mercoledì 27 gennaio 2010

RIFORMA SUPERIORI: APPRENDISTATO A 15 ANNI

di Alessandro Giuliani
Una approvata prima dell’approdo in Aula per il voto finale sul ddl, previsto per giovedì 28: sarà necessaria l'intesa tra Regioni, ministero del Lavoro e dell'Istruzione, sentite le parti sociali. Intanto il Pdl pensa a definire un monte orario minimo. Ma per opposizione e Ragioneria Generale dello Stato il provvedimento fa parte di un disegno che non conterrebbe la copertura economica.
Diventa un po’ tortuoso il percorso di approvazione della norma che permetterà di assolvere l’ultimo anno dell’obbligo formativo anche attraverso l’apprendistato: dopo la prima approvazione della settimana scorsa, il 26 gennaio l’emendamento Cazzola è stato di nuovo esaminato dalla Commissione Lavoro che ha approvato una modifica, proposta dall’opposizione, abbastanza importante che colloca la disposizione nella tipologia di apprendistato prevista dalla legge Biagi. Ciò significa che prima di vedere all’opera, in un’azienda i 15enni e classificarli come se stessero a scuola, sarà "necessaria" l'intesa "tra Regioni, ministero del Lavoro e ministero dell'Istruzione, sentite le parti sociali" prima di poter aprire la strada alla possibilità di assolvere all'ultimo anno di diritto-dovere di istruzione e formazione. L’approvazione di questo vincolo non cambierà molto la sostanza del provvedimento, destinato ad essere approvato, ma ne allungherà sicuramente i tempi di introduzione.
Intanto il Pdl sta "lavorando ad un ordine del giorno che indirizzi il Governo sul monte ore necessario, sufficiente, per assolvere l'obbligo di formazione nell'ambito dell'apprendistato", ha spiegato il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Silvano Moffa (Pdl).
Diversi rappresentanti dell’opposizione, e non solo, hanno invece espresso sull’emendamento Cazzola, come su tutto l’impianto di riforma contenuto nel ddl lavoro, un giudizio drastico chiedendone il rinvio di nuovo in Commissione Lavoro per un esame più approfondito. Pd, Idv e Udc, ma soprattutto la Ragioneria Generale dello Stato, hanno dato parere contrario a ben "15 articoli" del provvedimento perché non vi sarebbero le necessarie coperture economiche.
Per Amedeo Ciccanti (Udc), il ddl è "una gruviera che lascia aperti tutti i rilievi sulla scopertura. Questo provvedimento crea buchi nella finanza pubblica".
Stesso parere da parte di Pier Paolo Baretta (Pd), per il quale "si tratta di una forzatura metodologica e di merito - ha sottolineato - di fronte a un contrasto netto tra il ministero dell'Economia e il ministero del Lavoro, la commissione Bilancio ha dato un parere positivo senza aver approfondito le coperture e gli aspetti di merito".
Antonio Borghesi (Idv) ha definito "gravissima" la "spaccatura tra il ministero del Welfare e quello delle Finanze" e "che nell'esecutivo ci siano divergenze su un tema di fondamentale importanza come il lavoro è inaccettabile. Il governo faccia pace con se stesso".
Il via libera al ddl lavoro da parte dell'Aula della Camera potrebbe però arrivare già domani, 27 gennaio, anche se è più probabile che ciò avvenga il giorno dopo, giovedì 28. "Spero che domani o al massimo entro giovedì si possa chiudere", ha affermato il relatore, Giuliano Cazzola (Pdl) confermando in pieno la linea che considera il lavoro da apprendista ricco di valori istruttivi e formativi. Il provvedimento dovrà quindi tornare al Senato per l'approvazione definitiva.

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