mercoledì 30 marzo 2011

ASSUNZIONI: UNA PRESA IN GIRO

Ipotesi di assunzione per 65 mila precari
in quattro anni. Dov’è la novità?
da Tuttoscuola,  30.3.2011

 ( La piazza del sapere
Martedì 5 aprile 2011alle ore 17.30
Caserta, La Feltrinelli , Corso Trieste 154
Paola Broccoli
 presenta il libro di
Luisa Cavaliere
         ANTICORPI
LIGUORI EDITORE
                  Con l’autrice intervengono
   Doralisa Barletta
Tiziana Carnevale
Marilena Lucente
 Saluti
  Pasquale Iorio
Sarà presente l’editrice Marisa Liguori
   NFO: UFFICIO STAMPA LIGUORI EDITORE 0815751272 - stampa@liguori.it
SEGRETERIA La Feltrinelli, 0823-279090

ipcaserta@gmail.com
Organi di stampa nazionale riportano oggi alcune notizie ufficiose relative al piano straordinario di immissione in ruolo del personale scolastico precario che il Miur starebbe valutando per fronteggiare la probabile ondata di ricorsi dei precari con almeno tre anni consecutivi di servizio sulla stessa sede.
La sentenza del tribunale di Genova che ha riconosciuto ad una quindicina di precari, docenti e Ata, il diritto ad un compenso forfetario di 30 mila euro, si tradurrebbe in un esborso pari a quasi 2 miliardi per compensare i circa 65 mila precari che, sempre secondo calcoli ufficiosi del Miur, ne avrebbero diritto, in quanto confermati per almeno tre anni nella stessa sede. Si penserebbe, quindi, ad una immissione in ruolo di questi 65 mila, da effettuarsi nell’arco di 4-5 anni, per evitare altri ricorsi.
In attesa di accertare la fondatezza della notizia, sono possibili alcune considerazioni.
Prima di tutto è da accertare se questi 65 mila sono anche ai primi posti delle graduatorie in cui sono inseriti; in caso diverso aumenterebbe il numero delle immissioni in ruolo oppure verrebbe assunta soltanto una quota degli ipotizzati 65 mila.
In secondo luogo potrebbe capitare che nell’arco di 4-5 anni vi siano nuovi precari che maturano i tre anni consecutivi di servizio; il tutto diventerebbe una storia senza fine.
C’è una considerazione conclusiva. 65 mila immissioni in ruolo nell’arco di 4-5 anni vogliono dire una media di 13-16 mila assunzioni a tempo determinato all’anno.
Dove sta la novità o l’intervento straordinario?
Negli ultimi tre anni vi è stata questa successione di nomine in ruolo: 25mila docenti e 7mila Ata nel 2008/09 per un totale di 32 mila assunzioni; 8mila docenti e 8mila Ata nel 2009-10 per un totale di 16 mila assunzioni; 10mila docenti e 6.500 Ata nel 2010-11 per un totale di 16.500 assunzioni.
La media annua dell’ultimo biennio è stata di 16.250 nomine, pari, cioè, alla previsione media di cui si parla per i prossimi anni. Non vi sarebbe, quindi, nulla di eccezionale e straordinario.
Se il confronto tra la previsione e il passato dovesse riguardare invece la media di assunzioni dell’ultimo triennio (21.500 immissioni all’anno), l’intervento straordinario di cui si parla sarebbe inferiore a quanto già fatto.
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lunedì 28 marzo 2011

PRECARI DI BOLOGNA CONTRARI ALL'INSERIMENTO A PETTINE

BASTA CON I CAMBI DI ROTTA! PRETENDIAMO REGOLE CERTE! NO ALL’INSERIMENTO A PETTINE NELLE GRADUATORIE! 
ipcaserta@gmail.com - indirizzo mail-
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha accolto i ricorsi dei precari organizzati dall’ANIEF riguardo all’inserimento a pettine nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, il Gruppo Precari FLC di Bologna PRENDE ATTO DELLA SENTENZA che dichiara illegittime, dal punto di vista costituzionale, le code previste dal 2009. Il Coordinamento Precari Bologna FLC ribadisce con forza che le graduatorie ad esaurimento, chiamate così in occasione dell’ultimo inserimento per il biennio 2007/09, devono rimanere blindate ed essere destinate, appunto, all’ESAURIMENTO, senza il cambio di provincia se non in coda nei successivi aggiornamenti. Ciò per non LEDERE I DIRITTI ACQUISITI DAI LAVORATORI che hanno costruito un progetto di vita ed hanno affrontato sacrifici enormi, nel rispetto della Legge 296/2006. In quell’occasione il Governo ha chiesto a tutti noi precari di FARE UNA SCELTA che avrebbe condizionato la nostra vita, una scelta fatta non solo dalla speranza del ruolo, ma anche dalla volontà di dare e assicurare continuità didattica alla scuola e al territorio. Qualsiasi inserimento a pettine provocherebbe un danno agli interessi di molti precari della scuola che stanno lavorando al nord pur essendo meridionali, innescando una inutile GUERRA TRA POVERI, visto che il 60% dei docenti inseriti nelle GaE è costituito da insegnanti meridionali le cui speranze di ottenere una supplenza si sono notevolmente ridotte in conseguenza dei tagli eccessivi voluti dal governo con la L. 133/2008 e da un numero esiguo di immissioni in ruolo. I PRECARI DELL’FLC-CGIL DI BOLOGNA DICONO NO A QUESTO ENNESIMO CAMBIO DI ROTTA!!!!! CHIEDIAMO · BLOCCO DELLE GRADUATORIE E NORME CHIARE PER LE GaE · SUPERAMENTO DELLA DIFFERENZA TRA ORGANICO DI DIRITTO E ORGANICO DI FATTO, CHE TENGA CONTO DELLE ESIGENZE DEI SINGOLI TERRITORI; · RITIRO DELL'ULTIMA TRANCHE DI TAGLI; · STABILIZZAZIONE DI TUTTI I PRECARI SULLA BASE DELL PROPOSTE CONTENUTE NELL'OPERAZIONE 100MILA CHE LA FLC-CGIL HA LANCIATO. Come sempre saremo in prima fila anche in questa battaglia e faremo sempre sentire le nostre voci in ogni sede, istituzionale e non. 
Coordinamento Gruppo Precari FLC-CGIL Bologna      http://www.flcgilbologna.it/scuola/wp-content/uploads/2011/03/documento-precari-marzo-2011.pdf Continua a leggere!

lunedì 21 marzo 2011

NUOV FORME DI RECLUTAMENTO E PROVE SOLO PER I DOCENTI MERIDIONALI

http://www.orizzontescuola.it/node/14533
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All'incontro con i precari del Movimento precari No pettine di Prato, organizzato da Lega Nord Toscana, il sen. Pittoni svela il contenuto del piano, finora segreto, per privilegiare i docenti precari del Nord.
Il piano segreto consisterebbe in test di valutazione per accertare che i titoli acquisiti dai meridionali siano meritati. Perchè è questo il punto su cui insiste l'On. leghista, i titoli dei docenti meridionali non sono stati conseguiti con merito e, in quanto meridionali, questi docenti qualche inganno lo hanno pur commesso. Tutto sta nell'indagare. Senonchè, ad indagare bene, a quanto pare, le carte false non hanno confini se è vero quanto riportato dalla "Tribuna" di Treviso circa una donna Trivigiana che avrebbe falsificato i documenti per iscriversi in graduatoria per ottenere un posto da docente o un ruolo da bidella in una delle scuole della provincia.
Nessun cambiamento, sembrerebbe, per quanto riguarda le graduatorie provinciali, che rimangono. Ma il senatore propone un doppio canale con la creazione di una graduatoria " regionale a gestione provinciale", "nuova creatura" che non è stata svelata del tutto, ma che sostituirà le GM e che odora di albo regionale cui accedere tramite prova. Ovviamente l'arruolamento prevederà una ripartizione 50 e 50 tra le due liste, con possibilità, per i precari storici delle GaE, di iscriversi in entrambe le graduatorie.
Lasciamo allo stesso Pittoni l'onere di spiegarsi, attraverso le dichiarazioni rilasciata a Miriama Monteleone e riportate in http://iltirreno.gelocal.it
"La proposta che ho presentato andrà a rivedere quei meccanismi fino ad oggi "rimaneggiabili" di attribuzione dei punteggi. Al Sud, dove i posti di lavoro sono inferiori, molti docenti tramite insegnamento in scuole private e finti titoli comprati online, risultano avere molti più punti dei docenti di altre regioni e potenzialmente con il pettine potrebbero superare chi fino ad oggi ha investito su una provincia».
«Prometto una graduatoria in grado di filtrare i meriti- aggiunge il senatore della Lega- magari imponendo un test di valutazione per verificare i punteggi dichiarati, appositamente redatto da commissioni territoriali. Resteranno le graduatorie provinciali e una regionale a gestione provinciale».
indirizzo mail: ipcaserta@gmail.com
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venerdì 18 marzo 2011

PROVE INVALSI ANCORA PROBLEMI

Il giallo delle prove Invalsi scricchiola il "sistema Gelmini"
(prima di leggere quest'articolo, anzichè chiedersi se le prove invalsi sono obbligatorie o meno, occorre chiedersi: quanto costano? E soprattutto rifiutarle in nome delle assunzioni e del risparmio. ipcaserta@gmail.com)
Le prove per testare il livello di preparazione degli alunni italiani in programma a maggio, ma restano i dubbi sulla loro obbligatorietà e i Cobas hanno lanciato una campagna che le contesta. I dubbi dell'avvocato dello Stato
di SALVO INTRAVAIA
 Giallo sulle prove Invalsi, in calendario dal 10 al 13 maggio prossimi, le prove che testano il livello di preparazione degli alunni italiani. Sono obbligatorie o le scuole possono decidere di non farle? Egli insegnanti sono obbligati a somministrare i test? Dopo la lettera dell'avvocato dello Stato, Laura Paolucci, e la presa di posizione dei Cobas, la questione è tutt'altro che chiara. E le prove Invalsi, che per la prima volta diventano obbligatorie anche al superiore, rischiano di naufragare. I presidi delle scuole superiori si riuniscono, si chiamano e si interrogano sul da farsi. Alcuni chiedono al collegio di esprimersi in merito, altri inviano circolari perentorie: sono obbligatorie e occorre svolgerle. Ma come stanno in effetti le cose? 

Le scuole hanno l'obbligo fare svolgere agli alunni delle scuole elementari (seconda e quinta), medie (prime) e superiori (seconda) le prove predisposte dall'Invalsi annualmente, ma gli insegnanti della scuola non hanno nessun obbligo di somministrare i questionari, di compilare le relative schede, né tanto meno di sorvegliare le classi durante lo svolgimento delle prove. Si tratterebbe, per i docenti, di lavoro straordinario che il capo d'istituto dovrebbe trovare il modo di retribuire con un compenso a parte. Se tutti i docenti a maggio si rifiutassero di "collaborare" con l'Invalsi, con quale personale potrebbe assicurare lo svolgimento delle prove il dirigente scolastico?

Ma c'è di più: le scuole non hanno fondi da distribuire per un'attività che non è contemplata nel contratto di lavoro degli insegnanti e che non si saprebbe neppure come classificare. Secondo i Cobas, che stanno portando avanti una campagna nelle scuole per fare saltare le prove, "tutto il lavoro richiesto ai docenti per la somministrazione dei test non è obbligatorio". Tutte le operazioni connesse con i test Invalsi comportano un lavoro aggiuntivo che non rientra fra i compiti "obbligatori" del docente e che, quindi, non è tenuto a svolgerlo. I docenti che decidessero di accettare tale compito aggiuntivo devono comunque essere remunerati con il fondo di istituto.

