mercoledì 6 gennaio 2010

TAGLI E ANCORA TAGLI: NIENTE PREPENSIONAMENTI

CHI SI ILLUDEVA E SI ILLUDE ANCORA O SI E' FATTO ILLUDERE DA QUALCHE SINDACATO OTTIMISTA,POTRA' DEPORRE TUTTE LE BUONE ILLUSIONI IN UN CASSETTO E GETTARE VIA LA CHIAVE. NINTE PREPENSIONAMENTI, MA SOLO SUPER-TAGLI. AI TAGLI PREVISTI IL PROSSIMO ANNO, SI AGGIUNGERA' LA PERMANENZA IN SERVIZIO DEI DOCENTI CHE DI FATTO COMPIUTI SESSANT'ANNI DOVREBBERO ANDARE IN PENSIONE. TRANQUILLI NULLA DI TUTTO CIO' ACCADRA'; INFATTI IL GOVERNO LI HA PRECETTATI PER UN ALTRO ANNO. COME PREVEDIBILE: LA CATASTROFE OCCUPAZIONALE. L'EMENDAMENTO VALDITARA SUL PREPENSIONAMENTO, FATTO USCIRE AD HOC, IN OCCASIONE DI MANIFESTAZIONI E SCIOPERI, NEANCHE L'OMBRA. CREDETE ANCORA NEL GOVERNO? CREDETE ANCORA NEL MINISTRO CHE HA FATTO DELLA MERITOCRAZIA LA SUA BANDIERA'? VOGLIAMO CHIEDERE AL MINISTRO, COM'E' DOVENTATA MINISTRO COSI' GIOVANE? VOGLIAMO CHIEDERE AL MINISTRO IN CHE MODO E CON QUALI MEZZI HA MERITATO QUEL POSTO CHE OCCUPA?

(Apcom) - Sono in prevalenza insegnanti della scuola, in particolare maestre
d'infanzia e delle elementari, le 3.500 dipendenti statali che nel 2010, in
coincidenza con il compimento dei 60 anni, avrebbero potuto accedere alla
pensione di anzianità e che invece, per effetto della legge n. 102/09,
rimarranno 'bloccate' in servizio per un altro anno: il dato si evince
applicando alla stima pubblicata ieri dall'Istituto di previdenza dei
dipendenti pubblici le percentuali delle Ragioneria generale dello Stato, rese
note a metà dicembre, secondo cui risulta che nel 2008 il 48% delle donne
dipendenti della Pa apparteneva alla scuola.
Ciò significa, considerando anche eventuali discrepanze tra medie e numeri
reali, che almeno 1.500 dei previsti 3.500 dipendenti di sesso femminile
rimasti coinvolti nella 'stretta' (sui 6.000 complessivi che ne avrebbero
beneficiato se non fosse entrata in vigore la nuova legge voluta in tempi
record dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta) saranno unità di
personale Ata - amministrativo, tecnico ed ausiliario - che operano nell'ambito
scolastico, ma soprattutto docenti.
In prevalenza lo slittamento pensionistico al 2011 riguarderà le maestre
delle scuola per l'infanzia, dove solo lo 0,5% è rappresentato da insegnanti
uomini, e della scuola primaria, dove il 96% dei docenti sono donne. Sempre
sbilanciato, ma con percentuali meno macroscopiche, il rapporto negli istituti
secondari di primo grado (dove il 77,8% degli insegnanti è di sesso femminile)
ed in quelli di secondo grado (62,3% contro il 37,7% di sesso maschile).
Come tradizione, la presenza femminile nel settore scolastico, dove l'età
media dei docenti di ruolo risulta essere di 53 anni, è particolarmente
accentuata: a fronte di una percentuale media di donne, sul totale dei
dipendenti di ruolo nella pubblica amministrazione, pari al 55%, il dato nella
scuola si eleva di quasi 30 punti (sfiorando l'84%).
Considerando, poi, che nel comparto istruzione (dalla materna alle superiori)
operano quasi un terzo di tutti i dipendenti della Pa (1 milione e 100mila su
circa 3,5 milioni), si evince che il numero di donne lavoratrici della scuola
supera oggi la considerevole cifra di 900mila unità

1 commento:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu