I tagli fatti alla scuola statale, assumono sempre più dimensioni catastrofiche. Nessuno rimarrà immune da tale distruzione: i docenti di ruolo, i precari, le famiglie e gli studenti.
SALVO INTRAVAIA
Oltre 8 mila soprannumerari, si chiamano in questo modo i docenti di ruolo che restano senza cattedra, e quasi 17 mila supplenze in meno. Ecco il bilancio definitivo degli interventi della Gelmini sul personale della scuola italiana. I calcoli li ha fatti la Flc Cgil dopo che la complessa macchina ministeriale ha completato le più importanti operazioni riguardanti i docenti: pensionamenti e trasferimenti.
L'ultimo verdetto arriva all'indomani dei trasferimenti della scuola secondaria di primo grado: quasi 2.500 docenti in esubero e oltre 10 mila supplenze in meno. E le immissioni in ruolo richieste al collega dell'Economia, ormai diverse settimane fa, dal ministro dell'Istruzione? E che fine hanno fatto i “contratti di disponibilità”, a favore di altrettanti precari, che nel corso del 2010 avrebbero dovuto salvare dalla bancarotta migliaia di famiglie? Su tutti e due i fronti nessuna notizia e i tempi stringono.
Il bilancio fatto dalla Cgil, almeno per quello che riguarda i docenti, può considerarsi definitivo. Sugli Ata la mazzata da 15 mila posti (in meno) farà saltare nel 2009/2010 altrettanti supplenti. Ma niente sovrannumeri, almeno. Il tutto, assume proporzioni preoccupanti al Sud: dove verranno cancellate da 7 a 10 mila supplenze, l'equivalente di quattro/sei stabilimenti Fiat di Termini Imerese. La Cgil preferisce parlare di licenziamenti, in quanto parecchi supplenti che dal prossimo settembre rimarranno a casa senza lavoro e stipendio non sono di primo pelo. Hanno intrapreso la carriera di insegnante diversi anni fa e accumulato anni di contratti a tempo determinato, con la legittima aspettativa, sancita anche dalla normativa vigente, di entrare di ruolo: si trattava di aspettare un po' di anni. Ma le regole adesso sono quelle riscritte dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. E quasi tutte le porte per i precari sono sbarrate.
La notizia che sta tenendo col fiato sospeso decine di migliaia di precari riguarda proprio il taglio delle cattedre: 10.580 alla media e 6.245 al superiore. Cui vanno aggiunti quelli che salteranno al Sud nella scuola primaria, dove i pensionamenti non sono riusciti a tamponare la situazione. Infatti, a mitigare l'impatto della “riforma” della scuola hanno contribuito i 41 mila pensionamenti che hanno liberato altrettanti posti. Ma in parecchie realtà del Paese la coppia Tremonti-Gelmini ha tagliato più di quanto non sia rimasto vacante: azzerando le supplenze e creando migliaia di sovrannumerari.
Per questi ultimi il futuro è particolarmente incerto. Si tratta di insegnanti di ruolo che dopo anni di onorato servizio si ritrovano senza cattedra. Tra agosto e settembre saranno convocati dai dirigenti degli Uffici scolastici provinciali (gli ex provveditorati) e saranno invitati a scegliere le cattedre rimaste libere, anche per un solo anno. Dovranno accontentarsi di spezzoni di cattedra (cattedre inferiori alle 18 ore settimanali) o ritorneranno a disposizione delle scuole per coprire le supplenze. Per almeno un anno verranno sballottati dove serve a fare i tappabuchi. E quando la riforma, fra qualche anno, entrerà a regime il loro numero potrebbe anche aumentare. Perché, nel frattempo, l'età pensionabile verrà innalzata e non sarà più possibile neppure questa soluzione.
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