NO ALLO SCIPPO DEL TFS !!!
L’attacco alla previdenza pubblica avviato agli inizi degli anni ‘90 e continuato costantemente nel tempo grazie anche al “silenzio-assenso” complice ed interessato dei sindacati confederali (leggi FONDO PENSIONE ESPERO), ha messo a segno altri colpi molto gravi con la legge finanziaria 122 del luglio scorso:
L’attacco alla previdenza pubblica avviato agli inizi degli anni ‘90 e continuato costantemente nel tempo grazie anche al “silenzio-assenso” complice ed interessato dei sindacati confederali (leggi FONDO PENSIONE ESPERO), ha messo a segno altri colpi molto gravi con la legge finanziaria 122 del luglio scorso:
· Per le donne è previsto l’innalzamento dell’età pensionabile di vecchiaia a 61 anni dal prossimo 1° gennaio e a 65 anni dal 1° gennaio 2012. Di fatto, quindi, si ripristina, solo per le donne, la logica del “gradone”, mentre per tutti gli altri lavoratori si pongono le basi per futuri innalzamenti dei requisiti e ulteriori peggioramenti dei trattamenti previdenziali, ad esempio attraverso il calcolo basato sulla “speranza di vita” ad opera dell’ISTAT che a partire del 2015 diventerà obbligatorio.
· A decorrere dal 1 gennaio 2011 i dipendenti ancora in regime di TFS (tutti coloro i quali sono stati assunti entro il 31 dicembre 2000), vedranno congelata la loro buona uscita (che sarà poi calcolata al momento del pensionamento col metodo dell’80% dell’ultimo stipendio percepito prima di andare in pensione, moltiplicato per il numero di anni lavorati, più una ritenuta del 2,5 % a suo carico) e matureranno una nuova indennità, calcolata però in modo tale da prendere il peggio dei due sistemi, con lo scopo (neanche troppo nascosto) di diminuire la liquidazione e, per l’ennesima volta, far fare cassa allo stato sulla pelle dei lavoratori: il 6,91% sul solo 80% dello stipendio (in quanto saranno esclusi gli emolumenti accessori fissi e ricorrenti) con la rivalutazione annuale prevista per il TFR ed ancora la ritenuta del 2,5% a carico del lavoratore. In sostanza, il TFS (molto più favorevole nel calcolo), diventa TFR. Inoltre la pensione verrà corrisposta solo dopo un anno dal termine dell’attività lavorativa.
· A decorrere dal 1 gennaio 2011 i dipendenti ancora in regime di TFS (tutti coloro i quali sono stati assunti entro il 31 dicembre 2000), vedranno congelata la loro buona uscita (che sarà poi calcolata al momento del pensionamento col metodo dell’80% dell’ultimo stipendio percepito prima di andare in pensione, moltiplicato per il numero di anni lavorati, più una ritenuta del 2,5 % a suo carico) e matureranno una nuova indennità, calcolata però in modo tale da prendere il peggio dei due sistemi, con lo scopo (neanche troppo nascosto) di diminuire la liquidazione e, per l’ennesima volta, far fare cassa allo stato sulla pelle dei lavoratori: il 6,91% sul solo 80% dello stipendio (in quanto saranno esclusi gli emolumenti accessori fissi e ricorrenti) con la rivalutazione annuale prevista per il TFR ed ancora la ritenuta del 2,5% a carico del lavoratore. In sostanza, il TFS (molto più favorevole nel calcolo), diventa TFR. Inoltre la pensione verrà corrisposta solo dopo un anno dal termine dell’attività lavorativa.
È evidente come una tale operazione risulti un vero e proprio saccheggio dell’indennità di buona uscita dei lavoratori del pubblico impiego, calderone indistinto nel quale è stata inserita anche la scuola.
È evidente come tale passaggio forzoso comporti un danno economico agli interessati, tanto più consistente quanto minori saranno gli anni di servizio e riscattati maturati al 31/12/2010.
È evidente che ancora una volta occorre lottare in prima persona, non delegando a nessun altro la difesa dei propri interessi.
Di fronte a sindacati confederali ed autonomi che non denunciano il massacro della previdenza pubblica, ma sono invece pronti a rilanciare in grande stile la campagna di adesione al Fondo pensione ESPERO (scorgendo proprio nella nuova situazione più ampi margini di realizzo e guadagno speculativo), lanciamo una campagna di diffide per bloccare il passaggio coatto dal TFS al TFR di centinaia di migliaia di lavoratori!!!
È evidente come tale passaggio forzoso comporti un danno economico agli interessati, tanto più consistente quanto minori saranno gli anni di servizio e riscattati maturati al 31/12/2010.
È evidente che ancora una volta occorre lottare in prima persona, non delegando a nessun altro la difesa dei propri interessi.
Di fronte a sindacati confederali ed autonomi che non denunciano il massacro della previdenza pubblica, ma sono invece pronti a rilanciare in grande stile la campagna di adesione al Fondo pensione ESPERO (scorgendo proprio nella nuova situazione più ampi margini di realizzo e guadagno speculativo), lanciamo una campagna di diffide per bloccare il passaggio coatto dal TFS al TFR di centinaia di migliaia di lavoratori!!!
L’UNICOBAS RACCOGLIE LE ADESIONI ALLA CAMPAGNA DIFFIDE DI MASSA, A ROMA, TUTTI I MERCOLEDÌ e GIOVEDÌ PRESSO LA SEDE NAZIONALE DI V. TUSCOLANA, 9, DALLE H. 18.00 ALLE 20.00. Occorre portare il cedolino, conoscere anno e data di assunzione e l’Ufficio INPDAP di appartenenza. È richiesto un contributo spese (spedizione diffide, etc.): euro 5 per gli iscritti ed euro 15 per chi si iscrive al momento.
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