sabato 22 maggio 2010

I DOCENTI NON HANNO DIRITTO DI PAROLA PENA LA PERDITA DELLO STIPENDIO

Il Direttore dell'USR dell'Emilia Romagna chiede omertà sulla Riforma fatta "a pene di veltro"
Da:http://www.idocentiscapigliati.com/2010/05/shhhhh-silenzio-un-invito-allomerta.html

La scuola pubblica è morta. Non sta morendo. È morta.
Non ci interessano le colpe, i vizi o le virtù di questa squallida storia.
Guardiamo i fatti: il bavaglio va di moda e il Governo sta adattando, come ha scritto proprio oggi Guidoni, lo schema del "sistema sanità" alla scuola pubblica. I risultati?
Una tragedia senza precedenti, nonostante le frasi del ministro dell'istruzione dipingano cielo sereni, tempi pieni e aumenti pro-presidi che sanno tanto di leccaculismo di scambio.

Capita oggi che il direttore dell'USR dell'Emilia Romagna, con una circolare risevata, inviti i dirigenti degli USP a stare attenti a parlare con i giornalisti e a non far circolare all’interno della scuola o distribuire alle famiglie documenti nei quali si esprimono posizioni critiche.
Non ci interessa andare nel dettaglio, l'on. Manuela Ghizzoni e Mariangela Bastico (PD) lo hanno fatto meglio di noi.
Si sappia che una tizia con gli occhialini da porno B-movies è libera di sparate cazzate ogni santo giorno, come pure il direttore di Avvenire che ci vorrebbe convincere che la scuola privata è pubblica. E noi? E chi pensa che questa Riforma, a conti fatti, sia il prodotto di una riflessione "a pene di veltro"?
Dove si deposita la nostra protesta?
La nota di Limina non è affatto piaciuta alla Flc-Cgil che parla di «bavaglio» e chiede le dimissioni del direttore dell’Usr dell’Emilia Romagna.
Nella lettera, osservando che spesso si leggono sulla stampa «dichiarazioni rese da personale della scuola, con le quali si esprimono posizioni critiche, con toni talvolta esasperati e denigratori dell’immagine dell’Amministrazione di cui lo stesso personale fa parte» si ricorda che esistono specifiche disposizioni normative e contrattuali che impongono ai dipendenti pubblici di «astenersi da dichiarazioni o enunciazioni che in qualche modo possano ledere l’immagine dell’amministrazione pubblica e di rapportarsi con i loro superiori gerarchici nella gestione delle relazioni con la stampa».
Si invitano perciò i dirigenti degli uffici scolastici a «sensibilizzare il personale della scuola sul corretto comportamento da tenere con gli organi di stampa».
Dura la reazione della Cgil. «Il direttore dell’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna ritiene che ilavoratori e le lavoratrici della scuola non possano esprimere a mezzo stampa 'posizioni critiche' nei confronti di un Governo che sta smantellando, con tagli indiscriminati, la scuola pubblica e ancora, ritiene 'improprio' che gli stessi lavoratori indirizzino ad alte autorità politiche appelli, richieste o altro per rappresentare la gravità della situazione. Questa comunicazione – afferma il segretario generale, Mimmo Pantaleo -è inaccettabile e illegittima. Rappresenta una gravissima lesione alla libertà di manifestazione del pensiero e il tentativo di mettere il bavaglio alle legittime proteste dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola, tra l’altro alla vigilia di una manovra che si prefigura pesantissima per l'occupazione e le retribuzioni dei dipendenti pubblici. L'unica risposta che attendiamo – conclude Pantaleo – è il ritiro immediato della nota e le dimissioni del direttoredell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna».

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