma il Pd non ci sta: "Se i nostri saranno bocciati - annuncia Rusconi - li ripresenteremo anche in aula. Il governo non rispetta mai questi impegni".

Oggi si procede all'analisi degli emendamenti, nelle prossime sedute il voto. I tempi sono stretti, il provvedimento scade il 24 novembre. La maggioranza, se l'opposizione farà ostruzionismo, cercherà con ogni probabilità di blindare testo. Ma quale testo? Molto dipenderà dal confronto parlamentare di oggi.


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tuttoscuola.com giovedì 5 novembre 2009 Continua a leggere!

mercoledì 4 novembre 2009

11 NOVEMBRE: GIORNATA A FAVORE DEL POSTO FISSO

04 novembre 2009 - COBAS
Mercoledì 11 novembre alle ore 14 a Roma in Piazza MonteCitorio e in tutte le altre città d'Italia presso le Prefetture
I precari e le precarie della scuola invitano tutti i lavoratori e le lavoratrici a partecipare al POSTO FISSO DAY.

Gli insegnanti e il personale Ata stanno infatti pagando le conseguenze dei tagli del governo Berlusconi - Tremonti con la precarietà e la disoccupazione e se solo in quest'anno scolastico vengono tagliati ben 57.000 posti di lavoro, nei prossimi due anni saranno espulsi almeno altri 100.000 lavoratori e lavoratrici.

Ma questo è un problema che riguarda l'intero Pubblico Impiego e coinvolge interi settori del privato, come dimostrano le lotte che gli operai stanno portando avanti da mesi. Ora però, dopo aver tagliato centinaia di migliaia di posti, Tremonti ci dice: "Credo nel posto fisso, la mobilità non è un valore".

Siamo d'accordo! e chiediamo al ministro di passare dalle parole ai fatti. Si invitano perciò i movimenti, le associazioni, i comitati, i collettivi, le reti, le organizzazioni di precari, gli autonomi e gli autorganizzati, i singoli inoccupati, disoccupati, licenziati a sostenere e partecipare all'iniziativa, a scendere in campo tutti e tutte insieme inondando le strade, le piazze, le prefetture, per chiedere ciò in cui noi abbiamo sempre creduto e per impedire a questo governo (come a qualunque altro) di giocare con le nostre esistenze:

RITIRO DI TUTTI I TAGLI

IMMISSIONI IN RUOLO SU TUTTI I POSTI VACANTI Continua a leggere!

martedì 3 novembre 2009

ROMA OCCUPATO IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE

Roma 3 / 11 / 2009

Blitz degli studenti e precari della ricerca dell'Onda al ministero dell'istruzione a Roma. Gli studenti rispondono con forza all'approvazione della Riforma Gelmini. L'occupazione del ministero lancia la campagna "La Gelmini non ci merita". A breve ci sarà una conferenza stampa Continua a leggere!

SENTENZA DEL TRIBUNALE DI TREVISO: AUMENTI ANCHE AI DOCENTI PRECARI

a cura di Antimo Di Geronimo ItaliaOggi, 3.11.2009

Sì agli aumenti di anzianità per i precari. I docenti precari hanno diritto agli aumenti legati all'anzianità di servizio. È quanto si evince da una sentenza del Tribunale di Treviso emessa il 29 ottobre scorso. La sentenza si aggiunge ad altre di segno analogo, che hanno indotto l'aula della camera ad eliminare la disposizione del decreto salvaprecari, che vietava espressamente gli incrementi retributivi per i precari sulla base della progressione di carriera.

Il provvedimento è attualmente al vaglio del senato (As 1835).

