1) In futuro le assunzioni avverranno solo per concorso, quel meccanismo corrompente che nessuna garanzia dà veramente sulle competenze; e solo per gli abilitati mediante una sorta di laurea abilitante che andrebbe anche bene (almeno sulla carta) se non fosse a numero chiuso e se non servisse anche ad accorpare enormemente cattedre e competenze, mischiando materie “affini”.
2) Finalmente i presidi otterrebbero il potere assoluto mediante l’assunzione diretta (e conseguenti licenziamenti) di docenti ed Ata).
3) Riparte la geremiade sul presunto “merito”, quel quid che nessun ministro o governo è mai riuscito a spiegare cosa sia esattamente per i docenti e gli Ata. Avvio dal prossimo anno del Sistema di valutazione nazionale, con la sedicente autovalutazione delle scuole che in realtà significherà l’imposizione dei criteri degli Invalsiani, quelli della scuola-quiz, nonché l’intervento assillante degli ispettori ministeriali. E in aggiunta, verrà imposto dal 2015-6 il Registro nazionale del personale, che farà lo screening delle sedicenti “abilità” di ognuno/a, fissandole in un Portfolio individuale su cui verranno conteggiati i presunti "crediti" professionali dei singoli. E sulla base del Portfolio e dei crediti i presidi assumeranno ma anche premieranno, perché per gli scatti stipendiali si procederebbe in parte per anzianità ed in parte per presunto merito con graduatorie di istituto, in base alle quali il 66% dei “migliori” (data l’aleatorietà dei criteri, sarà il preside ad avere la parola decisiva) avrà uno scatto ogni 3 anni (sempre con il permesso di Padoan e di Draghi).
4) In questo quadro finisce per preoccupare persino l’annunciata “eliminazione della burocrazia scolastica” (un’altra “rottamazione”?) se significherà, come scritto, lasciare carta bianca alla decisionalità dei "presidi in rete", trasformati in Amministratori delegati alla Marchionne, possessori delle scuole e del personale.
5) C’è poi un’accorata sollecitazione agli investimenti privati, in un quadro di potenziamento "dei rapporti con le imprese", non solo alle aziende vere e proprie, a cui si promettono forti sconti fiscali, ma anche al “microcredito” dei cittadini, con raccolte "popolari" di soldi, visto che il finanziamento pubblico da solo "non ce la fa". E toccherebbe ai genitori farsi avanti con altri quattrini.
6) Per incentivare al massimo la concorrenza tra docenti, si torna ai "formatori" contro cui nacquero i Cobas. Si chiameranno "innovatori naturali" coloro che invece di insegnare si occuperanno della formazione e dell'aggiornamento, che diverrà obbligatorio e conterà molto per i “crediti”. Ovviamente i tizi otterranno meriti e soldi in più. Cosa che accadrà anche per il "docente mentor" un supervisore della valutazione della scuola e del singolo, nonché per le attività di “formazione”.