domenica 22 maggio 2011

IL SOSTEGNO AI PRIVATI

Agenzia Dire - Il Pdl apre ai privati per sostenere gli alunni disabili. Lo Stato ci mette quello che può, ma non è mai abbastanza. Così, con una proposta di legge presentata a palazzo Madama, i senatori Pdl Francesco Bevilacqua e Antonio Gentile aprono al ricorso ai privati. La legge è stata depositata a marzo e nelle prossime ore sarà discussa dalla commissione competente al Senato.
Il testo fa perno sull'autonomia scolastica: l'inclusione dei disabili, dicono i due senatori, deve collocarsi "in questa nuova logica". Insomma, le scuole devono pensare anche al fai-da-te. In quest'ottica "per superare le carenze e le disfunzioni" del sistema di assistenza ai disabili saranno le scuole a "dover coordinare l'insieme dei diversi servizi".
Realizzando progetti con "la collaborazione di privati". In particolare la legge, che si compone di due articoli, parla della "definizione di progetti" a sostegno dei diversamente abili, inclusa "la stipula di apposite polizze assicurative a carico dei soggetti privati per la copertura dei rischi correlati all?impiego di personale o di consulenti privati esterni alla scuola".
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venerdì 20 maggio 2011

"Ministro, mi chieda scusa"

 Da Orizzonte Scuola
prof. Anna Smeragliuolo Perrotta - 
Egregio ministro Maria Stella Gelmini, avrei tanti motivi per scriverle, poiché sono una precaria della scuola. Ma credo che mi spinga a scriverla soprattutto il bisogno di ricevere le sue scuse.
Proprio così. Lei mi dovrebbe delle scuse, poiché pur essendo abilitata col massimo dei voti nell’insegnamento del Latino e del Greco e riuscendo a raggiungere nel 2009 il ventisettesimo posto in una graduatoria ad esaurimento difficile come quella della provincia di Caserta, non lavoro da due anni, non essendo rientrata nel “salvaprecari” (poiché nell’a. s. 2008-9 ho lavorato per quasi duecento giorni, ma in due scuole diverse) e vedo lavorare colleghi che si trovano alla fine di questa graduatoria, in classi di concorso in cui non avrebbero dovuto insegnare. Mi dovrebbe le sue scuse, poiché non aggiornerò il mio punteggio e rimarrò indietro per i prossimi anni, senza la possibilità di un incarico.
In nome di cosa è stata creata questa ulteriore discriminazione tra docenti abilitati? Della continuità didattica, forse? Agli alunni, di certo, il salvaprecari non ha giovato. Ma nemmeno ai docenti, mi creda. Se fosse stato un provvedimento ispirato dalla reale intenzione di salvaguardare il posto di lavoro degli insegnanti colpiti dai suoi stessi tagli, avrebbe dovuto riguardare tutti i precari, non solo i più fortunati. L’unica cosa seria da fare a questo punto sarebbe, a mio parere, la revoca dei tagli all’Istruzione Pubblica.
Vale la pena aggiungere che sono una cittadina di sinistra, spettabile Ministro. Ma sa, ogni volta che sono entrata in classe non ho mai nemmeno lontanamente pensato di fare propaganda politica; non perché prevedevo che Gabriella Carlucci un giorno si sarebbe interessata agli insegnanti, ma perché è già previsto dalla Costituzione italiana che un docente non faccia propaganda politica ed io conosco molto bene quali sono i miei doveri e i miei diritti.
