lunedì 28 febbraio 2011

Sconfiggere le menzogne

di Mila Spicola – Insegnante  e scrittrice
Dopo le accuse di corporativismo, di strumentalizzazione politica, di “fannullonismo” contro i docenti italiani, adesso è uscito allo scoperto: l’oggetto dell’odio del premier è la scuola statale come istituzione. Una rivoluzione ci sta tutta: è giunta l’ora di difenderci sul serio. Dobbiamo, tutti, difendere la scuola statale italiana dalle menzogne che la stanno sommergendo. Abbiamo bisogno di tutti voi.           (ipcaserta@gmail.com)
Abbiamo bisogno di un Benigni che davanti a venti milioni di italiani reciti con il suo splendido carisma: «Art. 33 L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato»; «art. 34 La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita».
Abbiamo bisogno di un’opposizione che, unita, metta la scuola in cima all’agenda politica e usi tutti gli strumenti parlamentari perché il premier ritiri (e parte le consuete smentite e i “fraintendimenti”) tutto quello che ha detto.
Abbiamo bisogno di testimonial che difendano la scuola statale, che possano rompere il muro dei media: scrittori, attori, cantanti, registi, che ci raccontino il brivido di quel giorno, a scuola, nel capire con che dolcezza si può naufragare nell’infinito del pensiero e della libertà umana. Questo giornale dà lo spazio e l’opportunità per farlo.
Abbiamo bisogno di tutti voi perché noi, gli insegnanti, in questi anni troppo spesso non siamo stati ascoltati. Abbiamo bisogno di donne e uomini consapevoli e informati, capaci di raccontare per intero la verità della scuola statale italiana tagliata e oltraggiata. C’è il perpetuo allarme del docente precario, ma ci sono anche masse di genitori preoccupati ai quali nessuno ha saputo dare voce.  (ipcaserta@gmail.com)
Il nodo centrale è l’attacco alla democrazia e al libero pensiero attraverso l’attacco alla scuola pubblica. Attacco proseguito negli anni inesorabile, con troppi complici. Etiam si omnes ego non. In quanti, rispetto all’indifferenza verso la scuola, hanno saputo dire: «Io no»?
«La scuola italiana non educa», dice il premier (e detto da lui suona grottesco, surreale). Ma cosa vuol dire educare? La scuola fascista aveva come obiettivo principe l’«educazione dei giovani». La scuola statale italiana repubblicana, gioiello di una civiltà avanzatissima, la nostra, istruisce, forma e prepara i cittadini di domani attraverso la trasmissione di un bagaglio di conoscenze, di cultura, il più ampio, corretto, plurale, libero (persino di criticare i maledetti comunisti). Istruisce alla conoscenza delle regole e dei pensieri. Tutti e per tutti. Al plurale, mai al singolare. E lo fa meglio delle private. (Dati Invalsi: senza i funesti risultati delle competenze degli studenti delle scuole private la scuola italiana sarebbe più in alto nella graduatoria europea). Metteteci nelle condizioni di farlo al meglio, non al peggio. Il ministro Gelmini ha approntato una riforma che riflette l’odio e non l’amore per la scuola. Su ufficiale ammissione del suo premier, è fallita miseramente. Si dimetta, allora, e cerchiamo di realizzare una vera riforma che vada incontro alle esigenze del paese intero e dei suoi ragazzi.
Continua a leggere!

mercoledì 23 febbraio 2011

PROVE INVALSI: OBBLIGO, SCELTA O OPPORTUNITÀ?

1 - IL QUADRO NORMATIVO:
Tutte le prerogative degli organi collegiali della Scuola sono pienamente vigenti, e non possono essere modificate da note e circolari ministeriali.
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
L’art. 3, comma 1, lettera b, della legge 28 marzo 2003, n.53 (che istituisce l’ Istituto Nazionale per la VALutazione del Sistema di Istruzione) assegna all’INVALSI il compito di effettuare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze ed abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche. Annualmente, poi, il Ministero affida, con Circolare “ad hoc”, gli specifici obiettivi di valutazione dell’anno scolastico in corso (per il 2010/2011 si veda la Direttiva n. 67, del 30 luglio 2010); successivamente, con una semplice Nota Prot. n 3813 AOODPPR /USC datata 30/12/2010 ma pubblicata l’11/1/2011 e rivolta alle Direzioni Regionali, il MIUR detta alcune modalità operative per la rilevazione annuale.
Nessuno degli atti normativi citati ha il potere di intervenire su altre norme vigenti, relative da una parte ai processi decisionali delle Scuole autonome, dall’altra agli obblighi di lavoro dei docenti, descritti nel CCNL.
Val la pena di ricordare che il Presidente dell’INVALSI, Piero Cipollone, ha scritto una lettera ai Dirigenti Scolastici in data 10 gennaio, per invitarli alla partecipazione. Nel sito web www.invalsi.it è possibile trovare i form attraverso i quali, ANNUALMENTE, le singole Istituzioni scolastiche si registrano.

2 - CHI DECIDE? CHI DOVREBBE DECIDERE?
Titolare delle delibere in ordine all’azione didattica ed educativa generale, comprendente anche i criteri e le attività di valutazione, è il Collegio dei Docenti.
Già da anni in molte scuole si “dà per scontata” l’adesione alle attività inerenti la somministrazione delle prove INVALSI; ma è davvero così?
Vediamo:
Sia la Carta Costituzionale (vedasi l’articolo 33 sulla libertà di insegnamento) che il Contratto Nazionale assegnano a ciascun docente piena autonomia professionale e didattica dunque indicazioni di qualunque tipo su attività didattiche di valutazione non possono avere alcun carattere imperativo.
Il Collegio dei Docenti è l’organo collegiale cui sono affidate, nel rispetto della libertà di insegnamento del singolo docente – costituzionalmente garantita – le competenze riguardo le scelte didattiche generali, gli indirizzi educativi, l’adesione ad attività d’Istituto ed infine la stesura e l’approvazione del principale documento - il POF – che riunisce tutte le determinazioni citate. Infatti, l’art. 7 comma 2 del Testo Unico sulla scuola prevede che “il collegio dei docenti:

a) ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto. In particolare cura la programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare.

b) Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente;

c) valuta periodicamente l'andamento complessivo dell'azione didattica per verificarne l'efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell'attività scolastica;

d) adotta o promuove nell'ambito delle proprie competenze iniziative di sperimentazione in conformità degli articoli 276 e seguenti”.

e) Inoltre, il regolamento sull’autonomia (DPR n. 275/99) prevede all’art. 4 c.4 :”Nell'esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale, Coordinandosi con le iniziative eventualmente assunte dagli enti locali in materia di interventi integrati a norma dell'articolo 139, comma 2, lett. b) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati

Inoltre:
 In base al comma 2, art 25 del D.L.vo n° 165/2001 il Dirigente Scolastico deve esercitare i propri poteri nel rispetto delle competenze degli Organi Collegiali e non ha quindi la possibilità di aderire alle prove Invalsi senza una delibera del Collegio dei Docenti che ne ha esclusiva competenza, visto che l’adesione ad attività di valutazione rientra tra le sue prerogative; accade piuttosto spesso la delibera del Collegio venga verbalizzata, anche se durante le sedute il tema passa “sotto traccia”, senza una vera discussione ed una specifica delibera.
 Intervenendo anch’essa in materie di competenza del Collegio dei Docenti, la Nota Miur del 30 dicembre 2010 risulta in evidente contrasto con il già citato art. 7 del Testo Unico, previgente, imponendo modalità di valutazione degli apprendimenti degli allievi e quindi prevaricando la progettualità del Collegio in un ambito che la norma attribuisce alla sua competenza. Pertanto gli insegnanti, in seno al Collegio, devono poter esprimere il loro consenso, o dissenso, alla adesione della scuola alle già citate attività. Qualora non sia previsto uno specifico punto all’O.d.g., se ne può richiedere l’introduzione, oppure convocare un collegio straordinario con la sottoscrizione di un terzo dei componenti.
 In conseguenza di quanto già detto eventuali decisioni unilaterali dei Dirigenti, in merito alla adesione alle Prove INVALSI, non possono avere alcuna automatica ricaduta sui doveri del personale docente.
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
3 - GLI IMPEGNI AGGIUNTIVI SONO DOVUTI?
Per definizione ciò che non è compreso negli obblighi di servizio previsti per i Docenti si configura come attività aggiuntiva (o lavoro straordinario) e in quanto tale non è obbligatorio.
Il contratto nazionale di lavoro descrive gli obblighi di servizio dei docenti negli articoli dal 26 al 29 e non prevede obblighi inerenti a questa tipologia di attività.
Poiché la somministrazione, la correzione e la tabulazione dei risultati delle prove Invalsi non rientrano in nessuno degli obblighi previsti dal Contratto nazionale, gli oneri che ne derivano non possono che essere attività aggiuntive:
- ogni attività aggiuntiva d’Istituto deve innanzitutto essere prevista dal POF, dunque essere approvata dal Collegio docenti;
- il lavoro straordinario è volontario e non può essere imposto con un obbligo di servizio;
- ogni attività aggiuntiva deve prevedere l’attribuzione di un incarico che definisca modi e tempi di svolgimento ed il relativo pagamento: a questo proposito è opportuno il coinvolgimento delle RSU di istituto sia nella fase decisionale – non si possono infatti prevedere pagamenti per attività non deliberate – sia in quella più specificamente contrattuale, nel determinare - in caso di approvazione dell’attività da parte del Collegio - quali e quante risorse saranno impiegate nella remunerazione di chi se ne occuperà..
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
4 - COME VALUTIAMO LE PROVE ED I LORO RISULTATI?
I Docenti della scuola italiana sono stati pressoché esclusi dal percorso che ha portato alla costituzione dell’INVALSI, dal dibattito su cosa e come sia opportuno valutare in modo “standardizzato”, sull’utilizzo dei dati ricavati dall’elaborazione dei risultati.
L’esigenza della definizione di alcuni standard comuni, e di una omogeneità nella valutazione e nella certificazione dei livelli acquisiti in uscita dai percorsi di istruzione, è sentita da più parti e soddisfatta nei paesi dell’area OCSE con diverse modalità, afferenti anche alle diverse architetture dei sistemi scolastici; di particolare rilievo il fatto che i titoli di studio rilasciati dal sistema di istruzione – statali, pubblici, privati – abbiano o meno valore legale.
