Giuseppe – Non è facile per la politica mettere d’accordo il pane con il companatico. D’accordo! Ma considerare i precari nella scuola una merce di scambio per ottenere voti ad ogni elezione, è qualcosa che esula da questo concetto di equilibrio tra il dire e il fare. Qui, cari miei, si tratta di puro equilibrismo tra il promettere e il mantenere la promessa. Da anni, tanti anni, ormai troppi anni, se consideriamo che ci sono "precari" da ben, e oltre, quindici anni.
Forse che qualcuno gridi:
vergogna! Vi aspetterete che vi dica: no! E invece non è così, perché lo gridano tutti. Ma proprio tutti: da sinistra a destra passando per il centro e andando nelle estreme periferie di un mondo politico che assomiglia sempre più a un Pinocchio soltanto sfiorato e infastidito dal Grillo parlante e dai tanti precari che parlano invano.
Ma cosa volete?, sembra dire Pinocchio. "Volete un lavoro fisso, sicuro, per organizzare il vostro futuro? Volete troppo, accontentatevi del pane, in altre parole dello stipendio per alcuni mesi. Il resto, il companatico?… ma, adesso esagerate!".
Intanto, lo Stato, il ministero della Pubblica Istruzione, ci organizza "corsi" come al tempo dei Romani si organizzavano giochi per distrarre il popolo dai problemi veri. E questo, la storia lo insegna, è sempre stato il potere esercitato dagli arroganti. Lo fece anche la regina di
Francia, Antonietta, che alla richiesta del popolo che denunciava la fame, rispose: “Ma cosa vogliono: il pane? Non c’è! Distribuite brioche”. Sappiamo poi che fine ha fatto.
Ritorniamo al pane ancora senza companatico, anzi tolto del tutto. Ed è questa la fine che noi precari faremo, dopo esserci sollazzati con il partecipare ai "corsi", pardon ai giochi, organizzati solo ed esclusivamente per noi. E, ora, osiamo lamentarci, quando dobbiamo solo ringraziare? Che ingrati! Non sappiamo se avremo uno stipendio il prossimo anno… e allora? Una brioche in ogni caso non si nega a nessuno. Per tre mesi da anni e anni non abbiamo stipendio? E allora? Avete mai sentito parlare della formica e della cicala?
Intanto possiamo continuare la raccolta punti, organizzata, anche questa, proprio per noi a corredo di quegli stessi corsi. Sono punti-premio per l’assegnazione di un posto in classifica, pardon in graduatoria.
Ci avevano dato una speranza nell’introdurre nuovi criteri che premiassero chi partecipava a questi specifici corsi di qualificazione (SSIS, PERFEZIONAMENTI, MASTER e altri), tutti a nostro carico – a pagamento per intenderci – ma dal fronte politico arrivano segnali contrastanti viziati da uno spettro di speculazioni in odor di discriminazione a nostro danno – ora hanno partorito i
TFA, nuovi concorsi e i corsi di riconversione sul sostegno per i
docenti in esubero!
Chi siamo? Ma non l’avete ancora capito? Siamo i "precari corsisti". Ebbene sì! Udite, udite, oggi sembra che non esista più una sola categoria di precari. Ce ne sono due: quella dei precari e quella dei precari-corsisti.
Ovvero, quelli che hanno deciso di non spendere tempo e denaro nel partecipare ai corsi e quelli che, invece, hanno speso soldi e tempo in una qualificazione che oggi sembra valere quanto i punti-premio di un supermercato.
Ci sarebbe da rivolgersi al fronte giuridico, ci sarebbe da sollevare dubbi di illegittimità, andando incontro a ricorsi di fronte ai tribunali amministrativi e civili e penali. Salvo che non pervenga una decisione che elimini le discriminazioni, e attivi un riequilibrio che noi tutti credevamo fosse stato posto per non escludere dalle assegnazioni cattedre i tanti che ormai possono vantare diritti secondo le regole di un gioco non inventato e non organizzato da noi precari-corsisti.
Sono giorni decisivi per il nostro futuro e per la costruzione di una legalità nelle graduatorie scolastiche che fa acqua da tutte le parti, nonostante il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Consiglio Mario Monti e il Ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo abbiano richiamato a una soluzione, non con il metodo del pari e dispari, ma a favore dei giovani che ormai come precari sono già nel frattempo diventati adulti.
Noi precari-corsisti abbiamo tutte le carte per condurci al sospirato "posto", abbiamo rispettato tutte le regole che ci sono state "imposte" e ora vogliamo che siano mantenute le promesse. Vogliamo presentare tutti i nostri punti-premio guadagnati con il sudore della nostra fronte e delle nostre tasche, vogliamo che non si cambino le regole del gioco a gioco concluso.