La sentenza

Il caso riguardava un docente precario che aveva lavorato con contratti a tempo determinato per circa 13 anni. L'insegnante aveva presentato ricorso chiedendo l'immissione in ruolo. Facendo riferimento alla disciplina privatistica, che prevede la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato quando i contratti vengono reiterati, l'insegnante aveva chiesto l'immissione in ruolo. E in subordine aveva chiesto il riconoscimento del diritto alla ricostruzione di carriera. E cioè al riconoscimento del diritto all'aumento dello stipendio per l'anzianità maturata. Ma il giudice del lavoro ha accolto solo parzialmente le richieste del ricorrente. In primo luogo, citando la giurisprudenza della Corte costituzionale, ha escluso la possibilità che il rapporto di lavoro nel pubblico impiego possa essere assoggettato al principio di conversione dei rapporti a termine illegittimi in rapporto a tempo indeterminato. Che vale invece solo per il rapporto di lavoro privato. E poi ha stabilito che in luogo della trasformazione, vale il principio del risarcimento del danno da mancata trasformazione. Che ha individuato nella differenza tra lo stipendio a cui avrebbe avuto diritto se il ricorrente fosse stato un docente di ruolo e lo stipendio effettivamente percepito. Il tutto in proporzione a tutte le mensilità di stipendio già incassate nel corso degli anni. In buona sostanza: l'equivalente degli arretrati che seguono normalmente a un provvedimento di ricostruzione di carriera.


Decreto salvaprecari

Sulla questione della ricostruzione di carriera anche ai precari è in atto anche un dibattito parlamentare che ha acceso la speranza degli interessati. Nella prima stesura del decreto salvaprecari, infatti, la ricostruzione per i precari era assolutamente vietata, ma nel corso del dibattito in aula, questa preclusione è stata cancellata. Anche se questo non vuol dire che il governo abbia intenzione di mettere mano al borsellino per aumentare gli stipendi dei supplenti. Nella relazione tecnica che accompagna il provvedimenti, infatti, si precisa che il rapporto di lavoro che s'instaura tra il docente supplente e l'amministrazione scolastica ha caratteristiche del tutto peculiari, tali da giustificare e da rendere necessaria una diversità di trattamento. Che si rende necessaria perchè le supplenze «sono caratterizzate sia dalla precarietà del rapporto, legata all'assenza del titolare, sia dalla mancanza di continuità, in quanto i vari periodi di servizio di supplenza attengono a distinti contratti di lavoro. Di conseguenza», si legge nella relazione, «anche il trattamento economico è legato alla precarietà e alla discontinuità del rapporto del supplente con l'amministrazione e, quindi, legittimamente esso è riferito, per ciascun periodo di supplenza, allo stipendio iniziale del docente di ruolo, non essendo configurabile per i rapporti di lavoro del personale supplente un'effettiva progressione di carriera». A quanto pare, dunque, il governo ha fatto marcia indietro sul divieto alla ricostruzione di carriera. Ma non ha nessuna intenzione di corrispondere gli aumenti di anzianità per legge. La disussione, dunque, si sposta alle aule di tribunale. Ma la strada è tutta in salita. La materia dei diritti retributivi, infatti, rientra nella sfera di cognizione del giudice ordinario. E ciò comporta che ogni singolo interessato, per ottenere il dovuto, dovrà promuovere una singola azione con tutti i costi e le incognite del caso. Continua a leggere!

NUOVI DISOCCUPATI: LA STORIA CONTINUA

ItaliaOggi:
03-11-2009
di Alessandra Ricciardi

I matematici paventano 5 mila esuberi dei prof di ruolo

È l'ultimo tassello mancante della riforma della scuola avviata con il decreto legge n.112/2008. Quello del raggruppamento delle classi di concorso, che dovrà consentire di avere insegnanti pluriabilitati in grado di sortire un doppio effetto: insegnare su più cattedre, evitando sprechi e duplicazioni, e rispondere alle indicazioni didattiche delle nuove scuole superiori. Ma il regolamento, inviato al consiglio nazionale per la pubblica istruzione per il prescritto parere, presenta alcune incongruenze: come quella della classe di concorso di Matematica (A047) che verrebbe soppressa in quanto tale nei licei per diventare Matematica e Fisica. Anche perché l'insegnamento della Fisica, proprio con la riforma delle superiori, è stato esteso al primo biennio del liceo scientifico, che invece oggi prevedeva la sola Matematica. In questo modo però i prof di liceo abilitati all'insegnamento delle scienze matematiche andrebbero in esubero nel proprio istituto di titolarità. In assenza di adeguate misure transitorie, secondo le prime stime, la situazione di soprannumerarietà potrebbe interessare circa 5 mila insegnanti di ruolo. Le classi separate di Matematica e Fisica resterebbero invece per gli istituti tecnici e professionali. Una differenza che, secondo l'Unione matematici italiani, non può essere motivata da argomentazioni culturali e didattiche.

