domenica 4 ottobre 2009

UN NUOVO BUSSINESS: I RICORSI

Dal CIP: abbiamo notato che, sul contratto di disponibilità a pag 3 dove c'è la dicitura CHIEDE, si chiede di scegliere tra varie opzioni, precisamente 4. Ciò che ci porta a riflettere sono il punto a) in codesta provincia, di inclusione nelle graduatorie d'istituto; e b) in codesta provincia, di inclusione nelle graduatorie ad esaurimento di appartenenza. Ebbene, si chiede di barrare una sola casella, ma se in alcune province non sono state ancora completate le operazioni di nomina dall'USP, quindi GAE; come si può attualmente operare una scelta? Per chi avesse suggerimenti, può inviare i commenti al nostro indirizzo mail.

LA STAMPA LOCALE SI OCCUPA DI PRECARIATO. E' uscito il numero di ottobre del mensile : "Fresco di Stampa", c'è un articolo con le foto, riguardanti il vostro e nostro sit-in del giorno 11 settembre 2009, un articolo. E' un mensile interessante e si trova in tutte le edicole della provincia.

Vi ricordo che stanno pervenendo nuove adesioni al nostro comitato, ciò ci rende più forti e rende più forte la lotta che tutti i precari si accingono a continuare per combattere questi tagli indiscriminati. L'adesione è gratuita e se riusciamo a raggiungere numeri elevati di adesioni, ci siamo prefissati un obiettivo che è quello di superare i duecento iscritti, in questo caso, stiamo pensando seriamente di avere un nostro legale che ci possa assistere.
cipcaserta@gmail.com

COMUNICATO STAMPA
Ricorso a pettine? Una farsa per spillare soldi ai precari.

Un fiorente commercio di ricorsi al Tar del Lazio:
un giro di centinaia di migliaia di Euro.
Si tratta della valanga di ricorsi presentati da vari avvocati, alcuni collegati ad un sindacato, tendenti ad ottenere l’inserimento a “pettine”, anziché in coda alle graduatorie ad esaurimento dei precari della scuola, docenti e non.
Dato che i ricorsi al Tar possono essere collettivi, basta chiedere una cifra modesta per la singola persona, qualche volta cento, qualche altra trecento Euro, per raccogliere, di fronte alla prospettiva di una immissione in ruolo o di almeno una supplenza annuale, migliaia di precari.
E’ chiaro che, per chi organizza i ricorsi collettivi, il giro d’affari diventa molto appetibile.
La legge aveva previsto che queste graduatorie dei precari della scuola, fossero appunto non più permanenti, ma “ad esaurimento”, consentendo che vi si potessero inserire solo quelli che stavano concludendo una procedura abilitante oppure quelli che stavano concludendo i corsi universitari abilitanti (SSIS e scienze formazione primaria).
Trovando un qualche cavillo nei decreti ministeriali attuativi, alcuni avvocati sono riusciti ad ottenere dei provvedimenti di sospensiva dal Tar del Lazio, in base ai quali, in attesa del giudizio di merito (potrebbero volerci anni), i ricorrenti verrebbero inseriti immediatamente “a pettine”.
C’è un piccolo particolare: i ricorsi sono stati presentati al Giudice sbagliato, e sono stati accolti solo perché l’Avvocatura dello Stato ed il Ministero sembrano non essersene accorti.
Infatti la Cassazione, a sezioni riunite, si è espressa più volte sulla materia ed ha stabilito, in maniera inequivocabile, che il contenzioso sulle graduatorie dei precari è competenza del Giudice ordinario e non del Tar.
L’ultima decisione della Cassazione è recente, 17 novembre 2008 e ne richiama anche un’altra del mese di febbraio 2008. I giudici della Corte suprema hanno infatti stabilito che non si tratta di una procedura concorsuale, mancando un bando, la procedura di valutazione, e un atto di approvazione finale che individui i vincitori.
Perché le avvocature dello Stato non hanno eccepito la competenza del Tar?
E’ mai possibile che non esista una “certezza del diritto”?
Per quale motivo da anni ormai (ricordiamo la faccenda del punteggio di montagna?) le norme sui precari vengono scritte con falle giuridiche che scatenano la guerra tra i poveri?
Perché i precari sono costretti a pagare delle vere e proprie tasse aggiuntive, prima arricchendo chi organizza i corsi on line ed ora anche gli avvocati?
La Gilda degli Insegnanti attende dal governo risposte chiare e conclusive entro pochi giorni.
Roma, 3 ottobre 2009
fonte Gilda

Nessun commento: