domenica 22 agosto 2010

SCIOPERO DELLA FAME A PALERMO

E' UNA NOTIZIA CHE GIA' CONOSCEVAMO DA GIORNI. ABBIAMO ATTESO FIDUCIOSI CHE QUALCUNO INTERVENISSE, MA ORA LA SITUZZIONE DIVENTA GRAVE. I PRECARI CHE STANNO FACENDO LO SCIOPERO DELLA FAME, RISCHIANO LA VITA. UN APPELLO, ANCHE DA CASERTA FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VICINANZA. PORTEREMO LE VOSTRE TESTIMONIANZE DI AFFETTO A PALERMO E CON L'AIUTO DI TUTTI COSTRINGERE IL GOVERNO AD AMMETTERE UN FALLLIMENTO: LA RIFORMA. IL NOSTRO INDIRIZZIO: ipcaserta@gmail.com

Palermo, 22 Ago. Da giorni, a Palermo, tre precari della scuola stanno portando avanti lo sciopero della fame in attesa di un incontro con il Presidente della Regione Lombardo e con il prefetto Caruso. Uno di loro e’ cardiopatico ed avendo interrotto l’alimentazione non può assumere i farmaci che gli permettono di vivere. E’ stato ricoverato questa mattina in serie condizioni.
L’opinione pubblica, tra ferie e giornali asserviti al potere, sembra non percepire il dramma di queste tre persone e di tanti altri che come loro sono costretti a gesti estremi per avere voce. Unica istituzione ad aver mostrato interesse per la questione il prefetto di Palermo, che ringrazio anche a nome di Italia dei Valori, sicura che continuerà ad occuparsi di questa vicenda”.
Lo afferma Sonia Alfano, europarlamentare di Italia dei Valori, che già qualche giorno fa aveva lanciato l’allarme.

“Dato che in Italia l’opposizione al governo piduista che vuole ridurre la popolazione al più totale analfabetismo viene volutamente lasciata interamente all’Italia dei Valori -prosegue Alfano-, noi lanciamo una proposta ai precari di tutta Italia. Sarebbe bene che la protesta fosse unitaria, a livello nazionale, e che coinvolgesse i precari di tutti i comparti lavorativi a prescindere dalle sigle sindacali di appartenenza e dal colore politico. Bisogna unirsi sulle idee per superare il momento di vuoto politico che da anni sta devastando il Paese -sottolinea Alfano-, e invece si continuano ad alimentare divisioni che servono soltanto a mantenere questo stato di cose. Bisogna dimostrare che i precari italiani non sono un numero esiguo e che senza di loro, che rappresentano il polmone del Paese -conclude- l’economia italiana non potrebbe che affondare ulteriormente”.

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