Sul piede di guerra anche i docenti di Filosofia e psicologia (classe 36/A), che vedrebbero assegnato l'insegnamento della Teoria della comunicazione sia alla loro classe di concorso che a quella di nuova istituzione (A-58): un controsenso che minaccia di generare confusione a fronte di una riforma che invece mira a semplificare e rafforzare classi di concorso omogenee.

Insomma, i fronti per un ripensamento non mancano al ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini. Che intanto, però, può procedere alla riforma delle superiori: la scorsa settimana la conferenza stato-regioni ha promosso la ristrutturazione degli istituti tecnici e professionali mentre ha bocciato quella dei licei. Ma pur sempre ha espresso il suo parere e così nei prossimi giorni le commissioni parlamentari di camera e senato, a cui il regolamento era stato già trasmesso, potranno dire la loro. Entro fine anno, se tutto andrà per il verso giusto, la Gelmini potrà presentare la riforma completa delle secondarie per il decollo dal prossimo anno scolastico. Gli studenti potranno scegliere l'istituto dove fare la preiscrizione entro il 27 febbraio, ma non è da escludersi una proroga a fine marzo, nel caso in cui il regolamento sulle superiori dovesse tardare. La riforma prevede una riduzione di indirizzi e di classi, che dovrà produrre entro il 2012 un risparmio di docenti per oltre 2.500 posti nei licei, oltre 10.300 nei tecnici e 4.300 nei professionali. Il problema è che al Tesoro si aspettano che il prossimo anno la riforma parta per le prime due classi contemporaneamente, per recuperare il mancato avvio di quest'anno. Una partenza di due classi in un anno che si presenta come assai semplice sulla carta, assai complicata nei fatti. La Gelmini, raccontano rumors di Palazzo, si starebbe impegnando a fondo per evitare la doppia partenza e ottenere il prolungamento di un anno del piano dei risparmi. Continua a leggere!

lunedì 2 novembre 2009

LO SMANTELLAMENTO: ORA TOCCA ALLE SUPERIORI

OSSERVAZIONI: QUELLE PROMESSE MAI MANTENUTE
CHI DA TEMPO SI ASPETTAVA CHE LA SINISTRA AVESSE UN ATTIMO DI ORGOGLIO, ANCORA UNA VOLTA DOVRA' RICREDERSI. LA GELMINI, DOPO AVER SMANTELLATO LA SCUOLA PRIMARIA CON PSEUDO SUPPORTI PSEUDO-PEDAGOGICI, ORA SI APPRESTA A FARE LA STESSA OPERAZIONE CON LA SCUOLA SUPERIORE, MA LA COSA CHE COLPISCE, E' CHE QUEST'ALTRA RIFORMA E' DIRETTAMENTE COLLEGATA ALLE REGIONI. LE REGIONI, GOVERNATE, LA MAGGIORANZA DAL CENTRO-SINISTRA, NON HANNO AVUTO NULLA DA OBIETTARE E, NOI ANCORA UNA VOLTA, SIAMO COSTRETTI A PRENDERE ATTO DI UN'OPPOSIZIONE CHE NON C'E'. IN ITALIA, L'OPPOSIZIONE E' DIVENTATA SOLO UN OPTIONAL.



Diversi osservatori, fino a qualche giorno fa, erano scettici sulla possibilità che la Conferenza unificata, già nella prima seduta utile dopo mesi di inattività, potesse licenziare i pareri sugli schemi di regolamento per la riforma delle superiori. Scetticismo motivato da due buone ragioni.

Innanzitutto c’era una ragione tecnica, derivante dal fatto che l’eccessiva quantità di argomenti all’ordine del giorno (ben 62 di cui 9 tutti relativi all’istruzione) avrebbe probabilmente impedito la trattazione degli argomenti previsti, considerate anche le poche ore a disposizione.

C’era un’altra ragione, più politica, che riguardava un possibile atteggiamento ostruzionistico delle regioni, in maggioranza di centro-sinistra, che avrebbero potuto avere buon gioco nel richiedere tempi congrui per l’approfondimento della materia proposta, pretendendo un rinvio per l’esame dei testi degli schemi di regolamento predisposti dall’Amministrazione.

Tutto questo non è avvenuto. Sui tre schemi di regolamento sulle superiori c’è stata discussione e confronto, e le Regioni non hanno fatto alcun ostruzionismo, assumendo con chiarezza posizioni contrarie o favorevoli e deliberando i pareri (non vincolanti) richiesti.

Entro una settimana, anche le commissioni parlamentari dovranno esprimere il proprio parere (i 30 giorni di tempo previsti dalla legge per pronunciarsi scadono tra pochi giorni). A quel punto mancherà soltanto, prima dell’adozione finale dei regolamenti da parte del Consiglio dei Ministri, il parere del Consiglio di Stato. Parere per il quale non dovrebbero esserci problemi.

Ai primi di dicembre le scuole, a poco meno di tre mesi dal termine delle iscrizioni del prossimo 27 febbraio, fissato in settimana dal Miur, potrebbero disporre dei nuovi regolamenti per la riforma da avviare dal 2010. Continua a leggere!

PANTALEO: NON AD UNA SCUOLA DIMEZZATA

01-11-2009
Nell'incontro già fissato per l'11 novembre dal Ministro Gelmini, le priorità devono essere: rivedere i tagli, dare prospettive di stabilizzazione ai precari, trovare risorse necessarie per il rinnovo dei contratti e un confronto vero sulla riforma della secondaria superiore.

Carriere e merito possono e devono essere valorizzati con soldi aggiuntivi e sono materie che vanno affrontate nell'ambito del rinnovo del contratto nazionale. Nella piattaforma elaborata e presentata dalla FLC Cgil sono contenute richieste precise.

Non siamo disponibili allo scambio tra il massacro della scuola pubblica con un po' di risorse per premiare pochi eletti magari individuati unilateralmente come previsto dal decreto Brunetta.

Non saremo mai un sindacato corporativo, ma saremo sempre un grande soggetto confederale che vuole difendere i beni pubblici e i diritti delle persone, a partire dall'occupazione e dal salario.

Il ministro Gelmini se vuole modernizzare il sistema d'istruzione deve rivedere radicalmente le sue politiche perchè, fino ad ora, hanno prodotto solo il peggioramento della qualità dell'offerta formativa e seri danni alle lavoratrici e ai lavoratori della scuola.

Osserviamo che si estende il fronte sindacale, riprendono vigore le mobilitazioni dei precari e degli studenti in difesa della scuola pubblica e, quindi, non è vero, come il Ministro Gelmimi afferma, che la FLC Cgil è mossa solo da un furore ideologico, come non corrisponde alla realtà dei fatti, nella sua dichiarazione del 31 ottobre, che i sindacati non hanno il coraggio di modernizzarsi. Piuttosto, il Ministro non affermi inutilmente che "La scuola deve essere il vero motore del Paese", se la gestione del suo Ministero va nella direzione del tutto opposta.

Roma, 1 novembre 2009 Continua a leggere!

domenica 1 novembre 2009

SFUMANO LE ULTIME SPERANZE DI STABILIZZAZIONE

Orizzonte scuola

Nella discussione sugli emendamenti relativi al DDL n.1790 (Legge Finanziaria 2010), la Commissione Bilancio ha ritenuto inammissibile l'emendamento del senatore Valditara sul prepensionamento dei docenti, che avrebbe potuto liberare 50.000 posti in due anni. Sfumano in questo modo i sogni dei precari.

INAMMISSIBILE

Dopo il comma 4, aggiungere i seguenti:

«4- bis . Il personale docente delle scuole statali che, entro il 31 gennaio 2010, con decorrenza dal successivo 1º settembre 2010, rassegni le dimissioni volontarie dall'impiego, può domandare di accedere al trattamento pensionistico di anzianità, in presenza di un'anzianità contributiva pari o superiore ad anni trentaquattro e di una età pari o superiore ad anni 59, di una anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e di un'età pari o superiore a 58 anni, oppure in presenza di un'anzianità contributiva pari o superiore a trentasei anni e di un'età pari o superiore a 57 anni, oppure, indipendentemente dall'età, in presenza di un requisito di anzianità contributiva pari o superiore a trentotto anni.