Eppure, non immagina quanti sono i professori che entrano in classe sbandierando le loro idee di destra e “giocando” a fare il saluto fascista. Anche nella mia città, Aversa, il sindaco (di destra!) è un professore, come sua moglie, eppure nessuno si è mai preoccupato che il suo bacino elettorale avesse potuto attingere dalla scuola e nessuno se ne preoccuperà mai, lo so bene. Come so bene che anche quest’anno le regioni più colpite dai tagli all’istruzione saranno le meridionali e sono consapevole che l’anno prossimo dovrò lasciare la mia famiglia per trovare lavoro (precario) in un’altra città che non mi vuole e in cui io non vorrei andare. Ecco l’estrema beffa per i precari meridionali: essere vittime di una politica che investe solo al Nord ed essere poi trattati con ostilità dalla stessa politica che li costringe a emigrare! Non basta essere danneggiati da un piano legislativo che taglia risorse al bene pubblico per destinarlo al privato!
Mi rendo conto che il suo compito è questo, esattamente come quello dei leghisti in Parlamento: tagliare i fondi al Sud. Quindi, credo che sia venuto il momento di smetterla di attribuire la decadenza della scuola pubblica alla politica dei Governi che l’hanno preceduta, perché ogni ministro prende su di sé la responsabilità di tutta la storia del Paese, senza scaricarla su altri: se un bravo insegnante ha degli alunni deboli nelle sue materie, se ne prende la responsabilità, indipendentemente dagli insegnanti che tali alunni hanno avuto in precedenza.
Ma nemmeno la storia del Paese sembra stia molto a cuore, né a lei, né al suo Governo. È evidente non solo dai vostri tagli alle Scienze (!) storiche, ma anche dalle vostre proposte di riordino delle classi di insegnamento: il Latino tende a sparire dallo Scientifico e, per dare spazio ai colleghi della classe A051 che perderanno la cattedra, avete proposto di separare le cattedre di Latino e Greco al Liceo classico, destinando i precari della A052 a non trovare più collocazione, a sparire. Immagino che lei consideri le lingue antiche un’amenità. Perché studiare Greco antico, del resto, se l’italiano è una lingua romanza? Glielo spiego in breve: perché la storia del Mediterraneo testimonia un mondo culturale bilingue (latino e, ancor di più, greco) durante i secoli in cui si formava la nostra identità. Perché l’Italia, per le stesse ragioni geografiche che oggi la mettono al centro della questione-immigrati e sbarchi clandestini, per essere cioè una terra che, a differenza dei suoi abitanti, si immerge senza paura nel Mediterraneo, è stata un centro privilegiato di scambi culturali che le hanno donato una storia culturale, originale, singolare, che in gran parte deve essere ancora approfondita. Ci sono altri, più adeguati rispetto a me, a tenere lezioni di Umanesimo e Rinascimento italiano, per cogliere l’influenza dei lirici greci in Leopardi o in Quasimodo, nella letteratura contemporanea e, quindi, non aggiungo altro.
Ma è venuto il momento, Ministro, che lei mi chieda scusa.
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domenica 15 maggio 2011

Scuola, ai precari negata l’assunzione per decreto

di Augusto Pozzoli - 13 maggio 2011  (ipcaserta@gmail.com)
I giudici del lavoro stavano riconoscendo il diritto al posto fisso per almeno 50 mila precari della scuola. Le prime sentenze erano già state emesse da alcuni tribunali che avevano ritenuto fondata la richiesta di vedersi trasformato in contratto a tempo indeterminato gli incarichi di supplenza su cattedre prive di titolari. Ora però il decreto legge sullo sviluppo recentemente varato dal governo vanifica anche questa prospettiva.
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“Il decreto-legge  in questione
– spiega il sindacalista Pippo Frisonecon sei commi all’art.9 , manda in soffitta le speranze e le aspettative dei precari. Erano infatti 50 mila gli insegnanti a spedire entro il 23 gennaio una raccomandata con l’impugnativa degli ultimi tre contratti, ritenuti illegittimi, in violazione della direttiva europea n.1999/70 nonché del dlgs. n.368/01. Sul tavolo del giudice del lavoro stava per abbattersi una valanga di richieste di trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, di ricostruzione della carriera, di risarcimenti. Un contenzioso che avrebbe comportato un onere a carico del bilancio del Miur ritenuto insostenibile e stimato ben oltre i 2 miliardi di euro. Un comma di legge, dunque, che di fronte al fatto di dover subire un salasso finanziario ha indotto il governo a ricorrere a un vero e proprio colpo di spugna alle speranze di decine di migliaia di insegnanti che aspiravano a una cattedra regolare.
Nello stesso decreto legge, peraltro, si definiscono altre importanti questioni per regolare il reclutamento degli insegnanti nei prossimi anni: sono riattivate le graduatorie permanenti con la possibilità di accesso degli iscritti a un’altra provincia, l’impegno dei prossimi assunti a restare almeno per cinque anni nella sede di nomina senza la possibilità di chiedere trasferimento o assegnazione provvisoria, ma soprattutto il piano di assunzione dei precari.
“Al comma 24 dello stesso decreto
– continua a spiegare Pippo Frisone -  è previsto un piano triennale(2011/13) di assunzioni a tempo indeterminato per docenti e Ata sulla base dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno, delle cessazioni e degli effetti della riform(leggasi esuberi). Il piano sarà annualmente verificato, eventualmente rimodulato, fermo restando il regime autorizzatorio in materia di assunzioni (vale a dire, decide Tremonti). Queste norme tagliano d’un sol colpo più della metà degli attuali precari sia da ogni ipotesi di assunzione in ruolo, sia da ogni sviluppo di carriera. Sono i precari nominati fino al termine dell’attività didattica (30.6) su posti disponibili solo in adeguamento d’organico, spezzoni orario, part-time , su posti di sostegno in deroga ecc… Si parla di 65mila assunzioni a tempo indeterminato . Ma nel decreto legge non si fanno cifre, si parla genericamente sui posti annualmente disponibili e vacanti”.
Insomma, per ora si tratta di un provvedimento di valore soprattutto propagandistico.  
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sabato 7 maggio 2011