Anche la comunità europea gioca un ruolo fondamentale, laddove fissa una corrispondenza tra titoli di studio e/o professionali dei diversi paesi necessaria per la libera circolazione al suo interno dei cittadini/lavoratori.
Nel nostro Paese, tuttavia, la strada percorsa sinora con la delega all’INVALSI della costruzione di un Sistema nazionale di valutazione suscita perplessità in ordine alla mancanza di organicità dell’impianto delle prove ed alla loro adeguatezza nel testare il raggiungimento degli obiettivi; proprio la mancanza di una ampia riflessione “preventiva” su COSA MISURARE e di un continuo riscontro con chi nella scuola opera ha fatto si che queste prove, soprattutto quelle destinate al primo ciclo di istruzione sembrino più ciò che l’alunno possiede come patrimonio individuale e sociale, piuttosto che ciò che ha acquisito come patrimonio di conoscenze e – se si vuole – di competenze nell’ambito del percorso strettamente scolastico. ( questi temi sono tra l’altro stati al centro del Convegno Nazionale “E alla fine cosa valutare? Slalom tra Conoscenze e Competenze” che la Gilda di Padova ha organizzato il 30 novembre 2010).
Entrando nello specifico, la sequenza delle prove INVALSI sperimentate ed utilizzate dal 2003 hanno fatto sorgere questi dubbi:
- i test INVALSI sono spesso risultati estranei o avulsi rispetto sia alle programmazioni previste nei POF delle singole scuole, sia rispetto alle indicazioni nazionali delle diverse discipline testate; il rischio è quello di una standardizzare dell'insegnamento, attraverso la “curvatura” delle scelte didattiche dei collegi docenti e dei singoli insegnanti alle richieste dei test, senza più tener conto delle caratteristiche del territorio, delle singole classi e dei singoli alunni, della diversità di stili e scelte metodologici, rischiando di ridurre drasticamente il pluralismo e la libertà d’insegnamento nella scuola.
- L’inserimento della valutazione obbligatoria della Prova nazionale INVALSI per gli Esami di Stato alla conclusione del Primo Ciclo di Istruzione, per fare un esempio, ha acquisito un peso rilevante rispetto alle prove predisposte a livello di Istituto, portando un evidente squilibrio nella determinazione della valutazione finale del singolo studente.
- Non risulta affatto chiaro come sarà elaborato il nesso tra risultati delle prove e situazione socio-culturale delle diverse realtà territoriali e dell’utenza dei singoli istituti, nonostante l’enorme massa di dati statistici che vengono contemporaneamente rilevati, in modo da far pensare quasi ad una “schedatura” degli studenti (la raccolta di dati “sensibili” iniziata lo scorso anno ha suscitato perplessità e preoccupazioni, tanto è vero che l’INVALSI ha recentissimamente dovuto emanare una “informativa” alle famiglie sul trattamento e la conservazione dei dati raccolti): la mancanza di chiarezza su questo punto rende le Prove INVALSI ancora inefficaci a descrivere le cause delle disomogeneità finora rilevate, e a consentire di approntare gli interventi necessari alla loro correzione.
- Il contenuto e gli elementi di valutazione connessi alle prove INVALSI risultano profondamente dissonanti con le altre forme di valutazione in uscita già presenti e praticate nelle scuole dei diversi gradi, alla luce delle Indicazioni Nazionali e delle istruzioni operative per gli Esami di Stato (valutazioni finali, certificazione competenze, esami di stato); esiste quindi un rischio concreto di divergenza tra i due contesti valutativi: come potranno essere utilizzati, in modo da garantire equità e trasparenza, i dati così acquisiti da INVALSI nella valutazione degli Istituti Scolastici o addirittura dei singoli Docenti?