Linea sostanzialmente confermata dall'avvocato dello Stato, Laura Paolucci, in una missiva pubblicata sul sito dell'Ufficio scolastico regionale del Piemonte: le prove sono obbligatorie per le scuole e il collegio dei docenti non ha nessun potere di deliberare in merito. Gli obblighi di lavoro dei docenti sono articolati in "attività di insegnamento" e "attività funzionali all'attività di insegnamento". La somministrazione delle prove Invalsi non può essere considerata, ovviamente attività di insegnamento, né attività funzionale, in quanto il contratto le elenca. E tra queste troviamo: la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; la correzione degli elaborati; la cura dei rapporti individuali con le famiglie. Ma anche la partecipazione ai consigli di classe, ai collegi dei docenti, i ricevimenti con le famiglie e gli scrutini.
Di eventuali prove, come quelle Invalsi, non vi è traccia. Ma alcuni presidi contano di aggirare l'ostacolo organizzando la somministrazione delle prove durante le ore di lezione. E' possibile, in questo modo, risolvere il problema? Gli insegnanti, a questo punto, sono obbligati a svolgere un'attività diversa da quelle previste dalla cosiddetta "funzione docente"? La questione non mancherà di aprire altre polemiche, almeno fino a maggio.
Ma è l'intero sistema di valutazione messo in piedi dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che nel complesso scricchiola. Il milleproroghe ne ha disegnato l'architettura in questo modo: l'Indire (l'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che si occuperà della valutazione degli insegnanti; l'Invalsi, che testa la preparazione degli alunni, e il "corpo ispettivo", che valuterà le scuole e i dirigenti scolastici. Un sistema che si regge su "tre gambe".
Ma l'Invalsi, prima gamba del sistema di valutazione, è zoppa: potrebbe avere in futuro difficoltà a somministrare le prove agli alunni, perché nel contratto dei docenti non è previsto nessun impegno in tal senso. La seconda gamba, l'Indire, non c'è. E' stato chiuso con la finanziaria e nel 2007 e l'altro istituto, l'Ansas (l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica)  -  che secondo i decreti del ministro Gelmini dovrebbe svolgere un ruolo di consulenza riguardo ai progetti sul merito lanciati a Milano, Napoli e Torino, per gli insegnanti, e a Siracusa, Pisa e Cagliari, per le scuole  -  è stato prorogato di un anno, ma non ha tra le sue competenze quelle di valutare scuole e insegnanti. Insomma, un pasticcio.
La cosa  emersa in commissione Cultura al Senato qualche giorno fa. "Pur prendendo atto  -  ha dichiarato il sottosegretario Giuseppe Pizza  -  delle dichiarazioni rese dal rappresentante del governo in commissione, secondo cui si tratta di un errore tecnico, resta da chiarire se è intenzione del governo attribuire all'Ansas anche compiti di valutazione ovvero modificare diversamente la norma sul milleproroghe".
C'è poi il corpo ispettivo, la terza gamba, che però ha il personale ai minimi termini. E il concorso in fase di svolgimento si preannuncia in salita: per un pasticcio nel bando, tantissimi esclusi ai test di ammissione si sono rivolti al Tar e la selezione, che comunque vadano le cose non si completerà prima di un anno, potrebbe subire uno stop, lasciando il sistema zoppo anche della terza gamba.