DECRETO SVILUPPO: UNA VERA PRESA PER I FONDELLI

FONTE COBAS (ipcaserta@gmail.com)
Come atteso, la farsa e la presa in giro mediatica sono compiute. Incredibile come sia possibile stravolgere la realtà, utilizzando delle conferenze stampa e dei comunicati che altro non sono che una mistificazione dei fatti. Basta confrontare quanto propagandato da governo e ministro con il reale contenuto del Decreto sullo Sviluppo, per rendersi conto della presa per i fondelli perpetrata nei confronti dei precari della scuola.
Andiamo per ordine: l'obiettivo reale nei confronti dei precari è contenuto nei commi 19 e 20 dell'art. 9, una "interpretazione autentica" (e proprio perché sceglie fra le interpretazioni possibili quella "autentica", tale legge è retroattiva e dispiega i suoi effetti ex tunc, dal momento cioè in cui la legge oggetto di interpretazione è entrata in vigore, e non solamente ex nunc) che permetterà di aggirare ogni possibile ricorso, passato e futuro, per la stabilizzazione a t.i. dopo tre anni di servizio o anche solo per maturare anzianità di servizio prima del ruolo e per esigere quindi un qualsiasi risarcimento (da notare che, pur essendo il punto più significativo dell'intera parte dedicata alla scuola, in conferenza stampa e nel successivo comunicato è stato completamente ignorato).
Ma la ciliegina sulla torta arriva con il comma 24, quello sul piano triennale: cosa dice il comunicato stampa del Miur (cioè un articolo privo di firma e di nessun peso concreto)?
1) Si commenta che, con le decisioni assunte, addirittura si potranno accelerare i tempi finora previsti per l'esaurimento delle GaE, stimate in 7 anni per 250mila precari: già per smaltire 250mila docenti sul 50% dei posti riservati alle GaE in 7 anni servirebbe un ritmo di 35mila precari all'anno da GaE e cioè 70mila assunzioni complessive per anno! Questo incredibile provvedimento le accelererebbe addirittura, ipotizzando quindi dei contingenti nel triennio in esame di almeno 90-100mila per a.s. per tre anni! Siamo alle comiche.
2) Si scrive inoltre nel comunicato che nel triennio si faranno assunzioni a t.i. "su tutti i posti disponibili e vacanti in ciascun anno"; poi, con un abile giro di parole, si aggiunge che "nell'anno scolastico in corso i posti vacanti sono 67.000, di cui 30.000 insegnanti e 37.000 ATA", provando (e, a quanto pare, riuscendo) a illudere il lettore che le assunzioni in arrivo per il prossimo a.s. possano effettivamente riguardare simili cifre (si parla ovunque di 65mila assunzioni a settembre).
Peccato che il testo del Decreto sia di tutt'altro contenuto: in realtà si dice solo che, per permettere una migliore pianificazione degli organici annuali, il Miur definirà, di concerto con Tremonti e Brunetta, un piano triennale di assunzioni a t.i.; tuttavia tale piano sarà rimodulato annualmente e sarà comunque soggetto all'autorizzazione preventiva di Tremonti; in pratica: nulla di differente da quello che già avviene ogni anno per definire il contingente da autorizzare. Ma l'aspetto forse più subdolo sta in quella piccola differenza tra l'assunzione "su tutti i posti disponibili e vacanti in ciascun anno" riportata nel comunicato stampa e il "sulla base dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno" scritto nel Decreto sviluppo. Una differenza eclatante, che fa capire che, in realtà, in questo Decreto non si dice nulla di nuovo rispetto a quanto era già in essere. L'assunzione "su tutti" i posti vacanti è una pura chimera, venduta alla grande in clima di sciopero Cgil e di elezioni amministrative. Vi sorprende ancora che la Gelmini abbia espressamente chiesto al premier di non nominare la cifra delle assunzioni per il prossimo a.s. in conferenza stampa (limitandosi pertanto a parlare di "alcune decine di migliaia")?
Risultato dell'operazione mediatica? Andate a vedere da ieri pomeriggio cos'anno riportato tutti i quotidiani, i telegiornali, le agenzie d'informazione e perfino i siti delle organizzazioni sindacali... Andate a chiedere ai precari cos'anno capito di questo provvedimento anti-ricorsi, camuffato da panacea...
Ci sono ancora insegnanti precari che, sentita la notizia, attendono assunzioni per il corrente a.s., sulla base delle GaE attuali, integrate con il pettine dei ricorrenti e su 30mila posti (oltre ai 37mila per gli ata) e magari altrettante per l'a.s. 2011/12: ma le assunzioni saranno solo a fine agosto per l'a.s. 2011/12, attingendo alle nuove GaE, dopo cancellazione di tutti gli inserimenti a pettine avvenuti in questi giorni nelle province aggiuntive e di tutte le code e su un numero di posti che temiamo sarà alquanto inferiore a 30mila...
Ma nulla ci renderebbe più felici che l'essere smentiti dai fatti. Nella speranza che almeno le Ooss non accettino una presa per i fondelli così sonora (la Gelmini ha addirittura dichiarato che l'obiettivo di tutte queste nuove assunzioni su tutti i posti disponibili è stato raggiunto grazie a settimane di laboriosa trattativa con i sindacati...).
Per il momento, questo è quello che leggiamo, e di cui vi rendiamo conto.
 per info: ipcaserta@gmail.com

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Scuola: L'inganno delle assunzioni. Bastava il piano 2008

Gli annunci del Governo sulle migliaia di assunzioni nella scuola sono solo propaganda elettorale: nel decreto sviluppo non è indicata alcuna cifra, e comunque i 30mila docenti in tre anni annunciati a voce dal ministro coprirebbero a malapena i 29mila pensionamenti del primo anno (ipcaserta@gmail.com)