Alla luce delle riflessioni e degli elementi sopra riportati invitiamo tutti i Docenti:
 a pretendere, nelle proprie scuole, il rispetto delle prerogative del Collegio dei Docenti in merito alle decisioni di carattere didattico generale ivi comprese le attività di valutazione d’istituto;
 a non dare per scontato di doversi accollare, ancora una volta, una incombenza in più, senza che chi la propone ne preveda anche il finanziamento;
 ad avviare un dibattito sull’opportunità di dare sempre più spazio a questo tipo di prove, volontà peraltro già espressa da Max Bruschi (consigliere del Ministro Gelmini, che vorrebbe addirittura sostituire “in toto” le prove scritte dell’Esame di Stato - 1° ciclo con prove tipo “INVALSI”), fondandovi una parte via via crescente della valutazione degli allievi, con il relativo rischio di appiattimento ad un modello di insegnamento del tipo “teaching to test”.
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
23 febbraio 2011
Gilda degli Insegnanti – Padova
Continua a leggere!

giovedì 17 febbraio 2011

PROVE INVALSI NO! NON SONO OBBLIGATORIE

 E' ufficiale, le prove Invalsi non sono obbligatorie!(associazione sotenuta dalla Compagnia San Paolo di Torino).  La notizia arriva dai membri dell'Economics Department dell'OCSE, durante un seminario TreeLLLe
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
Durante tale conferenza, è saltata fuori questa notizia, che logicamente conferma la nostra linea di pensiero, risparmiare sull'inutile e investire sull'utile. 
Nel caso specifico l'inutile sono le prove Invalsi che, fanno spendere migliaia di euro al ministero; l'utile è la cultura, l'istruzioni statale di qualità.
Investire con l'eliminazione di tali prove, in assunzioni.
Pare strana questa parola 'assunzioni' , quando tutti parlano di sprechi, anche lo stipendio al personale della scuola è uno spreco, secondo un illuminatissimo(?) ministro della pubblica istruzione italiana. 
A dire il vero, non ci pare che lavorare e pretendere uno stipendio sia uno spreco, non siamo d'accordo sul lavoro gratuito; d'altronde lo dice anche un articolo della Costituzione italiana.
Assunzioni immediate al posto dell'inutile INvalsi! Facciamo sentire la nostra voce a chi è ormai sordo!
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
Diciamolo anche ai politici che, spesso non sanno dove cercare i soldi, cerchiamo di dare consigli anche a questi politici al seguente sito:
http://www.bastico.eu/?p=11974,  
 
 
Continua a leggere!

sabato 12 febbraio 2011

PD CHIEDE LA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI

 ULTIM'ORA: GRADUATORIE BLOCCATE PER DUE ANNI:
http://www.repubblica.it/scuola/2011/02/12/news/beffa_supplenti-12378454/?ref=HREC1-9
 DI SEGUITO IL LINK A CUI POTETE COLLEGARVI PER LEGGERE LE DICHIARAZIONI DELLA BASTICO SULLA STABILIZZAZIONE PRECARI. PECCATO CHE COME AL SOLITO MANCA UNA PROPOSTA CONCRETA. PER TALI MOTIVAZIONI ABBIAMO POSTATO UN COMMENTO AL SEGUENTE INDIRIZZO,(http://www.bastico.eu/?p=11974) PER CHIEDERE CHIAREZZA E PER FAR SI' CHE VI SIANO PROPOSTE REALI,  ABBIAMO GIA' TROVATO DEI FONDI PER L'ASSUNZIONI DI MIGLIAIA DI PRECARI, MA NON BASTA, OCCORRE FERMARE I TAGLI E QUESTO NESSUNA FORZA POLITICA LO HA PROMESSO O ANCHE SOLO ACCENNATO. LA LOTTA CONTINUA.
http://www.bastico.eu/?p=11974
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527

La sentenza della corte costituzionale stabilisce in una materia tanto delicata che riguarda varie centinaia di migliaia di persone,quale quella delle graduatorie per l’insegnamento, un principio di uguaglianza e di valorizzazione del merito, ponendo fine ad un intreccio di norme poco trasparenti e inique con le quali il ministro Gelmini, dopo aver effettuato insostenibili tagli sulla scuola, ha cercato di governare il reclutamento degli insegnati.
Il Pd rilancia, di fronte alla necessità di rivedere tutte le graduatorie con conseguente caos, l’unica scelta di qualità, che peraltro non comporta costi aggiuntivi: la stabilizzazione del personale precario attraverso il piano di 100mila assunzioni, nel prossimo anno, norma contenuta in un nostro emendamento al decreto Milleproroghe, insieme alla proposta di rinviare la terza annualità di tagli contenuta nella legge 133.
Con protervia il ministro Gelmini ha continuato a non dare attuazione a svariate sentenze di tribunali amministrativi, che imponevano una diversa gestione delle graduatorie, anche con il ricorso a decreti legge, stessa tecnica che la maggioranza ha cercato di adottare anche per il prossimo anno attraverso un emendamento al Milleproroghe proposto e sostenuto fortemente nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali dalla Lega. Tale emendamento stabilisce il blocco totale delle graduatorie per un ulteriore anno e proroga la norma che metteva in coda gli insegnati provenienti da altra provincia a prescindere dal loro punteggio maturato per merito. Il Pd opponendosi all’emendamento ne ha ottenuto l’accantonamento. Ora la maggioranza, che è apparsa molto divisa su questa norma, deve prendere atto della sentenza e avanzare una proposta alternativa,dicendo finalmente, insieme con il governo, come intende effettuare il reclutamento dei docenti
POTETE CONTATTARCI AI SEGUENTI RECAPITI :
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
Continua a leggere!

venerdì 11 febbraio 2011

PRECARI UN ALTRO ANNO PER FARE RICORSO

Precari, un anno per fare ricorso
Un emendamento del Pd rimanda il colpo di spugna del governo che con il "collegato lavoro" prevedeva la scadenza del 23 gennaio come data ultima per impugnare il proprio contratto atipico davanti ai giudici. Si avrà tempo fino al 31 dicembre 2011.
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
Dal Senato arriva una boccata d'ossigeno per i precari. Nelle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio, in cui si sta vagliano il decreto "milleproroghe", è stato approvato ieri un emendamento del senatore Pd, Achille Passoni, che interviene sulla scadenza del 23 gennaio imposta dal "collegato lavoro" a tutti quei precari che avessero riscontrato irregolarità nei loro contratti a tempo determinato e avessero deciso di impugnarli. Quella scadenza viene cancellata e, sulla base dell'emendamento approvato ieri, spostata al 31 dicembre 2011. C'è dunque quasi un anno di tempo per riverificare le varie situazioni e decidere se ricorrere in giudizio...........
...............
Ovviamente, l'emendamento incide solo sulla situazione retroattiva, cioè quella già in essere al momento del varo della legge - e ha comunque bisogno dell'approvazione definitiva da parte delle Camere per entrare in vigore - ma non modifica il termine di sessanta giorni per l'impugnazione di tutti i contratti stipulati da qui in avanti. Un termine che resta ancora esiguo perché corrisponde proprio al periodo che intercorre tra la possibilità di avere il rinnovo del contratto e la fine del contratto stesso. "Il lavoratore alla scadenza del contratto spera che, dopo qualche mese, il datore di lavoro glielo rinnovi. Cosa questa che induce a non agire per vedersi stabilizzato il contratto da un giudice, ma di attendere nella speranza di un rinnovo" dice ancora Passoni.

L'allungamento dei termini fa comunque sperare alla Cgil di poter intervenire ancora sul Collegato lavoro. "Agiremo anche contro le altre norme sbagliate e incostituzionali come la certificazione, l'arbitrato di equità, l'apprendistato a 15 anni" specifica Fammoni.

Sul decreto "milleproroghe" che continua lentamente il suo iter al Senato (ma che deve essere approvato in via definitiva, quindi anche alla Camera, entro il mese di febbraio) pende però l'ipotesi di un maxi-emendamento del governo con apposizione della fiducia. Ma sia il dirigente della Cgil che il senatore Pd tendono a escludere che il governo possa rimangiarsi la novità dopo averla approvata in Commissione. "Se accadesse si tratterebbe di un vero golpe", dice Passoni.
Articolo in parte ridotto.
Continua a leggere!

mercoledì 9 febbraio 2011

I TAGLI INFINITI

red - 19.700 docenti e 14.176 Ata, questo è il bilancio previsto dal Ministero per la cura dimagrante imposta alla scuola italiana per l'a.s. 2011/12. In dettaglio i numeri per ordine e grado di scuola
Scuola di infanzia: organico invariato
Scuola primaria: - 9260 insegnanti
Scuola secondaria di I grado: - 1310 posti
Secondaria di II grado: - 8989 posti
Ata: - 14.176
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
Correttivi per la realizzazione dell'obiettivo:
  • innalzamento del rapporto alunni - classe di 0,1 unità
  • 27 ore settimanali nella primaria, con estensione del "maestro prevalente"
  • - 4700 docenti specializzate in inglese alla scuola primaria, sostituite dalle docenti "formate" dal Ministero con appositi corsi di 500 ore
  • riduzione dell'orario dei professionali da 34 a 32 ore
(da http://www.orizzontescuola.it/node/13531) 
INSERIMENTO A PETTINE!
red - La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l'art. 1, comma 4-ter, del decreto legge 25 settembre 2009, n. 134 (Disposizioni urgenti per garantire la continuita' del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010), aggiunto dalla legge di conversione 24 novembre 2009, n. 167.
Pertanto è stato illegittimo l'inserimento, per le graduatorie 2009/11, nelle graduatorie provvisorie di ulteriori province, in coda all'ultimo inserito e non a pettine in base al proprio punteggio.
Continua a leggere!