4- ter . Con decreto del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca sono determinati i criteri per l'accettazione delle domande di pensionamento fino alla concorrenza della cifra stanziata. Nell'ipotesi di mancata accettazione della domanda il richiedente può rimanere in servizio».

Conseguentemente, al relativo onere, valutato in 7 milioni di euro per il 2010, in 21 milioni di euro per il 2011 e in 14 milioni di euro per il 2012, si provvede mediante corrispondente riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente iscritti in tabella C. Continua a leggere!

RIORDINO DEGLI ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI

di Fabrizio DacremaMer
Il Ministero ha presentato alle parti sociali il percorso di attuazione del riordino dell’istruzione tecnica e professionale. È stata confermata la volontà di partire dal prossimo anno scolastico. Una decisone piuttosto improbabile visto che mancano ancora i pareri di fondamentale importanza (Conferenza Unificata Stato Regioni, Commissioni Parlamentari, Consiglio di Stato). Come tutto questo complesso percorso – non dimentichiamo le decisioni che dovranno prendere le Regioni per la nuova programmazione territoriale dell’offerta formativa - possa concludersi in tempi utili per le iscrizioni risulta un mistero per tutti.

Nonostante da più parti si chieda un ragionevole rinvio, il Ministero intende tirare dritto perché all’avvio della riforma al 2010 sono connessi rilevanti tagli alla spesa.
La disattenzione ministeriale nei confronti delle scuole e nei confronti degli studenti e delle famiglie, che dovranno scegliere senza supporto sufficiente di informazione e orientamento, evidenzia come non siamo più di fronte ad un rilancio dell’istruzione tecnica e professionale, ma ad una sostanziale riproposizione dell’esistente, peggiorato da una pesante riduzione delle risorse.
Ciò è confermato anche dalla tendenza in corso a frammentare i previsti 11 indirizzi dell’istruzione tecnica – limitati e ampi secondo l’originario progetto innovativo – attraverso l’introduzione di opzioni destinate ad aumentare considerevolmente gli indirizzi effettivi. Secondo lo schema di regolamento presentato dal Ministero sono già diventati 19: gli indirizzi originari sono scomposti e si aggiugono opzioni come automazione, chimica e biotecnologie ambientali e sanitarie, calzature. Ma da 19 potrebbero diventare 31 se venissero accolte le ulteriori 12 articolazioni opzionali proposte e attualmente al vaglio del Ministero. La tendenza è purtroppo chiara, l’azione dei diversi gruppi di pressione sta facendo rientrare dalla finestra delle opzioni quello che era uscito dalla porta di un riordino che doveva abbandonare la logica della professionalizzazione specifica, per formare professionalità ampie, fondate su una più solida formazione di base, culturale e professionale. I profili professionali rispondenti allo sviluppo dell’innovazione sono infatti caratterizzati da alta specializzazione e rapida trasformazione. Non servono pertanto specializzazioni precoci e profili professionali rigidi, perché non potranno durare immutati per tutta la vita lavorativa.

Un altro freno al rilancio dell’istruzione tecnica e professionale è rappresentato dalla rinuncia a costruire un biennio obbligatorio, unitario e orientativo, per tutta la scuola secondaria superiore. La riforma della secondaria della Gelmini ripropone una scelta a 14 anni tra percorsi di istruzione con identità molto definite (licei, tecnici, professionale) e tra istruzione e formazione professionale. Le scelte continueranno così ad essere in gran parte determinate dal rendimento scolastico/provenienza socio-culturale dei ragazzi alla fine della terza media: gli studenti con migliori risultati continueranno ad essere attratti dai percorsi liceali, riservando a quelli tecnico-professionali gli studenti con maggiori difficoltà.
Complessivamente siamo di fronte ad un progetto interrotto. Si è perso il legame con la politica industriale a favore dell’innovazione: il progetto del Ministro Bersani "Industria 2015" è definanziato e depotenziato.