07/05/2011
l'Unità - ipcaserta@gmail.com
Francesca Puglisi - Responsabile nazionale scuola PD
 Gli annunci del Governo sulle migliaia di assunzioni nella scuola sono solo propaganda elettorale: nel decreto sviluppo non è indicata alcuna cifra, e comunque i 30mila docenti in tre anni annunciati a voce dal ministro coprirebbero a malapena i 29mila pensionamenti del primo anno! L'unica certezza per il prossimo anno scolastico è la terza tranche di taglidell'impietosa mannaia della legge 133/08 (19.700 insegnanti e 14.500 Ata in meno) e il calo di investimenti nell'istruzione fino al magrissimo 3,2% del Pil stabilito dal Def di Tremonti che ci metterà fuori dall'Europa. Assorbire i precari e non crearne mai più era il programma del governo di centrosinistra: un piano di emergenza per sistemare l'eredità della Moratti (ultimo concorso: Berlinguer 1999) in vista diun nuovo e più razionale reclutamento futuro. Quando nel 2008 il centrosinistra è caduto, solo metà dei 150mila docenti e 30mila Ata previsti erano stati assunti; poi il duo Tremonti-Gelmini ha bloccato il piano. Lega e PdL hanno cancellato più di 80mila insegnanti dall’organico senza bandire concorsi né varare nuove modalità di reclutamento. Tre anni di malgoverno e tagli hanno bloccato l’ingresso anche ai neolaureati là dove le graduatorie erano esaurite, producendo il paradosso, richiamato anche da Bersani, che nei prossimi 3anni, in 64 province, andranno esaurite le graduatorie di materie tecnico-scientifiche, proprio quelle in cui i ragazzi sono deboli nei raffronti internazionali. Non basta. Nel 2009 Gelmini ha varato un provvedimento incostituzionale; oggi i nodi vengono al pettine e i ricorsi potrebbero costare più del piano bloccato nel 2008. La Ministra parla di bidelli più numerosi dei carabinieri (ma le scuole sono più delle caserme) e di presidi che chiedono soldi alle famiglie (ma lei taglia fondi agli istituti), mentre la massa dei precari non diminuisce e ai giovani laureati è negato ogni diritto alla formazione e al reclutamento. Se la Gelmini non avesse interrotto il piano di assunzioni da noi previsto, quasi tutti i precari sarebbero ormai in ruolo e oggi potremmo pensare al futuro della scuola parlando di altro. È il blocco di quel piano che ha trasformato ogni discorso sulla scuola in un discorso sui precari. È il blocco di quel piano che ha trasformato la differenza fra «coda » e «pettine» in una questione di vita o di morte. È semplicemente impossibile riparare i cocci del Governo Pdl-Lega a risorse invariate. Senza una robusta ripresa delle assunzioni nella scuola e la ripresa del cammino di riforma avviato dal centrosinistra, qualunque soluzione sarà iniqua per qualcuno, e soprattutto sarà iniqua per la qualità della scuola statale e per l'Italia tutta.
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venerdì 6 maggio 2011

SCUOLA: BONANNI (CISL), 60 MILA ASSUNZIONI FRUTTO AZIONE SINDACALE

(AGENPARL) -SCRIVI A: ipcaserta@gmail.com
Roma, 05 mag - “Il piano per assumere 65 mila tra docenti e personale Ata nella scuola è frutto solo di una azione sindacale costante e di una paziente tessitura della Cisl, insieme a Uil, Snals e Gilda. Mentre altri continuano a fare iniziative di stampo politico nelle piazze insieme ai partiti, noi facciamo solo sindacato e otteniamo risultati concreti “. Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni commenta il piano di assunzione nella scuola varato oggi dal Governo. “ Il nostro modo di interpretare la funzione del ruolo del sindacato continua a pagare. Pur in condizioni difficili per i conti pubblici, si possono ottenere risultati efficaci per i lavoratori, con obiettivi sindacali concreti e non velleitari. Già lo scorso anno Cisl , Uil, Confsal e Gilda avevano ottenuto 16 mila assunzioni nella scuola. Ora siamo riusciti a convincere il governo a stabilizzare oltre 60 mila persone che saranno assunte a tempo indeterminato. Un risultato davvero straordinario, che va in controtendenza rispetto a tutti i paesi europei che riducono il numero del personale statale e le retribuzioni. C’è da aggiungere che da tanti anni non si facevano assunzioni nella scuola e quindi questo è motivo di ulteriore soddisfazione per la Cisl che ha sempre ricercato un dialogo ed un confronto con il Governo sul tema dei precari, senza percorrere la strada degli scioperi a catena o del populismo inconcludente”.
 http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20110505-scuola-bonanni-cisl-60-
mila-assunzioni-frutto-azione-
sindacale(ipcaserta@gmail.com)
(COMMENTO PERSONALE: BONANNI & COMPANY DIMENTICA CHE, LE ASSUNZIONI SONO SPALMATE SU TRE ANNI ED IN LINEA CON LA MEDIA DEGLI ULTIMI ANNI , OSSIA DEL GOVERNO BERLUSCONI. CARO BONANNI, DIMENTICHI PURE CHE NEI PROSSIMI ANNI CI SARANNO ALTRI TAGLI: DOV'è IL SUCCESSO SINDACALE? VERGOGNA!!!!!!!!) 
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martedì 3 maggio 2011