lunedì 7 febbraio 2011

Il ‘brunettismo’ applicato ai prof

di Marina BoscainoVogliono imporre alla scuola le logiche del pubblico impiego ignorando il contesto in cui ogni istituto opera e qualsiasi esigenza educativa
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
Qual è il rapporto tra blocco dei contratti, annullamento dell’integrazione degli “scatti” salariali, peggioramento parossistico delle condizioni di lavoro dei docenti e avvio della “meritocrazia”? Nessuno. Persino se si tratta di una meritocrazia di facciata, dal respiro breve e senza risorse, come quella contenuta nella bozza di decreto sulla valutazione degli insegnanti ideato al Miur, il contrasto tra frequente mancanza di requisiti indispensabili per lavorare con dignità e demagogia del progetto di premiare il merito a costo zero è eclatante. È ormai noto a tutti il   fallimento della “sperimentazione” sulla valutazione: la straordinaria compattezza dei collegi docenti ha bocciato il tentativo di lusingare comprensibili (dati i salari) appetiti economici. Non così urgenti, però, da approvare un piano mercantilistico basato su consenso delle famiglie, progetti attuati, giudizio di comitati impreparati, istigazione a creare cordate e guerre tra poveri, alla faccia della collegialità; e del contratto nazionale che, anche se si ostinano a non tenerne conto, è valido fino a dicembre 2011. Invece di ammettere la débâcle e studiare (attività che né Gelmini né i suoi scriba conoscono e praticano) un problema complesso   come la valutazione, ecco la soluzione dall’alto. Farraginosa, come sempre, poiché neanche i sindacati hanno un testo ufficiale: Gel-mini, Brunetta e Tremonti (triade che la scuola pubblica non dimenticherà) hanno non consegnato (come vorrebbero relazioni sindacali corrette), ma solo illustrato   la bozza di decreto che – indifferente al no della scuola – attuerà anche da noi la riforma Brunetta per misurare il merito nel pubblico impiego. Una procedura al solito indifferente al confronto su materie fondamentali e delicatissime, che può diventare tramonto di un’idea democratica di scuola o cappio a cui il governo rischia di impiccarsi: un ricordo per tutti, il concorsone di Berlinguer. Sedici articoli, a premiare solo il 75 per cento dei docenti di una scuola. Trasparenza di premio e premiati, con apposite documentazioni sui futuribili siti istituzionali, in attesa di un provvedimento ad hoc del ministero relativamente a “fasi, tempi, modalità, soggetti e responsabilità del processo di misurazione e valutazione della performance, nonché di monitoraggio e verifica” del suo andamento. Vengono definiti in modo perentorio procedure e principi (senza entrare nel merito del “cosa” valutare), sottolineando in maniera inequivocabile la pericolosissima operazione culturale e   politica del governo: ridurre la scuola – che ha natura inconfutabilmente autonoma, proprio per le caratteristiche del proprio mandato – a logiche del pubblico impiego. Misurare performance (sic!) di postini o impiegati ministeriali è altro da valutare attività di insegnamento, sottoposte a variabili tanto imprevedibili quanto le condizioni di contesto. Individuare modalità premianti formali significa ignorare (volontariamente) la centralità educativa propria della scuola. E dimostrare che la “sperimentazione” – sulla scia di tante tristi analoghe operazioni dei governi di centrodestra, di cui sono stati sapientemente occultati i risultati – è l’ennesima manipolazione mediatica cui tante volte abbiamo assistito. Lanciare e imporre il merito a prescindere dai risultati e persino dall’avvio di sperimentazioni che – come molti sospettavano – sono pura propaganda, è operazione autoritaria e demagogica. Le scuole possono ancora provare a ribadire il proprio no