Siamo preoccupati per le ipotesi che circolano in questi giorni. La Pubblica Istruzione negli anni scorsi aveva lanciato una specie di "
Concorso (Corsi) Alta Fedeltà”, al quale gran parte di noi precari – superando anche un esame d’ammissione – abbiamo partecipato.
I corsi “Alta Fedeltà” prevedevano un punteggio maggiore in graduatoria come premio per coloro che partecipandovi avrebbero accumulato i punti necessari. E ora sembra che questi punti non siano più validi e il premio è negato. C’è di che rivolgersi
all’Unione Consumatori, come per qualsiasi raccolta punti promossa nel commercio. Ecco che fine fanno i nostri punti… ormai equiparati ad una scatola di detersivo o ad una confezione di pasta o latte. Noi, buoni buoni, li abbiamo ritagliati, catalogati, incollati sul catalogo premi e alla nostra richiesta del premio ci rispondono: "Ci dispiace, abbiamo pensato di premiare altri”. Così il direttore vendite e marketing del nostro ministero alla Pubblica Istruzione, solo tempo addietro dichiarava: "I premi sono belli e di valore e siamo sicuri che piaceranno molto. Per partecipare al nostro concorso, infatti, non è richiesto niente di particolare: bisogna solo lavorare con noi. I nostri corsi rappresentano un incentivo dal risultato immediato e dal gradimento assicurato".
I precari-corsisti oggi potranno valutare che i punti ottenuti con gli acquisti dei "corsi" non seguiranno una registrazione promessa e concordata tra le parti, tra lo Stato e i precari-corsisti, in un patto d’onore che oggi sembra carta straccia. Noi per migliaia di euro di spesa al mercato della Pubblica Istruzione abbiamo acquisito punti. A cosa servono? Attendiamo risposta.
Intanto proviamo ad inviare "punti" da utilizzare per un "bonus" di dieci euro spendibile per l’acquisto di un prodotto per la memoria. Quella perduta dal ministero della Pubblica Istruzione che proverà a entrare nel mondo punti-premio come noi siamo stati costretti. Per esempio: 70 punti acquisto e 30 punti gratuiti non danno diritto a un bonus; 80 punti acquisto e 20 punti gratuiti danno diritto a un bonus; 90 punti acquisto e 10 punti gratuiti danno diritto a un bonus; 80 punti acquisto e 30 punti gratuiti danno diritto a un bonus più un “resto” di 10 punti gratuiti che concorreranno a formare il bonus successivo. I punti acquisto sono validi dall’acquisto successivo a quello in cui sono stati ottenuti. I punti gratuiti sono invece immediatamente disponibili. Inoltre nella e-mail di conferma dell’ordine vanno evidenziati il prezzo totale dei prodotti, i bonus utilizzati e il prezzo scontato. Le spese di spedizione verranno calcolate sul prezzo totale, cioè al lordo del bonus. I bonus sono automaticamente rilevati e detratti dal sistema: non è possibile non utilizzare un bonus o scegliere di utilizzarne meno di quelli che si sono ottenuti. Dopo ogni acquisto, il sistema calcola automaticamente anche i punti acquisto e i punti gratuiti rimanenti. Se la spesa è inferiore al bonus, il sistema non usa frazioni di bonus e accumula i nuovi punti acquisto per il totale della spesa.
Tutto chiaro? E’ una sintesi ilare ma reale di quanto noi precari-corsisti ci accingiamo a valutare con i punti-premio della Pubblica Istruzione. Domanda: se si hanno due bonus per due corsi fatti si possono utilizzare una sola volta ottenendo 7 nuovi punti acquisto oppure si utilizzano due bonus e si entra in due graduatorie? E i punti che non possiamo utilizzare saranno ancora validi e disponibili per acquisti successivi nel supermercato Public Instruction?
Riteniamo di non avere vita facile perché un negozio si sceglie per la convenienza, un medico per la fiducia, noi avevamo scelto lo
Stato e quella che si annuncia è una guerra di trincea, che intendiamo vincere, anche perché il confronto con il resto del mondo è desolante.
Un saluto con i nostri migliori punti –
firmato: Giuseppe Vollono, un docente quarantunenne precario-corsista con all’attivo ben 4 abilitazioni (C310 mediante concorso ordinario nel ’92, A059 e A 060 mediante SSIS, A057 con corso concorso abilitante), specializzazione per il sostegno sempre mediante SSIS, 2 master e 3 corsi di perfezionamento… oltre a pubblicazioni scientifiche e tesi pubblicata
da:http://diventareinsegnanti.orizzontescuola.it/2012/06/28/concorso-per-chi-opera-da-lustri-nella-scuola-abuso-intollerabile/
Continua a leggere!