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domenica 13 marzo 2011

PALERMO: BOCCIATE LE PROVE INVALSI

PUBBLICHIAMO LE DECISIONI ADOTTATE DA UN COLLEGIO DOCENTI DI UNA SCUOLA PALERMITANA IN MERITO ALLE PROVE INVALSI.Il Collegio docenti del L.A.S. "G. Damiani Almeyda" di Palermo riunito il giorno 24 febbraio 2011
CONSIDERATO CHE
ipcaserta@gamil.com
- non esiste alcuna norma che preveda l'obbligatorietà della somministrazione delle prove INVALSI nelle scuole italiane; - la Nota Miur 30 dicembre 2010 ("la valutazione riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti delle predette classi delle istituzioni scolastiche, statali e paritarie") non è fonte di diritto e non può quindi in alcun modo modificare le norme che regolano le competenze del Collegio docenti;
- l'art. 7 comma 2 Dlgs 297/1994 - Testo unico sulla scuola conferisce "competenza generale" al Collegio docenti in campo didattico; in particolare il collegio ha "potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto", che "esercita . nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente" (lett. a); "valuta periodicamente l'andamento complessivo  dell'azione didattica per verificarne l'efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell'attività scolastica" (lett. d);
- l'art. 4 comma 4 DPR n. 275/1999 - Regolamento Autonomia prevede che "nell'esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche ... individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati";
- la sentenza della Corte di Cassazione n. 23031/2007 ha sancito, in modo definitivo, che una circolare ha natura di atto meramente interno della pubblica amministrazione, che esprime esclusivamente un parere e non vincola addirittura né la stessa autorità che l'ha emanata né gli uffici gerarchicamente sottordinati, ai quali non è vietato di disattenderla;
- il contratto nazionale di lavoro non prevede alcun obbligo a collaborare ad attività di questo tipo né tra gli obblighi di servizio né nella funzione docente, mentre prevede che il Piano annuale delle attività "comprensivo degli impegni di lavoro, è deliberato dal Collegio dei docenti" (art. 28 comma 4);
- il Dirigente Scolastico deve esercitare i propri poteri (tra i quali non rientra l'adesione ad attività di valutazione senza il voto favorevole del Collegio) nel rispetto delle competenze degli Organi Collegiali (comma 2, art 25 del DLgs 165/2001);
- nel merito, le prove Invalsi rispondono ad un obiettivo di standardizzazione degli insegnamenti; sono uno strumento per la valutazione e la differenziazione degli insegnanti e delle scuole; non valutano adeguatamente le capacità di analisi, sintesi ed elaborazione critica;
delibera la NON COLLABORAZIONE alla rilevazione degli apprendimenti INVALSI per l'anno scolastico 2010/2011
SCRIVI PER FAR CONOSCERE LA TUA OPINIONE: ipcaserta@gmail.com
E' IMPORTANTE SVOLGERE LE PROVE INVALSI? OPPURE E' PIU' UTILE ASSUMERE ED AVERE CLASSI MENO NUMEROSE? PENSI SIA GIUSTO SPRECARE SOLDI CON TALI PROVE? NON VALUTI I TUOI ALUNNI QUOTIDIANAMENTE? ipcaserta@gmail.com
__._,_.___
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sabato 5 marzo 2011

LA PROPAGANDA: TAGLIARE! LA REALTA' E' LA FAME

http://tiggilibero.altervista.org/?p=1573

Al netto della propaganda, la fame!

 
Ore 14,30 di giovedì pomeriggio, ho appena finito di pranzare, squilla il telefono di casa. Rispondo, sento una voce flebile,stanca,abbastanza familiare. Si, è la voce di Graziella Ventrone, una collega precaria compagna di mille lotte in questi ultimi anni. Graziella è una collaboratrice scolastica trasferitasi dalla Sicilia a Cava dei Tirreni(sa), dove vive con il marito ed un figlio. Dall’anno scolastico 2009, “grazie ai 150.000 tagli nella Scuola” fatti dal trio Berlusconi-Tremonti-Gelmini, non è riuscita più ad avere un incarico annuale. Stessa sorte è toccata  al marito, anche lui collaboratore scolastico precario. Graziella, definita “la pasionaria” dei precari di Salerno per la sua forza e determinazione nel portare avanti la lotta per il lavoro e la dignità(cliccate qui per vedere i video che raccontano la storia di Graziella), da qualche mese non è più la stessa. Ha perso la forza fisica. Ha serissimi problemi economici. L’ultima volta che l’ho  vista a Salerno in una manifestazione l’ho trovata molto dimagrita, spenta….
Al telefono mi racconta che la situazione economica della famiglia è precipitata. Da Giugno del 2010 non percepisce neanche più la disoccupazione.In quest’anno scolastico non ha avuto un giorno di supplenza. Lo stesso dicasi per il marito. Una famiglia di tre persone a reddito ZERO! Il figlio di 16 anni da mesi non frequenta più la Scuola perchè non ha i soldi per comprare i libri, viaggiare e vestirsi. Tra le lacrime mi dice che ha venduto l’ultimo anello che le era rimasto a 15 euro per comprare le medicine al figlio malato con la febbre. “L’altra sera” -continua Graziella- ” mio figlio mi ha chiesto due mele, ed io non ho potuto accontentarlo”. Guardo la mia tavola, ancora apparecchiata, mi sento in colpa.Pieno di rabbia continuo ad ascoltare la sua sofferenza, cerco di rincuorarla. Ormai si sente abbandonata da tutti,soprattutto dalle istituzioni locali dove ha bussato incessantemente in questi mesi,anni. In passato ha subito vari interventi chirurgici seri.E’ molto dimagrita,pesa 48 kg, avrebbe diritto alla pensione di invalidità, ma l’INPS da Settembre 2010 non l’ha ancora convocata per una visita!!!
Ecco, questa è l’Italia vera!L’Italia degli invisibili che le tv nazionali fanno a gara a nascondere, a non vedere e soprattutto non mostrare. Ad esempio il Governo butta 300 milioni di euro per fare il referendum a Giugno. Si fanno contratti milionari  per continuare a fare propaganda nelle tv per edulcorare la realtà . Intanto,davanti ai nostri occhi, vicino alle nostre case si consumano dei drammi che pensavamo o ci avevano fatto credere appartenessero al passato!
Raccogliamo questo grido d’aiuto,prima che sia troppo tardi!
NON POSSIAMO GUARDARE, AIUTIAMOLA.    ipcaserta@gmail.com
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giovedì 3 marzo 2011