È caduto il trattino – strategico per il rilancio unitario del settore tecnico-professionale - e i professionali sono confinati ad un ruolo residuale, depotenziato e scarsamente distinto dalla formazione professionale regionale (sussidiarietà e surroga). Stanno cadendo gli indirizzi "limitati e ampi", cui era connessa la riduzione di orario a 32 ore, tornano le terminalità troppo rigide e specialistiche. Si abbassa la formazione di base anche su discipline rilevanti per le diverse professionalità (perdono ore diritto, economia, lingua straniera). Si riducono gli orari dei laboratori con buona pace per la valorizzazione della didattica laboratoriale, per progetti e soluzione di problemi. Assente anche un piano di formazione dei docenti. È sempre più in ombra il nesso con i poli settoriali dove si dovrebbero programmare e realizzare i percorsi formativi per le professionalità specifiche richieste dai territori e dai settori, attraverso l’interazione con la formazione professionale, l’istruzione tecnica superiore, l’università e la ricerca.
Eppure il mondo del lavoro avverte con forza l’esigenza di percorso tecnico-professionali forti e qualificati, rispondenti alle esigenze di innalzare le competenze professionali delle persone e di sostenere il riposizionamento del nostro sistema produttivo nella direzione della qualità e dell’innovazione. Una parte delle imprese infatti sta innovando, si riorganizza e si internazionalizza, ma una larga parte del nostro sistema produttivo è in forti difficoltà, specie le imprese troppo piccole e con specializzazioni produttive tradizionali.

Stiamo così perdendo anche questa occasione di rilancio dell’istruzione tecnico-professionale per la stessa ragione per cui il governo galleggia sulla crisi; non ha alcun progetto su come tornare a crescere. Oscilla tra il protezionismo statalista di Tremonti e i rigurgiti neo-liberisti di Berlusconi, ma si rifiuta di affrontare i limiti strutturali del nostro sistema produttivo. Affrontarli significherebbe per il governo chiedere al proprio blocco sociale di riferimento di cambiare, ma questa è un’impresa a quanto pare impossibile per la destra populista italiana.
Il riordino dell’istruzione tecnico-professionale può ritrovare lo slancio innovativo solo con una diversa politica economica orientata all’innovazione e fondata sullo sviluppo della ricerca e l’innalzamento della qualità del capitale umano. Se avrà come riferimento non il sistema produttivo come è oggi – con competitività e produttività declinanti – ma come deve diventare, anche grazie allo stimolo che un sistema formativo più qualificato può offrirgli.
In un paese normale si potrebbe proporre al governo di fermarsi per confrontarsi con il mondo della scuola e del lavoro, per trovare un’intesa su pochi punti fondamentali con l’opposizione per non sprecare anche questa occasione…

Fabrizio Dacrema Continua a leggere!

ENTRO IL 15 NOVEMBRE PRESENTARE LA DOMANDA DI DIRITTO ALLO STUDIO

Ricordiamo a tutti i colleghi che il termine per presentare la domanda per i permessi per il diritto allo studio (150 ore) scade il 15 novembre 2009.

Può presentare domanda tutto il personale della scuola sia di ruolo che con contratto a Tempo Determinato. I permessi, se accordati, saranno fruibili nell’anno solare 2010 per un massimo di 150 ore (anche frazionabili tra più aspiranti). Per i docenti a T.D. i permessi sono proporzionali alla durata dell’incarico.

Il numero di permessi accordabili non può superare il 3% dell’organico (ex DPR n. 395/1988) su base provinciale.

Possono presentare domanda, con riserva, anche coloro che sono in attesa dell’attivazione di eventuali corsi universitari o per il sostegno. I permessi, se accordati, saranno fruibili una volta attivati i corsi.

Le modalità di fruizione e le priorità nell’accoglimento delle domande sono regolate dai contratti integrativi regionali: la ripartizione delle quote orarie destinate alla frequenza, agli esami, agli incontri con i docenti ecc. (con certificazione) ed eventualmente alle libere attività di preparazione agli esami o di stesura della tesi finale. Continua a leggere!