LAZIO: SCUOLA AI PRIVATI

Nel Lazio la scuola ai privati. Una legge tenta il ribaltone

Insieme ai servizi come i consultori familiari e la sanità, la Regione Lazio propone di affossare anche la scuola pubblica dando fondi alle famiglie per iscrizione in istituti privati
Ancora un affronto alla scuola pubblica. La proposta di legge presentata alla regione Lazio dai consiglieri della maggioranza Olimpia Tarzia (Lista Polverini) e Giancarlo Miele (Pdl) presentata come «Interventi per garantire la libertà di scelta educativa e formativa della famiglia», in realtà è un modo per finanziare le scuole private. Mentre il Lazio rischia di vedere tagliate circa 6mila cattedre, i sussidi regionali vengono dirottati ai privati. Una situazione che per i sindacati di base è inaccettabile poiché «Ci si sposta su presunti motivi di disparità e nel frattempo si affossa il sistema pubblico».

Togliere ai poveri per dare ai ricchi. «È assurdo. Con i tagli previsti a livello regionale - attacca Claudia Fuga, dell'Usb Scuola - e il depauperamento dei fondi per la scuola pubblica, questo provvedimento ricalca l'ottica governativa di mascherare (sotto forma di aiuti) la volontà di spingere i genitori ad iscrivere i propri figli negli istituti privati». I sindacati si scagliano contro l'idea di «togliere ai poveri per dare ai ricchi» ovvero levare il poco che esiste nel pubblico per metterlo nelle mani dei privati. Il disegno Tarzia-Miele propone infatti l'erogazione di «buoni scuola» per coprire le spese di iscrizione alle scuole non statali. Un intervento che, sostiene l'onorevole Tarzia, dovrebbe «garantire il diritto di libertà di scelta educativa dei genitori». Un'iniziativa che va esattamente nella direzione indicata da Berlusconi in una delle sue ultime uscite contro la scuola pubblica.
Morte al pubblico. Mentre la scuola pubblica rischia di affondare per sempre con il provvedimento presentato alla Commissione XIV del Consiglio regionale del Lazio - Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università, si intende «concorrere agli oneri che gravano sulle famiglie che vogliono iscrivere i propri figli in istituti scolastici privati». Nello specifico: «Le iniziative previste nel testo stabiliscono come destinatari le famiglie degli allievi - dice Tarzia - attraverso l'erogazione di buoni scuola finalizzati alla copertura, totale o parziale, delle spese per l'iscrizione e la frequenza ai corsi ordinari con l'intento di ridurre le disparità del gravame economico esistente». Un'affermazione che dovrebbe fare riflettere a fronte del fatto che, solo per quanto riguarda gli asili nido comunali, ogni anno, solo a Roma, almeno 6mila domande non vengono accolte per mancanza di personale, e quindi le famiglie sono costrette a rivolgersi a strutture private. Per non parlare poi dei costi dei servizi che, come denuncia la Usb, «sono stati schiacciati sotto i livelli sindacali minimi».
Libera scelta e finanziamento arbitrario. Il consigliere Tarzia, dopo l'attentato ai consultori pubblici, non arresta la sua battaglia per il finanziamento dei privati e difende la proposta di legge. «La scelta di emendare - fa sapere Tarzia - la vigente legge del 1992, ovvero la legge che disciplina l’attuazione del diritto allo studio nella nostra Regione, è coerente con la scelta di svolgere questa azione di supporto alle famiglie non in maniera sporadica ma sistemica, e la conseguente istituzione di un apposito capitolo di spesa dedicato al finanziamento del Buono Scuola costituisce una garanzia di tutela della libertà di scelta educativa non solo per il 2011, ma anche per gli anni a venire». Una «libertà di scelta già garantita», sottolineano dall'Usb Scuola: «Ci si sposta su presunti motivi di disparità e nel frattempo si affossa il sistema pubblico» conclude il sindacato.
(ami)2011-05-02 16:01:39
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