TRASFERIMENTI PERSONALE ATA E DOCENTI

MODULI DOMANDA DI TRASFERIMENTO, PASSAGGIO DI RUOLO, PASSAGGIO DI CATTEDRA

Anno Scolastico 2011/2012- SCADENZA IL 21 MARZO 2011
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martedì 1 marzo 2011

COME L'ACQUA

L’Unità – 1 marzo 2011 – pag. 2 – L’editoriale

di Lorenzo Cherubini In arte Jovanotti (artista)
Quando nostra figlia è arrivata all’età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo permetterci di scegliere e abbiamo scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. E’ nostra figlia ed è la persona a cui teniamo di più al mondo ma è anche una bimba italiana e l’Italia ha una Scuola Pubblica. Sapevamo di inserirla in una realtà problematica ma era proprio quello il motivo della scelta. Un luogo pubblico, che fosse di sua proprietà in quanto giovane cittadina, che non fosse gestito come un’azienda e che non basasse i suoi principi su una dottrina religiosa per quanto ogni religione venisse accolta. Un luogo pubblico, di tutti e per tutti, scenario di conquiste e di errori, di piccole miserie e di grandi orizzonti, teatro di diversi saperi e di diverse ignoranze. C’è da imparare anche dalle ignoranze,non solo dai saperi selezionati. La scuola è per tutti, deve essere per tutti, è bello che sia così,è una grande conquista avere una scuola pubblica, specialmente quella dell’obbligo. Io li ho visti i paesi dove la scuola pubblica è solo una parola, si sta peggio anche se una minoranza esigua sta col sedere al calduccio e impara tre lingue. A che serve sapere tre lingue se non sai come parlare con uno diverso da te?
Il nostro presidente del consiglio dicendo quello che ha detto offende milioni di famiglie e migliaia di persone che all’insegnamento dedicano il loro tempo migliore, con cura, con affetto vero per quei ragazzi. Tra le persone che conosco e tra i miei parenti ci sono stati e ci sono professori di scuola, maestre, ho una cugina che è insegnante di sostegno in una scuola di provincia. Li sento parlare e non sono dei cinici, fanno il loro lavoro con passione civile tra mille difficoltà e per la maggior parte degli insegnanti della scuola pubblica è così. Perché offenderli? Perché demotivarli? Perché usare un termine come “inculcare”? E’ una parola brutta che parla di un mondo che non deve esistere più.
La scuola pubblica non è in competizione con le scuole private, non è la lotta tra Rai e Mediaset o tra due supermercati per conquistarsi uno spettatore o un cliente in più, non mettiamola su questo piano... La scuola di Stato è quella che si finanzia con le tasse dei cittadini, anche di quelli che non hanno figli e anche di quelli che mandano i figli alla scuola privata, è questo il punto. E’ una conquista, è come l’acqua che ti arriva al rubinetto: poi ognuno può comprarsi l’acqua minerale che preferisce ma guai a chi avvelena l’acqua del rubinetto per vendere più acque minerali. E’ una conquista della civiltà che diventa un diritto nel momento in cui viene sancito. Ma era un diritto di tutti i bambini già prima, solo che andava conquistato, andava affermato.
La scuola pubblica va difesa, curata, migliorata. In quanto idea, e poi proprio in quanto scuola: coi banchi gli insegnanti i ragazzi le lavagne. Bisogna amarla, ed esserne fieri.
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