Il Fatto Quotidiano - Domenica, 6 febbraio 2011 - pag. 14
Continua a leggere!

mercoledì 2 febbraio 2011

PRIVATIZZAZIONE NON SOLO LA SCUOLA, MA ANCHE L'ACQUA

Il governo, sta mettendo in campo gli ultimi decreti per chiudere il cerchio e far sì che la dittatura sia pienamente operante.
Privatizzare è la parola d'ordine, con l'obiettivo pubblicizzato di snellire la burocrazia, intanto possiamo già fare dei piccoli calcoli. Partiamo dalle poste italiane in parte privatizzate, ma in modo che nessuno se ne accorga, l'unico obiettivo tangibile che possiamo davvero toccare, sono i ritardi nelle consegne delle lettere, comprese pagamenti acqua, luce, gas, spazzatura etc. Chi potrebbe affermare che, che tutto va bene? Il disagio è sotto gli occhi di tutti. Si è partito dall'omettere i timbri sulle lettere, bollette etc, in modo da non poter dimostrare la nostra bontà nel pagare le bollette in ritardo. Anche in questo caso, ci limitiamo a fare spallucce e a pagare gli interessi di mora. Ora il governo,  si sta attivando per privatizzare l'acqua, nonstante siano state raccolte firme e stia per partire un referendum. L'acqua un bene che si dovrebbe avere gratuitamente, pensate ai paesi dell'Africa, a quante persone muoiono tutti i giorni per carenza di acqua, ora diventa anche in Italia un bene di lusso, ma non dobbiamo restare a guardare per favorire le multinazionali. Non possiamo permettere che, ci tolgano questo bene che la natura ci ha dato e solo in nome del profitto.
Caserta, è una realtà molto vivace nella lotta per questo bene prezioso, grazie anche al contributo di donne coraggiose che, hanno dedicato parte del loro tempo a questa causa comune. Il 4 Febbraio 2011, alle ore 18,00 in San Nicola La Strada presso la parrocchia Della Rotonda, ci sarà un incontro pubblico sul tema. Partcipiamo numerosi e  invitiamo anche altre persone. L'acqua non può essere trattata come un fatto privato.
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527
Continua a leggere!

martedì 1 febbraio 2011

CONVEGNO CESP A CASERTA

 ULTIM'ORA: LA GAE CONGELATA PER UN ANNO!
G i o v e d ì  3 Febbraio 2011
Istituto professionale   “E. Mattei” Via L. Settembrini - CASERTA
ORE 8,30 – 9,00
Registrazione partecipanti
Enrico MILANI, COBAS-scuola CASERTA
Introduce i lavori.
Biagio NARCISO , CESP- Campania
Storia e finalità del Sistema di Valutazione Nazionale.
Nando GOGLIA, docente scuola media NAPOLI
Criticità delle prove INVALSI di Italiano nella scuola media.
Tullio COPPOLA, docente I.P.S.S.C.T. “Europa” POMIGLIANO d’ARCO
Resistere agli INVALSI: aspetti normativi e sindacali.
Francesco AMODIO,v.Presidente CESP, già componente CNPI -Coordina i lavori. 
POSSONO PARTECIPARE TUTTI I DOCENTI, CHIEDENDO LA'UTORIZZAZIONE AL DIRIGENTE ANCHE IL GIORNO PRIMA. IL DIRIGENTE NON SI PUO' RIFIUTARE.
ipcaserta@gmail.com- cell.366/ 3119527-
Continua a leggere!